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Natale 2004 - anno 13 numero 3



1 Editoriale
  15 I Caduti di Ruscio nella II Guerra Mondiale
2 Opere realizzate dalla Pro Ruscio nel corso del 2004
  16 La cerimonia di Commemorazione dei Caduti di Ruscio in tutte le guerre
3 Ruscio, un’estate e tre scoperte
di A. Dolci
  17 Spigolando tra i ricordi di Maria  
4 Un bellissimo regalo di Natale   18

Non solo veline, sui calendari

5 I restauri di S. Maria del Piano
di F. Peroni
  19 www.proruscio.it
6 Notizie Unpli   20 Il ritorno della biga?
di R. Marchetti
7 Il Carro da morto
di I. Peroni
  21 Atto parlamentare della Camera dei Deputati datato 16 febbraio 1904
8 Luci di allora, luci di oggi
di P. Vannozzi
  22 A Ruscio non solo farro e lenticchie
di R. Peroni
9 Mostra con le mani 2004   23 Notizie dal Municipio
10 Il nostro prosciutto
di M. Lotti
  24 Notizie dal Parco
di G. Perelli
11 Cioccolato e Sagrantino
di A. Perelli
  25 Campetto: lavori in corso
12 Sabato 7 agosto 2004
di A. Perelli
  26 Ruscio in pillole
13 Ferragosto storico a Monteleone
di I. Peroni
  27 La Redazione
14 Album fotografico del Ferragosto Storico Monteleonese
di I. Peroni
     



Carissimo Socio,

a Te e alla Tua famiglia giungano i migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo, da parte mia e di tutto il Consiglio Direttivo.

Periodo di fine anno e, dunque, di consuntivi!

La nostra Associazione, senza facili trionfalismi, si avvicina a festeggiare le 40 candeline, in grande forma.

Non ti voglio annoiare con aride esposizioni di dati contabili, che, seppure necessari, non rendono appieno l’idea di cosa sia la pro loco di Ruscio.

Nel bilancio che ci apprestiamo a consolidare, non appaiono - e come, del resto, lo potrebbero - le ore, le giornate, di impegno gratuito dei numerosi volontari.

Da chi cura le edizioni de ‘La Barrozza’ e dei Quaderni di Ruscio, a chi svolge lavori, sicuramente meno ‘visibili’, ma non meno impegnativi e necessari alla vita dell’Associazione. Dal lavaggio delle maglie dei giocatori, alla realizzazione dell’impianto fisso di amplificazione del Campetto, dal taglio dell’erba, all’installazione di punti luce, sostituzione lampadine, alla organizzazione dei numerosi tornei di calcio, carte, pallavolo.

Converrai con me, amico Socio, che se tali attivita’ fossero quantificate economicamente, il nostro bilancio raggiungerebbe i livelli di una piccola impresa!
Sfogliando questo numero, troverete piu’ nel dettaglio descritte alcune delle realizzazioni che, un po’ per orgoglio di appartenere alla Pro Ruscio, un po’ per dare il giusto merito ai tanti volontari che le hanno rese possibili (e che, come nel nostro stile non nomineremo pubblicamente, certi che questo sia lo spirito del volontariato) elenchiamo nello schema in seconda pagina.

Importante il risultato della raccolta dei contributi per il rifacimento ed ampliamento del campo da tennis e pallavolo, non solo per l’importo raggiunto, che ci consente di affrontare tale spesa con una certa tranquillita’, ma anche, e soprattutto per il senso di attaccamento a Ruscio che avete dimostrato.
C’e’ ancora della strada da compiere e, dunque, rinnovo l’invito a contribuire a questa grande opera a quanti, tra Soci ed Amici, ancora non l’abbiano fatto.
Maggiori dettagli li leggerete avanti, dalla penna del Segretario.

Nel prossimo numero di Pasqua, per mancanza di spazio in questo, riporteremo la cronaca delle attivita’ estive.

Il consiglio Direttivo sta’ cercando di coinvolgere soprattutto le nuove generazioni, quei trentenni che, dopo una adolescenza di vacanze trascorse a Ruscio, sono tornati a trascorrervi le ferie con i loro figli. Ruscio e’ anche vostro… ci aspettiamo nuove idee, nuovo entusiasmo, nuova linfa da iniettare nel grande albero della Pro Ruscio.

Altrettanto fondamentale e’, e sara’, per la sopravvivenza e sviluppo della nostra Associazione e del paese, l’apporto che i residenti dovranno offrire. Ribadiamo, ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che la Pro Ruscio non e’ una associazione di villeggianti contro i residenti, ne’ viceversa. E’ una associazione di uomini e donne che hanno un’unica, quasi patologica, fissazione: Ruscio.
Ancora una volta, dalle pagine del nostro giornale: Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

Il presidente
Vittorio Ottaviani

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Opere realizzate dalla Pro Ruscio nel corso del 2004:

• Sostituzione delle porte da calcio e realizzazione di un campo trasversale da calcetto, anche esso dotato di porte ‘a norma’.

• Eliminazione dell’albero pericolante al limitare del campo da calcio

• Realizzazione di un impianto voci, utilizzando l’amplificatore e le trombe gia’ esistenti e di proprieta’; tale impianto permette di valorizzare tutte quelle manifestazioni che si svolgono al campetto che non necessitino di un’amplificazione musicale

• Realizzazione di due nuovi punti luce, con relativa messa in sicurezza elettrica, (uno sulle gradinate e uno sulle scale di accesso al Campetto)

• Impianto di una rete di protezione alta 6 mt, con relativa messa in sicurezza elettrica, per l’incremento della zona destinata ai piu’ piccoli

• Realizzazione di una fontanella in Via De Angelis, nei pressi del ponticello

• Realizzazione di una serie di aiuole in pietra poste nelle zone verdi del paese

• Nuovo volume della collana ‘i Quaderni di Ruscio’

• II volume della rassegna stampa ‘Cronache moderne di Monteleone, Ruscio e dintorni’

• Spostamento dei cumuli di sassi presenti nel Parco

• Ripascimento con terra di buona qualita’ del Parco

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Ruscio, un’estate e tre scoperte
di Anna Dolci

Ruscio, in estate, sembra il paese ottimale per assecondare la voglia di ‘non far niente’. Errore! Gare, bruschette, vendite, cene, novità. Tutto si sussegue con ritmo incalzante, senza considerare i fuori programma!

I pesci sul Monte Ato.
Sembra fantascienza e invece no. Sul Monte Ato, raggiunta la vetta, c’è un grande spiazzo con una magnificenza da paesaggio aereo: dalle montagne di Rescia, al grande viadotto, dal Monte Aspra, al Monte Vettore. Quante cose! anche le impronte di cinghiali! Vedere queste impronte enormi, lassù, ha un sapore quasi primordiale e poi la terra scavata da questi cinghiali per procurarsi alcuni tipi di radici. Ma, al di là di tutto questo, la...’piscina’ del Monte Ato. Infatti, da parecchi anni, su questa spianata della cima, è stato realizzato un invaso di acqua piovana, e, dentro, ci sono....i pesci. Si’, una specie di lucertole acquatiche, che nuotano calme e disinvolte in queste acque, a circa 1200 metri di altezza. Incredibile!

L’inclinazione dell’asse terrestre.
Ebbene si. Nel Parco del Fiume Corno, tra i graziosi alberelli con i nomi dei bambini, c’è una piccola zona cementata ed, in mezzo, un sostegno che regge un palo di legno, di circa due metri, calcolatamente inclinato. Isidoro Peroni, docente all’Università La Sapienza, in Costruzioni Spaziali, ha realizzato, per il momento, la prima parte di una meridiana che proietterà orario, solstizi ed equinozi. Questo palo, perciò, che con la sua ombra segnerà le varie informazioni, è posto proprio con l’esatta inclinazione dell’asse terrestre. Una interessante novità. Fa veramente un certo effetto vedere quanto è inclinato questo nostro globo!

Ritrovamenti...quasi archeologici.
Nei campi della Forma Cavaliera, vicino alla Miniera, qualche anno fà, sono stati trovati dei reperti risalenti all’età etrusca, ufficialmente riconosciuti e catalogati. Attualmente, tra i solchi della mietitura, in questi campi, affiorano molti sassi di terracotta, che alimentano, sicuramente, il gusto della scoperta archeologica.
Avere in mano un pezzetto di civiltà millenaria è entusiasmante! Parlando, però, con ‘Giggetto’ Marchetti, depositario della memoria del paese, è emerso che, proprio in quella zona, indipendente dai ritrovamenti etruschi, una settantina di anni fà, c’era una ‘coppara’, cioè una fabbrica di coppi. Insomma, i sassi che affiorano adesso sono pezzetti di terracotte, sì, ma di coppi rotti della ‘coppara’ dismessa. Delusione?...Quasi. Comunque, la zona ha sempre il suo fascino antico e moderno.

Tre scoperte tra il verde dei boschi e dei prati. Ringraziamo il gruppo Escursionisti (Silvana, Caterina, Luciana, Anna Reali, Peppino, Nazareno, Battista e altri), ricco di conoscenze e buona volontà.

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Un bellissimo regalo di Natale
La Redazione

Che stupendo regalo per i residenti di Ruscio sarebbe accendere la televisione la notte di Natale e poter vedere i tanto sospirati programmi di Rete 4, Canale 5 e Italia 1!!

Coloro che non hanno potuto acquistare una parabola (e sono tanti) potrebbero così vedere “la Domenica del Villaggio” ed i ragazzi seguire i Gran Premi di motocicletta prodotti da Italia 1.

Signor Sindaco, vogliamo fare questo grande regalo, con un piccolo impegno di spesa?

Grazie da tutta la redazione della Barrozza

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I restauri di S. Maria del Piano
di Francesco Peroni
S. Maria del Piano - prospetto dell’altare

La Storia con la ‘S’ maiuscola ha lasciato il segno anche nelle nostre contrade.

E di questo ne e’ testimone a pieno titolo, l’antica Pieve di S.Maria del Piano, o de Equo, dal nome dell'antico gastaldato longobardo, denominato ‘equano’, all'incirca coincidente con l'area di tutto l'attuale comune di Monteleone di Spoleto. La fondazione della Chiesa risale al l'VIII e il IX secolo, epoca in cui sono testimoniati un oratorio e numerose celle monastiche, presto trasformatisi in un priorato benedettino, dipendente dalla potente Abbazia di Ferentillo, uno dei piu' importanti complessi monastici altomedioevali di tutta l'Italia centrale.

Quasi dodici secoli di storia raccontano le antiche pietre, storia della vita di una comunita’ che vedeva nella Pieve, non solo un centro di devozione, ma anche sede di mercato e luogo di riunione festiva delle famiglie di agricoltori, sotto al portico e nel piccolo atrio, che, un tempo, doveva precedere l'edificio di culto. (per informazioni piu’ dettagliate vedi ‘La Barrozza’ anno IV, n.2)

Le offese del tempo e della natura, basti pensare ai numerosi terremoti ed alluvioni del vicino fiume Corno, hanno reso necessari interventi di restauro e di recupero.

Da questa estate, l’antica Chiesa, e’ oggetto di un meticoloso restauro conservativo, sia delle strutture esterne, sia dei decori ed affreschi interni, appaltato dalla Curia Vescovile di Spoleto.

‘ A seguito di ricognizioni approfondite dello stato di dissesto della struttura – spiega l’Ing. Natale D’Ottavio, progettista e direttore dei lavori assieme all’Arch. Antonio Cucci - sono stati effettati lavori di manutenzione straordinaria e di consolidamento, che hanno previsto la sostituzione del manto di copertura e della sottostante guaina, con recupero, dove possibile, dei coppi esistenti o, comunque, con uso di coppi vecchi, oltre al consolidamento delle parti lesionate delle murature esterne e dell’arco trionfale soprastante l’altare’.

Particolare attenzione e’ stata prestata all’evidenziazione dei diversi interventi di restauro, succedutisi nel tempo. ‘Ad esempio, – continua il direttore dei lavori – sono stati intonacati i contrafforti edificati nel 1700, lasciando a faccia vista la pietra delle murature esterne, costruite secoli prima. Stessa lavorazione ha subito il nartece, eliminando antiche e maldestre stuccature della facciata’.

I lavori continueranno con una serie di interventi di recupero delle zone affrescate all’interno della Chiesa e della sacrestia.

Per la fine del 2005 e’ prevista la riapertura al culto di questo nostro gioiello d’arte, finalmente riscoperto.

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Notizie Unpli



‘Fare squadra e non mollare mai. Dopo il senso di appartenenza, c’e’ una famiglia che deve crescere unita: l’Unpli e’ questa famiglia’. Con queste parole Claudio Nardocci, presidente nazionale dell’Unpli, ha aperto a Pesaro, lo scorso 30 settembre, l’Assemblea Nazionale delle Pro Loco d’Italia, che ha visto la presenza, in rappresentanza delle oltre 4.700 pro loco italiane, di circa 2.000 delegati. E tra questi, il nostro presidente Vittorio Ottaviani e il past president, Renato Peroni, con le loro gentili consorti.

La Pro Ruscio, piccola espressione di un grande movimento, sempre presente!

Con grande piacere, la redazione de ‘La Barrozza’, saluta la nomina di Euri Matteucci, Presidente Unpli Umbria e amico del nostro piccolo paese, a Responsabile Nazionale del Dipartimento Turismo dell’Unpli. L’assegnazione del prestigioso incarico e’ avvenuta da parte del Consiglio azionale Unpli, e premia la professionalita’ e decennale impegno nella promozione delle Pro Loco e della sua Umbria. Congratulazioni, Presidente !!

Lo stand del Comitato umbro a Pesaro, Il presidente e consorte


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Il Carro da morto
di Isidoro Peroni

Raccolgo l’invito de ’La Barrozza’ a completare la storia del Carro di Ruscio, celebre quasi quanto la famosa Biga di Colle del Capitano, celebre al punto che, come racconta Vittorio Ottaviani, quando nell’estate del 1949, egli, con mamma rusciana, venne a Ruscio per la prima volta, il suo cugino Marcello lo portò subito, con orgoglio, a vedere il carro parcheggiato alle Cascinette come una delle meraviglie di Ruscio!

Riguardo alla storia del carro, ricordavo di aver esposto nella prima mostra documentaria di Ruscio, in occasione del quindicennale della Pro Ruscio nel 1982, una lettera di Don Sestilio assai spiritosa; sfogliando i vecchi documenti ho ritrovato anche altre lettere con dati riguardanti la storia e le caratteristiche del Carro, che appresso vi riporto

A Ruscio, dopo l’arrivo di Don Sestilio, negli anni ’20 e ’30, esisteva la Confraternita della Buona Morte (poi incorporata nella Confraternita di M.S.S. Addolorata, antesignana della nostra Pro Ruscio), che aveva raccolto fondi tra i soci, per la costruzione di un carro, trainato da cavalli per i trasporti funebri.

La cosa che, ora, può sembrare banale, in un epoca di diffusa motorizzazione e facilità di trasporti, non lo era affatto, nel 1930, per Ruscio, situato nella vallata a circa duecento metri di quota inferiore al cimitero di Monteleone, tanto che come nota Don Sestilio un trasporto funebre costava 90 lire di allora (equivalenti a circa 100 € attuali).

[Secondo l’ ISTAT una Lira del 1933 è equivalente a 1762, 78 Lire attuali, cioè un po’ meno di un Euro, ma sono dati parecchio ottimistici!]
Elenco dei Soci della Confraternita della Buona Morte anno 1933

Il carro, realizzato dal falegname, barbiere, idraulico, orologiaio e così via, Giovanni Agabiti (il papà di Marcello ed Ezio), con le colonnine tornite alla segheria di Leonessa, fornito di rulli e completamente addobbato, fu inaugurato nel 1933 (non essendo riusciti a completarlo per l’Addolorata dell’anno precedente, per la proverbiale flemma e precisione di Giovanni) e costò 1150 lire. Per la verniciatura servirono 2 kg di vernice nera, per ben quattro mani ed un mese di tempo.

Con soddisfazione e mostrando un non a tutti noto senso di umorismo da prete di montagna, Don Sestilio scriveva, con la sua chiara e rotondeggiante calligrafia, a Mario Peroni:

La nostra Carolina, così si chiama, e così gli abbiamo messo nome perché la prima ad esser trasportata fu Carolina Gervasoni, ha fatto ottima impressione. E’ piaciuta a tutti, specie ai nostri amici ? di Monteleone [ notare il campanilistico punto interrogativo vicino ad amici!], che la guardarono con una certa invidia, ma specie per Pietropaolo Belli, la nostra Carolina ha fatto la sua figura, sia per il suo addobbo, sia per le belle corone appesevi, sia per la popolazione che specie di domenica ha accompagnato la salma. Gli esperti dicono che con 1150 lire non abbiamo pagato neppure gli addobbi. Domani venerdì dovrà fare per due volte ancora la sua comparsa.
Io [e qui Don Sestilio si supera] vi consiglio che invece di morire a Roma, vi tornerà più morirvene a montagna….’


Sempre dallo stesso scritto del 1933, scopriamo che i soci pagavano 6 lire all’anno di quota e che il Municipio (cioè il Comune dava un sussidio fino al 1932 di lire 400 all’anno che dal 1933 erano ridotte a lire 200 (certo sempre più generoso di ora!) e concludeva, prima dell’elenco dei soci che vi riporto, così:
‘Credo che in 6 anni e 4 mesi che esiste codesta società dopo aver fatto una spesa tale, le cose vanno benone se si pensa che ogni trasporto prima ci veniva a costare salatino fino a 90 lire, mentre ora è minimo.
Il carro restò in servizio per molti anni, prestato anche ai paesi vicini, finché, col mutar dei tempi, restò inutilizzato e parcheggiato alle Cascinette, alla Tazzaretta e poi alla rimessa della Croce , distrutto lentamente dall’usura del tempo e dall’incuria degli uomini.

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Luci di allora, luci di oggi
di Pierpaolo Vannozzi
1951: costruzione del campanile della Madonna Addolorata
(arch. A. Perleonardi)

Grazie al generoso contributo dei paesani, agli oboli raccolti durante la festa e all’infaticabile opera di Nena Cicchetti, la chiesa dell’Addolorata si è arricchita di una nuova illuminazione. File di luci incorniciano la semplice facciata, evidenziando le colonne, gli architravi ed anche l’alto campanile, che svetta tra i tetti delle case circostanti.

Un semplice abbellimento che dà luce e colore alla nostra chiesa ed alla piazzetta circostante che, con la sede della Pro Loco ed i locali dei ragazzi di Ruscio, è tornata a nuova vita.

Scartabellando tra i tanti documenti, che ricordano i tempi passati di Ruscio, conservati gelosamente da Maria Marchegiani, abbiamo trovato una lettera di ringraziamento, inviata da Don Sestilio, alla signora Amantina Vannozzi ed ai compaesani d’America, del 6 luglio 1946. Nella lettera, il nostro vecchio parroco ringrazia i fratelli americani per un’offerta ricevuta di 221 dollari, che furono allora utilizzati per realizzare una nuova illuminazione della chiesa, in sostituzione di quella rubata dai tedeschi, durante l’occupazione di Ruscio, nella Seconda Guerra Mondiale.

Alla Gentile Sig.ra Amantina Vannozzi ed ai carissimi Compaesani d’America.

Potevo dubitare del Vostro interessamento, e della generosità Vostra e dei nostri Compaesani d’America?
Questo interessamento e questa generosità sono stati di gran lunga superiori a qualsiasi aspettativa e a qualsiasi elogio. […]
La nostra riconoscenza per Voi sarà imperitura e né sarà sterile, né vana perché la deporremo ai piedi dell’Altare di Dio e della cara Madre nostra Addolorata.
E la festa a questa Madre di Dolori, che noi ci prepariamo a celebrare quest’anno con grande solennità, specie con la nuova illuminazione della facciata, che Voi si generosamente avete voluto regalarci, in sostituzione di quella rubataci dai tedeschi, sarà veramente la nostra, la Vostra festa. […]
Un segreto Vi avevo fino ad ora nascosto, per svelarvelo al suo completo avveramento, ma in questa circostanza non posso fare a meno di rivelarvelo:
Ruscio, Trivio e Rescia formeranno fra breve una Parrocchia a sé, separata da quella di Monteleone. E’ stata questa una decisione, che per il maggior bene delle anime ha preso il nostro Eccellentissimo Vescovo di Norcia, Mons. Settimio Peroni, coll’approvazione della S. Sede. Speriamo presto, quando la nostra martoriata Patria avrà ripreso il suo giusto cammino, avere anche il riconoscimento governativo. […]

Ruscio, 6 Luglio, 1946.
Affmo in Xo
SAC. SESTILIO SILVESTRI


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Mostra con le mani 2004


Nuovo successo per la ‘Mostra con le mani’, che ha allietato la giornata di festa della Madonna Addolorata. Nel giardino antistante la sede della Pro Loco, oggetti di artigianato, decoupage, ceramiche, ghirlande di fiori secchi, perline multicolori, invogliavano, rusciari e non, a guardare, contrattare ed, infine, comprare.

Piu di 500,00 euro sono stato il ricavato della vendita degli oggetti di vario genere, ai quali, poi, si sono aggiunti libri e le piccole, ma preziose, pubblicazioni curate dalla Redazione de ‘La Barrozza’.

I piu’ fortunati hanno avuto la possibilita’ di acquistare una prima edizione del libro che, oramai, e’ divenuto un ‘cult’, specialmente tra le giovani generazioni: ‘Tre metri sopra il cielo’ , chissa’ come, arrivato sui banchi di Ruscio.

Tutto il guadagno andra’ a favore della Pro Loco e delle opere che ci accingiamo a realizzare, prime tra tutte la sistemazione del Campetto, che incomincia a mostrare i suoi anni!!!

Un grazie di cuore a tutti gli espositori. Inutile dire che la manifestazione si ripetera’ anche il prossimo anno: speriamo in una sempre piu’ massiccia partecipazione di creativi: sappiamo bene che tanti sono quelli che ci sanno veramente fare. Il prossimo anno ci piacerebbe ampliarla: che ne pensate di un mercatino del baratto o di vendita di oggetti, che sono per noi, ormai, inutili, ma che potrebbero essere venduti, magari ad un prezzo simbolico? Pensiamoci, intanto, buon lavoro a tutti: l’inverno e’ lungo e tante cose si possono fare. Non fatevi pregare!

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Il nostro prosciutto
di Mario Lotti

Alcuni giorni fa, lessi sul Giornale (il quotidiano) la notizia che erano stati importati dalla Spagna pregiatissimi, buonissimi e costosissimi prosciutti, JAMON SERRANO (prosciutto di montagna), che affettati col coltello si potevano gustare ed avere nei migliori locali e alberghi a quattro stelle.

Ora, siccome sono stato moltissime volte a Madrid e in altre località spagnole, ed ho sempre mangiato questo famoso ‘jamon’, ho continuato a leggere l’articolo che spiegava come e perché fosse così prezioso: proviene da maiali neri allevati sulle colline e montagne della Spagna meridionale, condotti al pascolo, fino al mese di novembre e, poi, ingrassati con ghianda e granturco.

Fino a tutto l’anno 1940, anche mio nonno, come , del resto, tutto il paese, allevava maiali neri. Il ‘porcaro’ li conduceva al pascolo sul monte Ato, la Trogna, ecc, fino a tutt’ottobre. Poi, venivano ingrassati con le ghiande, che venivano ‘grullate’ e raccolte dalle querce ed anche con un po’ di granturco. Dopo Natale, i prosciutti ricavati venivano stagionati fino all’estate e verso agosto (quando arrivavano i mietitori) si tagliavano con il coltello e si mangiavano.

Cribbio, ma noi, così poveri, mangiavamo prosciutto così costoso?! Non ce ne eravamo mai accorti!

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Cioccolato e Sagrantino
di Alberto Perelli

Eurocholate è una manifestazione internazionale che si tiene a Perugia annualmente e che rappresenta la grande festa e vetrina del cioccolato del quale credo ben pochi possano dire di non essere ghiotti tante è vero che quest’anno gli organizzatori hanno creato “L’Isola dei Golosi” una manna dal cielo per gli amanti del cioccolato che hanno deliziato il loro palato con numerose proposte e novità.

Anche la cioccolata, come il vino del quale sono un ferreo appassionato e degustatore, ha avuto uno spazio (“Vivere il Cioccolato”) nella festa di Perugia dedicato alla degustazione.
Il “cibo degli dei”, come veniva chiamato anticamente dagli Aztechi e dai Maya nel 1000 a.c., dopo delle prime conoscenze fatte anche da Colombo, sembra che sia sbarcato in Italia nel 1606 grazie ad un commerciante fiorentino (tale Antonio Carletti); solo nove anni dopo nel resto dell'Europa. Inizialmente conosciuta come bevanda miracolosa (le si attribuivano molte qualità benefiche) dal 1700 si comincia ad apprezzare anche sotto forma di solido, venduto a pezzi e da qui nasceranno i più famosi dolci al cioccolato.

Ma torniamo e Perugia e la cioccolata.
Insieme ai simboli “storici” del nostro capoluogo (Corsi Viannini, la Fontana Maggiore, l’Arco Etrusco...) la cioccolata come meglio non si può rappresenta la citta di Perugia e la famosa azienda “Perugina”. Quest’ultima viene fondata nel novembre del 1907 con la denominazione “Società Perugina” ed inizialmente fabbricava confetti.

Già dagli anni venti il cioccolato di Perugia cominciava ad essere famoso in Italia e nel mondo tanto che lo stesso Mussolini così scriveva.....”Vi Scrivo e vi autorizzo a ripeterlo che il vostro cioccolato è veramente buonissimo.....”.

Nel corso degli anni nascono poi prodotti che hanno fatto e continuano a fare la storia della Perugina come il famosissimo Bacio che sembra fu chiamato così da Giovanni Buitoni per cambiare il nome iniziale con il quale era conosciuto.....il Cazzotto!!!!.

Cambiò anche l’immagine della scatola che deriva da un quadro di Francesco Hayez (uno dei pittori più importanti dell’800): i due innamorati che si baciano.

Dal 1997 esiste all'interno dell'Azienda (zona San Sisto), il Museo Storico Perugino, nel quale vengono esposte ricette, macchine per la produzione e filmati storici ricostruiscono l'intera storia della Perugina.

La Perugina, famosissima azienda Umbra, porta in giro per il mondo la nostra terra in abbinamento ai dolci e sopratutto alla cioccolata; andiamoci almeno una volta a vedere e.... degustare questa bellissima festa.

Ma vino e cioccolato si sposano tra di loro?

Bè non è certo facile dire di sì. Da sempre il connubio è ritenuto estremamente difficile: non impossibile però!

Vi ricordate la stupenda serata di questa estate di agosto? L’abbinamento Sagrantino di Montefalco con cioccolata fondente?...spero di sì e spero che abbiate gradito.
Ma perché l’abbinamento è così difficile? Per rispondere a questa domanda bisogna considerare che l'amaro del cioccolato, la patina untuosa che il burro di cacao lascia sulle papille gustative della lingua, la persistenza del sapore che rimane per lungo tempo, sono da considerare caratteristiche sensoriali che difficilmente si abbinano ad un vino.

In generale più è alta la percentuale di cacao nel cioccolato, più il vino deve essere aromatico, importante e persistente nel gusto che lascia in bocca.

Il vino poi deve essere necessariamente dolce; troppa acidità (pensate ad un buon bianco) contrasta con il dolce della cioccolata. Quindi? Non è facile ma diciamo che la scelta può indirizzarsi su vini passiti quale lo stesso Sagrantino ed il Recioto della Valpolicella (dal dialetto veneto "recia" –orecchia-, la parte più alta del grappolo, meglio esposta ai raggi solari e quindi più ricca di zuccheri e componenti estratti) che si abbinano perfettamente con pasticceria secca, ma in particolare con dolci che abbiano quantità moderate di cioccolato; Vini liquorosi quali il Porto oppure vini aromatizzati come un bel barolo chinato.

Per ultimo, ma non perché inferiore agli altri, l’Ala, antico liquorvino amarascato, che nasce dal desiderio del Duca Enrico di Salaparuta (Sicilia) di donare alla moglie Sonia il complemento ideale alla sua passione preferita: il cioccolato. Da provare certamente.

Alla prossima....degustazione!!!

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Sabato 7 agosto 2004
di Alberto Perelli


“La Barrozza” nel cielo stellato…
Insieme alla serata dedicata all’osservazione delle stelle organizzata dai nostri amici “Astrofili” di Rieti, abbiamo, per così dire, “improvvisato” uno splendido finale per onorare gli “astri” nel parco di Ruscio.

Da una idea nata quasi per caso prima dell’estate insieme a tutta la redazione della Barrozza ci siamo detti: “....perché non fare anche noi, come in tutta Italia, una serata sotto le stelle unendoci la degustazione di prodotti tipici umbri quali il Sagrantino?...”.

Piacque subito l’idea, che cercheremo di ripresentare il prossimo anno, e via ci siamo messi al lavoro. Il risultato finale è stato, speriamo, gradito da tutti; all’inizio c’era curiosità, quasi timore, poi piano piano si è visto l’entusiasmo di tutti gli amici di Ruscio che hanno assaggiato, anzi “degustato”, ciò che avevamo preparato: bruschette, salsicce, Sagrantino con cioccolata.

Beh i tavoli sono stati presi letteralmente d’assalto e questo, insieme alla splendida serata tracciata dalla via verso il parco “illuminata” dalle fiaccole ci hanno fatto passare insieme un bel dopo cena fino a tarda notte.

Grazie a tutti di aver partecipato sempre con lo spirito giusto che è quello di stare insieme, portando ognuno qualcosa di sé (l’organizzazione, lo spirito, la presenza, un sorriso) , in una notte meravigliosa d’agosto........



Ferragosto storico a Monteleone
di Isidoro Peroni


Alberico I Cybo Malspina
Lo scorso ferragosto su, nel centro storico del nostro comune, si è svolta una bella e storicamente inappuntabile manifestazione (peccato che quel giorno si era a pranzo con amici e parenti!).

Si è rievocato l’arrivo a Monteleone di Alberico I Cybo Malspina, risalente al XVI secolo, all’epoca della promulgazione degli Statuti di Monteleone, quando Alberico era stato nominato, dal papa Pio IV, governatore perpetuo delle Terre di Monteleone, divenute indipendenti da Spoleto e il comune poteva fregiarsi del titolo di “Res publica Montis Leonis”.

Il nostro Ruscio, allora, non esisteva se non come casali nella vallata del Corno, a sud-est della rocca, dove fervevano, più a valle, le attività delle ferriere.

L’idea della rievocazione è nata dall’Archeoambiente (meritoria associazione che come la Pro Ruscio e le altre pro-loco si propone lo sviluppo sociale, culturale ed economico delle nostre genti e del nostro territorio) rileggendo gli antichi statuti, recentemente fotografati e registrati su CD per una più facile consultazione, dove, appunto, si cita Alberico Cybo Malaspina, Marchese di Massa, Signore di Carrara, Conte di Ferentillo e perpetuo governatore della terra di Monteleone (vedi nota).

L’Archeoambiente si è messa in contatto con l’associazione Ducato di Massa, con cui si è gemellata ed ha invitato una rappresentanza del loro Corteo Storico, in costume dell’epoca.

Hanno sfilato per il borgo: Alberico, Signore di Monteleone, con Elisabetta della Rovere, sua consorte, seguiti da un corteo di dame e cavalieri, il Cardinale, la Badessa, il Crociato ed un nutrito numero di tamburini e sbandieratori in costume cinquecentesco.

Monteleone ha accolto i rappresentanti di Massa con due personaggi in costume di gala, il Podestà e l’Ufficiale del Danno Dato, con un cerimoniale di benvenuto e l’offerta di doni simbolici: la terra, l’acqua, il pane ed il farro.

L’Associazione Ducato di Massa ha donato, al comune di Monteleone, una artistica riproduzione del ritratto di Alberico Cybo Malaspina.

Poi, i personaggi del corteo, insieme al popolo di Monteleone, hanno assistito alla messa celebrata da don Camillo, in San Francesco, dove si è ripetuta la tradizionale offerta del Cero alla Chiesa, nel giorno dell’Assunta, cerimonia anch’essa descritta negli statuti del 1565.
Nel pomeriggio (anticipando un po’ l’orario, tanto che alcuni Rusciani interessati non hanno potuto assistervi), si sono svolti caratteristici giuochi in costume, quali la corsa del carretto a mano, carico di legna, per la salita del borgo e la gara di taglio con il segone di un tronco di faggio.

La rievocazione è degna del massimo elogio e ci auguriamo che sia la prima di una serie di manifestazioni storiche intese a valorizzare il nostro paese, sempre, pero’, nel rispetto dell’autenticità e veridicita’ e non all’insegna della fantasia e faciloneria.

(nota)
Alberico I Cybo Malaspina (1534 -1623) era figlio di Lorenzo Cybo e di Ricciarda Malaspina.
Il padre, Lorenzo Cybo (1500-1549), marchese di Massa e conte di Ferentillo, era il secondogenito di Franceschetto, (figlio del papa Innocenzo VIII) e di Maddalena de’ Medici (figlia di Lorenzo il Magnifico).
La madre, Ricciarda Malaspina (1519-1553), che aveva fatto decapitare il figlio Giulio, reo di aver tentato di impadronirsi con le armi del governo di Massa, lasciò in eredità al figlio Alberico la signoria di Massa e Carrara.
Alberico, Marchese di Massa dal 1548, divenne Principe del Sacro Romano Impero nel 1568 e, infine, Duca nel 1605, fu umanista e mecenate e fece costruire lo splendido palazzo Malaspina di Massa e la rocca di Carrara.
Alberico aveva sposato, in prime nozze, nel 1552, Elisabetta della Rovere, figlia del potente duca di Urbino, Francesco Maria I della Rovere e, dopo la morte di Elisabetta, sposò Donna Isabella, figlia di Ferdinando di Capua, duca di Termoli. Il fatto che unpersonaggio così noto e legato ai potenti dell’epoca sia stato, anche se per breve tempo, dal 1562 al 1565, governatore di Monteleone, denota l’importanza del nostro piccolo comune nel XVI secolo


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Album fotografico del Ferragosto Storico Monteleonese

(In esclusiva per la versione web)
di Isidoro Peroni


La preparazione dei costumi: Ersilia al lavoro

Dal codice del XVI secolo

Le insegne di Massa

Alberico ed Elisabetta

Dignitario

Dame e cavalieri in corteo

Il Cardinale

Il Crociato

Tamburini e sbandieratori

I personaggi di Monteleone: Il Podestà e l’Officiale

Doni simbolici dei Monteleonesi

I doni: l’acqua, la terra, il pane ed il farro

Gruppo di personaggi in costume

Il ritratto di Alberico donato al Comune

L’offerta del Cero alla Chiesa

Don Camillo riceve il Cero

Gare in costume

Il taglio col segone a mano di un tronco di faggio



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I Caduti di Ruscio nella II Guerra Mondiale
Cronaca della presentazione del IV Quaderno di Ruscio


Commemorazione ai Caduti, Agosto 2004
Da sinistra il past president Renato Peroni,
il presidente Vittorio Ottaviani,
il Gen. C.A. Alfonso Pessolano,
sullo sfondo il Mar. Rauco
Dopo aver ringraziato per l’opportunità di un nuovo e gradito incontro con la “deliziosa Ruscio e con i cari amici Rusciani”, il Gen. C.A. (ris) Alfonso Pessolano ha voluto innanzitutto esprimere il “suo sentito apprezzamento per i responsabili della Pro Ruscio e per il solerte attivismo e la coinvolgente effervescenza, unanimemente riconosciuti al suo Presidente, Vittorio Ottaviani”

Poi, nel presentare il Quaderno dedicato ai Caduti della Seconda Guerra Mondiale, si è così testualmente espresso:

“Ho letto più volte la pubblicazione che oggi vede la luce, perchè i Quaderni della Barrozza appartengono alla categoria di lavori (come le belle musiche, i bei films o i bei quadri) che possono – anzi debbono - essere rivisitati, in quanto, lungi dall’annoiarti, ti fanno scoprire ogni volta qualcosa di bello e di nuovo, che prima non avevi notato.

La caratteristica principale dell’opera è la sua originale impostazione, che risulta una equilibrata sintesi di dati storici e di notizie anagrafiche, di aspetti umani e di ricordi personali, di foto ufficiali e di immagini private. Il tutto felicemente ordinato in:

- una prima sezione dedicata all’inquadramento storico dell’evento di cui il Caduto è stato protagonista;
- una seconda sezione contenente la Scheda personale del Caduto, con le vicende civili e militari della sua breve esistenza, nonchè – aspetto più piacevole – la sua Nota Genealogica, utile a ricostruire una realtà rusciana, a volte, antica anche più di quattro secoli;
- una terza sezione con la storia sintetica delle unità militari nelle quali hanno servito i Caduti.

I principali pregi della pubblicazione mi sono apparsi:
- la dovizia di documentazione, che mette in luce quanto impegno sia stato profuso nella raccolta dei dati, svolta negli Archivi di Stato, negli Uffici Storici e nei Distretti Militari, negli Archivi comunali e parrocchiali e soprattutto nei documenti personali di tante famiglie rusciane;

- l’equilibrio, che è merito da ascrivere a tutti coloro che hanno collaborato a questa ricerca, ma soprattutto dei redattori e dei coordinatori. Non è, infatti, facile trattare un argomento così controverso ed ancora scottante, come l’ultima guerra mondiale, senza cadere nel trabocchetto della retorica o della passione politica. Un esempio: prima la foto di un Mussolini impettito, poi... i documenti dell’olocausto (lo sterminiodegli Ebrei), infine le foto della Liberazione, con Russi ed Americani;

- l’obiettività, che non riguarda solo l’inquadramento storico delle vicende belliche descritte con apprezzabile serenità di giudizio, ma che trova i momenti più significativi nelle citazioni delle lettere che giungevano dal fronte (disarmanti nella loro semplicità e commoventi per la loro umanità) e nelle disperate, ma composte, reazioni dei familiari, che mi hanno fatto pensare alla dignità ed alla misura dei parenti dei nostri recenti caduti in Iraq, civili e militari, anche loro morti nel consapevole compimento di un dovere;

- la rispondenza tra i contenuti dell’opera ed il sentimento di amore e di rispetto che Ruscio nutre per i suoi Caduti; amore e rispetto che meritano anche i Caduti avversari, parimenti vittime incolpevoli degli eventi che oggi abbiamo evocato e che, perciò, sarebbe ingiusto discriminare.

Il Gen. C.A. Alfonso Pessolano, presenta il IV Quaderno di Ruscio
Ciò in quanto, e mi rivolgo soprattutto ai più giovani, le guerre – di per sè – non sono nè giuste, nè sbagliate (come qualcuno tenta di far credere); esse sono solo fenomeni tragici che dovrebbero essere sempre evitati, ma che fanno parte della storia e del difficile cammino della civiltà. Tutti sappiamo, infatti, che, se, non ci fosse stata la Prima Guerra Mondiale noi non avremmo ancora un Italia unita e che, se non ci fosse stata la Seconda, non goderemmo nè del benessere nè della libertà, che oggi ci sembrano naturali, ma che dobbiamo certamente a chi si è sacrificato in nome della Patria.

Concludo con auspicio, una critica ed un invito.

Il mio auspicio è che questa serie prosegua, esaminando altri aspetti della vita rusciana del passato, e che i Quaderni possano trovare spazio anche nelle scuole, come ausilio indispensabile nello studio della nostra storia.

La critica consiste nell’aver dovuto constatare che i curatori (come essi stessi si definiscono nell’introduzione) hanno ringraziato profusamente tutti coloro che hanno partecipato al lavoro, ma non hanno trovato spazio sufficiente nè per un cenno sul loro proprio impegno nè sulle proprie qualificazioni professionali.

Perciò al fine di emendare queste manchevolezze, che spero non vengano ripetute in futuro, invito tutti a tributare un caloroso e meritato applauso soprattutto ai Dottori (Rusciani DOC) Francesco e Stefano Peroni”.

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La cerimonia di Commemorazione dei Caduti di Ruscio in tutte le guerre
(In esclusiva per la versione web)
Il programma della manifestazione

Ruscio, 22 Agosto 2004 - COMMEMORAZIONE DEI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE

Ore 10.00
Sfilamento della Bandiera della Associazione Nazionale Combattenti, dello Stendardo, delle Autorità Comunali e della popolazione, da Piazza dei Sei, al Monumento dei Caduti.

Ore 10,30
Onori ai Caduti, discorso commemorativo.

Ore 10.50
Presentazione del IV Quaderno di Ruscio: I Caduti di Ruscio nella Seconda Guerra Mondiale, a cura del Gen. C.A. Alfonso Pessolano.

A seguire
Vin d’onore

I relatori
Il past president
Renato Peroni
Il vice sindaco
Il presidente Vittorio Ottaviani


L’allocuzione del Presidente Vittorio Ottaviani

Come tradizione vuole nel giorno della festa del nostro paese ci ritroviamo ad onorare e ricordare i nostri compaesani che sono morti nei tempi passati nel corso delle guerre mondiali e non che hanno coinvolto la nostra nazione.

Ogni anno ricordiamo i nomi dei caduti scritti su quella lapide, ogni anno ci commuoviamo nel sentire l’inno nazionale, la canzone del Piave, mentre il tricolore sale alto sul pennone. Un rito ormai consumato negli anni, eppure sempre nuovo, a cui tutti indistintamente partecipiamo: un rito che si svolge in tutti i paesi della nostra Valnerina quando nel giorno di festa ,ci si ferma un attimo per ricordare chi non è più tra noi, chi ha sacrificato la propria giovane vita per la patria da costruire, da realizzare da difendere.

Giovani contadini tolti alle loro famiglie ed alla loro terra e mandati a combattere su fronti lontani dove hanno trovato la morte. Non siamo qui per osannare o deprecare quegli eventi sicuramente più grandi di noi, che la nostra nazione per ragioni storiche ha vissuto. Alla storia ed agli storici il giudizio! Per noi conta il giudizio del cuore, il sentimento di rispetto nei confronti di giovani vite stroncate nel fiore degli anni.

Con lo stesso sentimento salutiamo le autorità civili e militari che hanno voluto onorare e sottolineare con la loro presenza il valore di questa semplice ma sentita nostra cerimonia.

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Spigolando tra i ricordi di Maria


Dai ricordi di Maria Marchigiani, pubblichiamo la nota nella quale sono elencati, con precisione certosina, gli oggetti che erano contenuti nella cassa nuziale, portata in dote da sua madrem, Agata Vannozzi in Marchegiani.

In nome di Dio, così sia
Nota della cassa di Agata Vannozzi in Marchegiani

- Panno 11 rotoli tra liscio, spina e tomboletto
- Un paio di lenzuoli
- Un paio di foderette fine
- 12 camicie di panno rotolate
- 15 camicie tra cucite e da finire
- 12 asciugamani fini e grezzi
- 8 paia di foderette fine e grezze
- una canna di fustagna
- 7 sottane colorate e di lana
- 3 abiti d’inverno
- 14 tra cotone percalle
- una mezza seta senza cucire
- 10 polacche tra cucite e senza cucire
- 20 zinali
- 6 fazzoletti grandi, 3 d’estate e 3 d’inverno
- 5 piccoli di casmirre
- 1 mantella di lana
- 5 busti
- 1 scialla di seta
- 35 paia di calzette
- 2 pezze di seta una bianca e una da tinge
- 3 paia di orecchini compreso un pendente
- una corona con crocifisso e piastra d’argento
- 30 £ di mancia
- 60 scudi messi alla posta con libretto
- la sua dote di padre e di madre

Monteleone di Spoleto, 1° agosto 1909

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Non solo veline, sui calendari
Nel calendario del 2004 - realizzato dall’IPGRI (Istituto Internazionale per le Risorse Citogenetiche) per festeggiare i suoi 30 anni di attivita’ nell’ambito dello sfruttamento delle potenzialita’ della diversita’ citogenetica del pianeta, per alleviare la poverta’ e la fame del mondo, nel rispetto dell’ambiente - non troverete foto patinate di veline o modelle, bensi’ volti di uomini e donne, che dell’amore per il proprio lavoro e la loro terra, hanno fatto un modello di vita. Tra questi, per il mese di Luglio, potrete trovare una bellissima foto del nostro Renato Cicchetti!!

Nella didascalia leggiamo ‘Egli coltiva il farro proprio come facevano suo padre e suo nonno, e come faranno i suoi figli. Dice che la sua famiglia ha sempre coltivato il farro, in una catena ininterrotta, che risale fino all’impero romano, benche’ l’unica prova documentale che possa addurre, sia un reclamo ufficiale del 1813, con cui, un suo antenato, lamentava l’invasione di una mandria di mucche, sfuggite ai vicini, in un suo campo appena seminato.’

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www.proruscio.it


Il nostro sito raccoglie unanimi consensi e vanta gia’ maldestri tentativi di imitazione (!!). E’ da poco attiva la funzione di iscrizione on-line alla mailing list di distribuzione della newslewtter, che, rinnovata nella grafica, vi permettera’ di ricevere, oltre che informazioni aggiornate, anche l’ultimo numero de ‘La Barrozza’, corredato da ulteriori foto ed immagini inedite. Il sito, infatti, accogliera’ l’archivio di tutti i numeri del nostro notiziario, usciti alle stampe, permettendo la diffusione e consultazione di tutto il nostro ormai cospicuo, patrimonio informativo. VISITATECI!!!

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Il ritorno della biga?
di Rita Marchetti


La Biga: particolare (di Rino Polito)
La biga a Colle del Capitano dove più di mille anni fa rivide la luce: sarebbe un sogno! Provate ad immaginare cosa significherebbe se questo dovesse accadere! Utopia? Chissà, forse, ma chi più di noi dovrebbe sentirsi autorizzato a crederci? Sicuramente lo sta facendo il sindaco Nando Durastanti, che ha scelto di non lasciare nulla di intentato e, dopo più di un secolo, ha deciso di inoltrare un'azione legale per poterla avere indietro.

E’ stato così che, il 4 dicembre scorso, si sono riuniti a Monteleone molti sindaci dell’Umbria per dare il proprio sostegno all’iniziativa. Più di quaranta fasce tricolori, oltre all’adesione di tutti gli altri comuni attraverso la formalizzazione di atti delle rispettive giunte. Erano presenti anche rappresentanti della Provincia e della Regione, insieme al presidente dell’Anci, Catiuscia Marini: tutta l’Umbria, dunque, insieme per la nostra Biga.

Si tratta di un risultato importante che ha messo d’accordo davvero tutti, centrodestra e centrosinistra, e che sta facendo avere grossa risonanza su tutta i media locali, giornali e tg regionali, oltre che su alcuni organi di stampa a risonanza nazionale ed internazionale: La Repubblica e l’agenzia di stampa internazionale Associated Press.

Ma vediamo quali sono i termini della vicenda. Nel 1903, mercanti fiorentini portarono la nostra biga via nave, scomposta in pezzi e nascosta in barili di cereali, a New York. Naturalmente, se si trattò di un’azione illegale sarà la giustizia a stabilirlo, ma tutto può succedere. Dal momento che sembra non esistere alcun atto formale, in grado di provare la regolare compravendita della "Biga di Monteleone" da parte del Metropolitan Museum, il sindaco ha già chiesto l'aiuto del Ministero dei beni culturali e degli affari esteri. A testimoniare questo ci sarebbero alcuni documenti, tra i quali, un atto parlamentare della Camera dei Deputati datato 16 febbraio 1904.

E’ arrivata, intanto, proprio in questi giorni, una prima risposta da parte del Metropolitan, che ha espresso l’intenzione di contrattare, in cambio della rinuncia ad avanzare qualsiasi tipo di pretesa. Il “compenso” per interrompere l’azione legale è davvero irrisorio, ma se anche la risposta non sembra soddisfacente, si tratta comunque di una risposta. Staremo a vedere che succederà. Magari continuando a parlare di questa vicenda qualcuno potrebbe chiedersi come mai un oggetto di tale valore sia stato ritrovato proprio a Monteleone? Cos’era Monteleone all’epoca?

Non sono fantasie dal momento che l’associazione ArcheoAmbiente, nata proprio con l’intento di studiare la storia del nostro paese, è riuscita a promuovere in questi anni più di uno scavo in collaborazione con la Sovrintendenza. E le iniziative hanno dato i loro frutti.

Tuttavia i progetti si sono ripetutamente bloccati ed il motivo è stato sempre lo stesso: la mancanza di fondi.
Forse tutta questa attenzione sul nostro comune, sia a livello regionale che nazionale, potrebbe servire per riattivare queste iniziative. E questo sarebbe già un risultato enorme.

Tornando indietro nel corso degli anni vediamo come più volte si è pensato ad iniziative a favore di un ritorno, seppur temporaneo della Biga. Alla fine degli anni Ottanta, ad esempio, era andato in porto un progetto della Regione dell’Umbria, “Umbria ed Etruschi”, che prevedeva un viaggio per i diversi musei nel mondo a partire dai Musei Vaticani, per arrivare a Cracovia, Leningrado, New York e Berlino. Naturalmente, nella tappa al Metropolitan Museum, grande attenzione era stata dedicata proprio al nostro “tesoro”. Fu un’emozione fortissima per chi ebbe il privilegio di osservarla direttamente, così come ci ha raccontato l’allora assessore regionale alla cultura, Pierluigi Mingarelli, ora segretario territoriale dei DS.

Il progetto prevedeva, inoltre, il ritorno di queste opere di origine umbra in Italia, almeno per un certo periodo di tempo. Purtroppo, poi, questo non accadde per colpa di scelte diverse o forse perché non ci furono più finanziamenti. Un’occasione mancata senza dubbio.

Cosa succederà ora? Solo il tempo potrà dirlo e sicuramente quando la nostra Barrozza sarà andata in stampa altre vicende si saranno sommate a quelle che vi stiamo raccontando. Ma non dimentichiamo che Davide sconfisse Golia! Perché un piccolo comune dell’Umbria non dovrebbe farcela contro la grande metropoli?

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Atto parlamentare della Camera dei Deputati datato 16 febbraio 1904
(in esclusiva per la versione web)


Approfondimento

L’atto narra precisamente l’avvenimento e ne traccia il percorso , ci racconta di un epoca con ancora poca attenzione alla cultura e con un Ministero dell'Istruzione disorganizzato e povero di mezzi ; in più passi si leggono i commenti dell’allora Sotto-Segretario di Stato per l’istruzione pubblica On. Pinchia e del Deputato Barnabei che aveva promosso l'interrogazione ,ne riportiamo alcuni passi significativi:

Pinchia -“ Avvenne precisamente questo fatto che, per il mancato avviso di un ispettore onorario, il quale fu immediatamente licenziato, il Ministero della pubblica istruzione fu in ritardo avvertito del trafugamento di questo oggetto d’arte. Non si mancò di disporre per la rigorosa ricerca, soprattutto qui a Roma , presso coloro che si dubitava fossero i depositari di questo oggetto d’arte;ma ciò non ostante la Biga si valse di quelle famose ruote, alte 50 centimetri, che eran ben descritte come refurtiva, e andò a PARIGI, dove fu venduta, credo, per il prezzo di 300 mila lire.-“

“on. Bernabei .250 mila lire”.

Pinchia.Tanto meglio per chi l’ha comprata…ed ora si trova a New Kork. Non c’è assolutamente da dir nulla sulla condotta del Governo. Tutto fu disposto per le minuziose ricerche e per la più attiva sorveglianza alla frontiera, ma disgraziatamente, come ho detto, l’avviso del trafugamento era pervenuto con troppo ritardo. Era d’altronde colà anche più difficile che altrove l’esercitare una sorveglianza efficace, in quanto che l’onorevole Barnabei mi insegna che in quella regione in ogni momento vengono fuori oggetti d’arte e tutti praticano più o meno questa industria. Accade anche questo che, accanto alla industria degli scavi fiorisce l’industria delle imitazioni, per cui tante volte le autorità preposte a questa vigilanza per mancanza di competenza (ed è naturale, perché non si può esigere che i delegati di pubblica sicurezza abbiano conoscenze archeologiche) scambiano gli oggetti d’arte imitati con i veri, di modo che i veri oggetti d’arte molto sovente possono passare la frontiera inosservati…..omissis….

“Barnabei…..-E così è avvenuto ora che ho dovuto parlare della Biga di Norcia. non ne avrei parlato se l’altro giorno, quando presentai l’interrogazione, non mi fosse giunto il giornale americano dove è stato pubblicato e rappresentato questo meraviglioso oggetto d’arte arcaica-greca, scoperto presso norcia, e venduto in America per 250 mila lire. Questo giornale mi fu mandato con un specie di intimidazione che diceva: ma come! Innanzi a questi fatti così eloquenti voi altri continuate a stare zitti ?.......omissis…Ricordo con vera compiacenza la fortuna che ebbi una volta di conferire sopra questioni di antichità con un uomo sommo, con Gladstone, che pure di questi temi con grande autorità poteva parlare. Discorrendo egli sull’importanza dell’arte greca primitiv, usò parole amarissime contro i Governi d’Europa; e disse che costituiva una vergogna per essi il fatto di aver lasciato che sculture di Cipro fossero mandate in america. Ebbene, o Signori, il conservare tra noi la Biga di Monteleone aveva un’importanza anche maggiore. E pensare che fu pagata solo 700 o 800 lire al povero infelice che la scopri.

Di seguito si scopre tutto il rammarico dell’onorevole Barnabei che non manca di accennare alla mancanza di senso civico ed all’onesta dei comportamenti :
“Se l’Amministrazione avesse fatto il proprio dovere, non sarebbe stata defraudata la povera gente , ne noi saremmo stati defraudati nella tutela dei nostri diritti.Perocchè è singolare questo pervertimento del senso comune !Nessuno ha il minimo pensiero di compassione per il povero scopritore dell’opera antica, se gli fu pagata un prezzo derisorio da chi arrivò primo a comprarla. Invece tutti i giudizi favorevoli del mondo sono per colui che vi fece larghissimi guadagni , frodando la legge, e speculando sulla decantata nostra miseria, sulla nostra ignoranza e cose simili. E così noi dobbiamo rassegnarci ad essere defraudati, e dobbiamo sopportare che la roba nostra ci sia sottratta…omissis”

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A Ruscio non solo farro e lenticchie
di Renato Peroni


Il processo di industrializzazione, in un paese prevalentemente agricolo, come Ruscio, è un fenomeno che andrebbe approfondito, per evidenziare il valore “pionieristico” di quanti hanno avuto il coraggio di uscire, e’ proprio il caso di dirlo, dal seminato e affrontare un nuovo lavoro, avulso dal contesto delle attività tradizionali di Ruscio.

Mi riferisco alla capacità dimostrata dalla famiglia Agabiti, in primis da Domenico Antonio e dai suoi figli Fabio ed Enzo.

Certamente, se ritorno con la memoria al primo “gippone” di “‘Mintonto”, che ha attraversato le polverose strade di Ruscio, salendo su impervi tratturi montuosi, pieni di buche e sassi, fino ad allora usati dai muli, trasportando legna da ardere e carbone vegetale, dai boschi all’imposto per essere spediti alle grandi città, e vedo ora il passaggio dei modernissimi mezzi degli Agabiti (camion giganteschi e ruspe potentissime) ed osservo all’opera le moderne attrezzature per la lavorazione in cava del materiale (nastri trasportatori, frantoi e apparecchiature per la separazione del lavorato), non posso che congratularmi per l’enorme salto di qualità fatto ed incitare ad andare sempre più avanti.

Ma ancor di più, secondo me, di un semplice miglioramento di mezzi e di strumenti hanno operato i fratelli Agabiti: hanno riscoperto e di nuovo introdotto, in una piccola frazione agricola come Ruscio, il concetto di impresa industriale, dotandosi di apparecchiature complesse e di elevata potenza e capacità per la trasformazione e selezione del materiale inerte, prelevato, ovviamente con regolare autorizzazione, dal fiume Corno, per generare sassi e graniglia richiesta da tutta Italia, per l’abbellimento di strade e piazze.

E con la loro attività sulla cava hanno contribuito a valorizzare le risorse del territorio, come nel passato era già accaduto per la miniera di lignite e, in tempi ancor più remoti, per la lavorazione del ferro in località ponte delle Ferriere.

Speriamo che tutte le traversie subite da questi intraprendenti imprenditori di Ruscio, per la individuazione di una località idonea all’insediamento delle loro complesse attrezzature, siano superate e sia stata avviata la soluzione.

E’ ora che, anche nel loro paese, a Ruscio, i due fratelli Agabiti vedano riconosciute quelle indubbie capacità che, di recente e meritatamente, gli sono state riconosciute dalle organizzazioni degli industriali del settore.

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Notizie dal Municipio



Continua, grazie al contributo del Segretario Comunale, Avv. Augusto Pantaloni, la rubrica destinata ad informare sulle nuove iniziative del Comune di Monteleone.
Telefono Municipio 0743/70421


"Telecentro": a breve si rendera’ pienamente operativo, con l'attivazione di sessioni di videoconferenza con altre postazioni attive presso altri luoghi pubblici della regione Umbria.

Orari di funzionamento degli uffici: dalle h. 8,00 alle 14,00 dal lunedì al venerdì con l'eccezione dell'ufficio anagrafe, stato civile e protocollo che rimane aperto anche il sabato mattina (8,00 - 14,00)

Ricevimento della cittadinanza: differenziato a seconda dell'ufficio: Ufficio tecnico: martedì e giovedì dalle h. 10,00 alle h. 12,00 - Sportello Unico dell'Edilizia: martedì e giovedì h. 12,00 - 14,00 - Ufficio anagrafe: tutti i giorni dalle h. 10,00 alle 12,00.

Scadenze: Entro il 20 dicembre scade il termine per effettuare il versamento della seconda rata dell'ICI.

Accertamento ICI: Diversi contribuenti riceveranno a breve (entro la fine dell'anno) una raccomandata contenente gli avvisi di accertamento ICI per gli anni passati (1998-1999-2000-2001). Gli interessati sono pregati -prima di rivolgersi all'ufficio tributi di questo ente - a raccogliere tutta la documentazione in loro possesso, relativamente all'anno in cui gli viene contestato un omesso od errato pagamento e, se si sono avvalsi dell'assistenza di terzi per la compilazione dei bollettini (Centri di Assistenza Fiscale, Geom., Commercialisti), a richiedere nuovamente la loro assistenza.

Tariffa Acqua e Fognatura: La Regione Umbria, considerati i numerosi reclami pervenuti da parte dei non residenti nel Comune di Monteleone, ha invitato la Valle Umbra Servizi, di procedere al rimborso della quota fissa erroneamente fatturata (essendo equiparata la tariffa dei residenti e non residenti per l’anno 2003, come da protocollo di intesa sottoscritto), o al conguaglio con la prossima fatturazione a favore di tutti i non residenti nel Comune.

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Notizie dal Parco
di Guerino Perelli



Possiamo certamente affermare che, l’estate appena trascorsa, e’ stata determinante per il miglioramento del nostro amato Parco. Grazie alla collaborazione di Alessio e Attilio Allegretti e alla lungimiranza del Consorzio dei Possidenti di Monteleone, le pietre da costruzione, depositate lungo il terreno, sono state spostate, potendo guadagnare, cosi’, una ulteriore fetta di prato.

Inoltre, grazie all’amore per il proprio paese dei fratelli Enzo e Fabio Agabiti, amore certo malripagato in molte occasioni, abbiamo potuto riempire le buche e gli avvallamenti presenti nella zona, ancora non perfettamente inerbita, con terra di ottima qualita’.

A seguito dell’inventario condotto durante l’estate, sono state contate 110 piante, in gran parte aceri e tigli. Solo una dozzina, che non ha ben attecchito, sara’ sostituita prima della primavera. Ogni pianta, appena messa a dimora, e’ stata assegnata ad un bambino, il cui nome e’ riportato nella apposita targhetta di legno, che, deterioratasi nel corso del tempo, e’ stata sostituita con una nuova, realizzata dall’artista Omero Marchetti. Altri amici hanno provveduto ad innaffiare, potare, pulire gli alberi, mentre un cospicuo numero di bambini ha eliminato i sassi dal prato.

Della meridiana di Isidoro abbiamo piu’ poeticamente scritto in questo numero. Si invitano i genitori, che non avessero ancora un albero intestato al loro bambino, di farne richiesta ai Consiglieri incaricati.

Che dire di piu’? Prima Ruscio non aveva una “passeggiata”, ora si!

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Campetto: lavori in corso

il segretario


Come relazionato nella assemblea dei soci dello scorso agosto, i lavori di ripristino ed ampliamento della struttura del campo da tennis e pallavolo, inizieranno nel corso dei prossimi mesi. Questo ritardo, dovuto a cause di forza maggiore, ci ha permesso, pero’, di accantonare l’importo di 5.100,00 euro. La spesa prevista, per i lavori minimali ed indispensabili, e’ di circa 10.000,00 euro, dunque, siamo a meta’ dell’opera.

Tale differenza verra’ recuperata nel corso del prossimo esercizio. Nel ringraziare i Soci ed amici che hanno gia’ contribuito, ripetiamo l’invito a tutti gli altri, che potranno versare la loro offerta anche tramite l’allegato bollettino di cc postale, indicando nella causale di versamento “Contributo lavori campetto”.

Grazie ai Sigg.ri Agabiti Silvano; Allegretti Attilio; Angelini Maddalena; Anghetti Gaetano; Anonimo; Antonelli Andrea; Baiocco Dante; Barra Giuseppe; Belli Velia; C.A., Cicchetti Nena; Cioccolini Marco; Colagrossi Sergio; Colapicchioni Angelo; Colapicchioni Luciano; Colapicchioni Marco; Colapicchioni Mario; D'amico Domenico; De Bernardini; De Laurentis Riccardo; Dezzi Fernanda; Di Cesare Claudio; Di Cesare Sergio; Di Domenico Natalino; Di Pasquale Fabio; Dolci Isa; Vannozzi Donatella; Alfonsi Renato; Alfonsi Luigi; Ferracci Enrico; G.T., Fioravanti Stefano; Franco Carlo, Peroni Angela; Ghersi Pierino, Ghersi Paolo; Giovannetti Antonietta; Lotti Elena; Lotti Mario; Lotti Virginia; Massi Raffaele; Meazza Giuseppe; Micozzi Carla; Occhiuzzo Sergio; Ottaviani Vittorio; Perelli Guerino; Peroni Renato, Peroni Francesco, Peroni Stefano, Perelli Marco; Perelli Romina; Perleonardi Giovanna; Peroni Carlo; Peroni Corrado; Peroni Mario; Pesco Attilio; Pieralice Enrico; Pieralice Giuliana; Piermarini Pietro; Pisani Marco; Pochini Luciano; Reali Aldo; Reali Francesco; Reali Paola; Salamandra Antoniono; Sale Gabriella; Salvatori Pietro; Vannozzi Alfredo; Vannozzi Giuseppina; Vannozzi Maria Rita; Vannozzi Mario; Vannozzi Pierpaolo, Olivetti Simona; Vannozzi Riccardo; Vichi Renzo; Zaralli Onia; che hanno generosamente accolto il nostro invito, con una offerta “una tantum”.

(dati ed importi aggiornati alla data contabile del 01/12/2004)

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Ruscio in pillole


Festa di carnevale
Come ogni anno, presso l’hotel Selene di Pomezia, il giorno 6 febbraio 2005, ci incontreremo per festeggiare insieme il Carnevale. Per prenotazioni ed informazioni rivolgersi al Consigliere Guerino Perelli (06/9192662).

Un riconoscente ringraziamento, da tutta la comunita’ di Ruscio, a Ippolito Di Biagio, mastro sellaio di Monteleone, che ha realizzato gratuitamente una bellissima imbracatura in cuoio, per agevolare il crocifero (Santino), nel proprio pesante compito, durante l’ormai tradizionale Processione del Venerdi’, precedente la Festa della Madonna Addolorata, alla grande Croce del colle del Castellaccio.

Un caloroso benvenuto ai nuovi soci:
Agabiti Samuele, Cicchetti Raffaela, Della Rocca Anna, Grossi Stefano, Micozzi Carla, Perelli Alberto, Perelli Annarita, Pessolano Felicita

Quote di iscrizione 2005
Sono in riscossione le Quote Associative per l’anno 2005 (26,00 euro). che si possono effettuare o tramite l’accluso bollettino di cc postale (16772063) o mediante bonifico bancario (Abi 05704, Cab 38550, n° conto corrente 64001206, intestato Pro Loco di Ruscio). E’ possibile effettuare anche un unico versamento per piu’ soci; in questo caso specificare i nominativi nella causale di versamento.

Grazie di cuore ai Cyberamanuensi:
Federica Reali; Roberto De Bernardini; Andrea Fusco; Olga Mannarino; Elisa Carmignani

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La Redazione


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