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IL PAESAGGIO


La Valnerina occupa il settore sud-orientale appenninico della regione, al confine con Marche e Lazio. Il suo e' un territorio essenzialmente montuoso, definito da un'alternanza di dorsali, valli fluviali per lo piu' strette e incassate, e conche intermontane originate per sprofondamento tettonico.
L'area comprende l'estremita' meridionale dei Monti Sibillini, con il Vettore (m. 2476), i Piani di Castelluccio, la dorsale M. Morione-Monte Palino-Monte Ventosola; altri massicci importanti sono M. Coscerno-M. Aspra, M. Cavogna-M.l'Aspro, i rilievi a S di Cascia e Norcia, da M. Meraviglia a M. Pizzuto e M. Utero. Il fiume Nera che nasce nelle Marche a Castelsantangelo ed entra in Umbria subito a valle di Visso, scorre da NE a SO ricevendo le acque del Campiano, del Sordo e del Corno, del Vigi. Altri corsi d'acqua sono definiti da un regime torrentizio, legato alle precipitazioni e all'alta permeabilta' dei suoli; il substrato e' infatti calcareo con prevalenza di formazioni del Mesozoico quali la scaglia rossa ed i calcari rupestre e massiccio. Anche i fenomeni carsici sono di conseguenza diffusi: molte aree sono interessate dalla presenza di doline, e al Pian Grande di Castelluccio le acque del bacino sono convogliate in un inghiottitoio.
Il paesaggio vegetale della Valnerina risente delle profonde modificazioni operate dall'uomo nel corso dei secoli, in particolare il il disboscamento di vaste superfici per la creazione di pascoli e colture. In origina, fino al limite della vegetazione arborea, intorno ai 1800 m. s.l.m, ovunque erano foreste. Oggi estese praterie occupano le cime arrotondate dei rilievi, mentre le fasce di fondovalle, i piani intermontani, ed i dintorni dei centri abitati sono coltivati, in genere con graminacee e leguminose. Ciononostante le sponde di fiumi e torrenti sono spesso fiancheggiate da densa vegetazione ripariale a salici e ontano nero, cui si accompagnano i pioppi nero e bianco. I ripidi versanti dell valli ospitano boschi di caducifoglie submontane come carpino nero, ornello e roverella, sostituite in alcuni punti dal leccio, che colonizza anche rupi e pareti rocciose; non di rado a quest'ultimo e' associato l'autoctono pino d'Aleppo. Il piano montano, sopra i 100 metri, e' rappresentato dal faggio; i suoi boschi, in genere monospecifici, con acero napoletano e maggiociondolo a fare da specie compagne, presentano considerevoli estensioni di alto fusto;mentre i terreni piu' acidi a cavallo tra i due piani sono occupati dalle cerrete. Sopra ai boschi, le praterie sono ancora oggi interessate da intenso pascolamento, soprattutto ovino. Esse sono costituite in prevalenza da formazioni erbacee di natura xerica, di ambienti e terreni aridi e poveri, e da prati-pascoli. Oltre alla genziana maggiore, ai gigli rosso e martagone, alla peonia, al tulipano selvatico, alla endemica viola di Eugenia, e a numerose altre specie altrove poco diffuse, si annoverano presenze assai rare come la stella alpina dell'Appennino sui Monti Sibillini e la fritillaria dell'Orsini. Sul M. Coscerno e' una stazione di mirtillo nero, e tra le rupi calcaree vegeta localizzata, l'Hephedra nebrodiensis. Per quanto riguarda la fauna, questo e' il settore umbro con la piu'alta concentrazione di specie rare.
Tra i carnivori si ricordano il lupo, unico sopravvissuto dei grandi predatori, il gatto selvatico e la martora, oltre ai piu' comuni volpe, faina, donnole, tasso; le ultime segnalazioni di lontra lungo le sponde del Nera risalgono ai primi anni 70. Passando agli uccelli da preda, l'aquila reale e' di casa in Valnerina; risultano inoltre nidificanti il falco pellegrino, il lanario e l'astore, frequenti gheppio, sparviero e poiana. Dei notturni spicca il gufo reale, insieme a gufo comune, allocco, civetta e barbagianni. Anche i consumatori primari sono per gran parte rappresentati da taglie medio piccole; estinti cervo e capriolo, di cui e'auspicabile la reintroduzione, l'unico ungulato presente e' il cinghiale di razza centroeuropea di introduzione recente. La lepre e numerosi roditori, dal topo selvatico al quercino, allo scoiattolo, alle varie arvicole, fino all'istrice, sono diffusi un po' ovunque, cosi' come lo sono gli insettivori talpa, riccio e toporagno comune. Molte specie di uccelli frequentano l'area, siano esse nidificanti, solo svernanti o di passo; oltre a quelle menzionate altre sono degne di nota come la rara coturnice appenninica, i gracchi alpino e corallino, localizzati sui Monti Sibillini, il picchio muraiolo, legato anch'esso alle formazioni rocciose, il merlo acquaiolo lungo i corsi d'acqua. Inoltre colombaccio, tordo, bottaccio e tordela con gli immancabili picchio verde e rosso maggiore, nidificano regolarmente nei boschi, e fringuello alpino e spioncello sulle praterie montane dove il merlo dal collare e' solito passare la stagione fredda. Alcuni rappresentanti della fauna "minore", infine, per rarita' propria o causata dall'uomo, concorrono a nobilitare maggiormente la qualita' del popolamento animale della Valnerina; fra essi l'endemica vipera dell'Orsini e la salamandrina dagli occhiali, oltre alla trota fario e al gambero di fiume. Appena al di la della cresta che divide Umbria e Marche, nelle gelide acque del lago di Pilato sul M. Vettore, vive l'ospite forse piu' prezioso: il Chirocefalo del Marchesini, un piccolo crostaceo unico al mondo.