Adolfo Morini, tra storia e archeologia
La Barrozza - Natale 2020 - anno XXIX n. 3
Scritto da Stefano Vannozzi   

Il contributo dello storico casciano a Monteleone di Spoleto

Negli ultimi anni ho notato e raccolto in rete una persistente messa in vendita di cartoline postali e buste lettera indirizzate al notaio casciano Adolfo Morini (1), proveniente da un probabile disciolto archivio privato. La cosa ha solleticato non poco il mio interesse, soprattutto perché sulla figura del Morini ancora molto è da studiare e scrivere.

Ho dunque incentrato la mia attenzione sulla sua voluminosa attività intorno al territorio e alla storia antica e medioevale di Monteleone di Spoleto, perché dallo studio dei suoi scritti inediti, per quanto datati, si ricavano notizie e dati da ritenersi fondamentali ancora oggi per la storia monteleonese.




 

Adolfo Morini (Cascia, 11.12.1875 - ivi, 12.08.1950), figlio dell’avvocato Raffaele e di Filomena Paoloni, rappresenta un’eclettica figura di storico e ricercatore locale, con ruoli e titoli molteplici: Cavaliere della Corona d’Italia, Regio Ispettore onorario per gli scavi, monumenti e oggetti d’arte del Comune di Cascia, consigliere comunale, scrittore, giornalista e membro della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria.

 

Come scrive il nipote Gian Paolo Papi appena “dopo il ginnasio il padre lo indirizza agli studi legali per proseguire una consolidata tradizione familiare, ma la sua innata natura verso le antichità emerge già chiara durante i primi anni dell’Università”. A soli 19 anni, nel 1894, pubblica a Camerino “Note istoriche del comune di Poggiodomo (…)”, che gli vale una medaglia d’oro con dedica, su iniziativa di quel Consiglio comunale del quale entrerà presto a far parte. Durante gli studi presso l’Università della Sapienza a Roma, nel 1896, dà alle stampe “Cursula: Ricerche giovanili”, sulle origini di Cascia.

Nel 1900 consegue la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Camerino e l’anno seguente ottiene il diploma di notaio all’Università di Perugia e il decreto di nomina che gli permette di iniziare una brillante carriera, anche se i suoi interessi principali e la sua passione sono sempre rivolti all’arte e alla storia del territorio, in primis della sua amata città natale.

La prima sede di lavoro che ricopre come notaio è Monteleone di Spoleto, dove risiede stabilmente dal 1902 al 1907. Nel frattempo nel 1905 sposa Teresa, figlia del chimico farmacista locale Vincenzo Chimenti e di Tomassina Cionci, dalla quale avrà quattro figli. Con Regio decreto del 25 luglio 1907, lascia la residenza monteleonese per Cascia, dove prende il posto del notaio uscente Ernesto Lanzi. Con ulteriore Regio decreto del 17 luglio 1908 “Morini Adolfo, notaro in Cascia, è nominato conservatore e tesoriere di quell'archivio notarile mandamentale coll'annuo stipendio di L. 250”. Non dimentico dei doveri verso la sua numerosa famiglia, coniuga felicemente la sua professione di notaio e di procuratore legale con l'attività di ricercatore, avvantaggiato inoltre dalla possibilità nell’archivio mandamentale di inventariare e studiare pergamene e documenti storici di prima mano.

 

 

Dal 1910 al 1933 (alcune fonti scrivono 1925) ricopre la carica di R. Ispettore Onorario dei Monumenti e Scavi per il mandamento di Cascia, svolgendo il suo ruolo con grande onestà. È costretto a dimettersi a seguito di tristi vicende e false accuse, mossegli dopo essersi opposto al tentativo di vendita da parte del commissario prefettizio di parte dei reperti del museo per risanare i bilanci comunali, nonché aver scoperto un trafugamento di opere d’arte. 

Ingiustamente accusato di svolgere attività politica in contrasto con le direttive del Governo, è fatto oggetto di ingiurie e intimidazioni. L’amico Francesco Briganti scrive che “Il Morini, nella sua coscienza integra e nella sua indipendenza morale e intellettuale, non aveva creduto necessario di ricevere la tessera fascista; per cui ispettore non fu riconfermato, rimanendo isolato, trascurato e cancellato perfino da socio della Deputazione di Storia Patria”. Tardivamente riabilitato, dopo un lungo oblio della comunità civile e scientifica per fatti mai commessi, nel 1946 il Morini torna a far parte della Deputazione e nel 1948 riottiene la nomina di ispettore. Negli ultimi anni di vita, a seguito dell’incarico di insegnamento come professore di lettere presso l'istituto industriale Terni, vi si trasferisce con la sua famiglia, continuando ogni sabato e domenica a esercitare la professione di notaio a Cascia. 

Nel frattempo diventa autore d’innumerevoli saggi, monografie, articoli, pubblicazioni e interventi a carattere culturale, storico, artistico e archeologico su Cascia e il territorio circostante (non basterebbe un volume per ricordarne i meriti).

Morini alla fine dei suoi giorni, non senza un dispiacere verso il paese natio, dona il suo ricco archivio privato e la sua raccolta bibliografica composta di circa 2.000 volumi (di cui ben 542 antichi) e di un prezioso archivio di fotografie e documenti riguardanti Cascia e l'Alta Valnerina al Comune di Perugia, la città che sempre lo aveva aiutato nella sua opera. L’archivista Gianluca D’elia Accica, che si è occupato dello studio e catalogazione, scrive che “Il fondo del notaio Adolfo Morini, mantenuto in buono stato dal figlio Vincenzo, è stato conservato fino al 1984 nella casa disabitata di Adolfo, insieme alla biblioteca del farmacista Vincenzo Chimenti (nonno materno di Vincenzo). 

Successivamente è pervenuto, sotto forma di donazione, al Comune di Perugia ed è oggi custodito presso la Biblioteca comunale Augusta. Dopo il trasferimento del materiale a Perugia, i familiari hanno rinvenuto altre carte appartenenti ad Adolfo, che sono state acquistate prima da un privato, poi, nel 1988, dalle suore del monastero di Santa Rita di Cascia, dove ancora oggi sono conservate (2). La documentazione custodita a Perugia è stata dichiarata di notevole interesse storico il 12 marzo 1981. Al momento della notifica il fondo risultava costituito da 29 buste; con una successiva sistemazione le carte sono state condizionate in 46 raccoglitori. Le volontà testamentarie di Adolfo Morini parlano esplicitamente della donazione alla Biblioteca comunale Augusta, luogo particolarmente caro al notaio casciano. La documentazione posseduta rispettivamente dal privato, dalle suore del monastero ed anche un cospicuo nucleo fotografico Morini presso la Biblioteca comunale di Cascia sono attualmente (2013 ndr) al vaglio della Soprintendenza”.


 

Per quanto riguarda Monteleone di Spoleto ricordo al lettore che Morini fu il primo a indagare sulla vicenda della biga già dall’estate del 1902 e a darne pubblica notizia in anteprima, anche se dalla lettura della descrizione della biga si comprende che egli non ebbe modo di vedere il manufatto di persona. Il ruolo di Regio notaio a Monteleone, carica che comporta il domicilio stabile nel paese, gli permette di venire quasi subito a conoscenza delle voci che circolano intorno all’esistenza e al ritrovamento di un presunto cisium romano (un calesse a due ruote di piccole dimensioni). Anzi, proprio per non destare sospetti, come lui stesso racconta, raccoglie informazioni: “In quei tempi vivevo continuamente a Monteleone raccogliendo minuziosi particolari contestai che la biga era di Norcia, e raccolsi notizie soprattutto tramite il maestro di scuola”. Il suo principale interlocutore è il maestro elementare Lorenzo Chimenti di Monteleone. 

Come era solito fare in questi casi, il Morini invia una sollecita notizia a Roma, alla redazione de Il Giornale d’Italia, che due giorni dopo pubblica: 

“Ci scrivono da Cascia (Perugia), 15 luglio: Presso la casa colonica di tal Vannozzi Isidoro è stata fatta una preziosa scoperta di oggetti antichi. Fra varie olle di bronzo ne fu trovata una tricopode di stupendo lavoro. Bello era anche un tripode artisticamente lavorato. Ma la cosa più preziosa è stato uno splendido cisium ottimamente conservato adorno di fine e numerose figure in rilievo. Sul dinanzi erano impresse le tre Grazie: nel centro della mediana era la testa del loro padre comune Giove. Il timone finiva con una testa di ariete presso cui congiungevansi due serpenti d’avorio. Altre scene romane erano raffigurate sui lati della biga e sulle ruote. Questi oggetti sono stati venduti per un prezzo meschinissimo inferiore alle lire mille, mentre si è venuto a sapere che il solo cisium avrebbe toccato una somma favolosa. L’autorità ha proibito ulteriori scavi, e sta indagando per rinvenire gli oggetti venduti”.




 

Pertanto sono errate e da correggere le recenti congetture espresse da Luigi Carbonetti e riportate acriticamente da Guglielmo Berattino circa la condotta morale del Morini: Egli infatti fu estraneo e non ricoprì alcun ruolo nell’affare illecito della biga a differenza invece dell’ing. Antonio Bucchi - Accica, Ispettore per i monumenti e gli scavi di antichità per il mandamento di Cascia e Norcia, che arrivò a consigliare all'antiquario nursino Petrangeli di vendere e disfarsi al più presto del carro e del suo prezioso corredo.

Il contributo dato dal Morini per l’archeologia dell’alta Sabina e per il territorio di Monteleone è indiscusso, poiché operando nella continua ricerca della conoscenza e verità, pur in un clima di omertà, diffidenza e indifferenza, riuscì a compilare un elenco completo degli oggetti rinvenuti nella tomba a tumulo di Colle de Capitano. Tali notizie risultarono anni dopo proficue anche all'archeologo Angelo Pasqui, il quale visitò i luoghi solo nel 1907, rilasciando in seguito una stringata relazione diretta alla comunità scientifica. A due anni dal trafugamento nel 1904, Morini non si da per vinto e pubblica un importante lavoro su La scoperta di una tomba antichissima a Monteleone presso Cascia (…) senza mancare mai di tentare il recupero dei reperti attraverso una pressione e sensibilizzazione continua verso le autorità dello Stato.

Autore di una inedita “Guida storica di Monteleone nell'Umbria” e di una “Guida storica di Leonessa”, ha pubblicato invece una guida intitolata “Cenni storici di Cascia, di Monteleone e di Poggiodomo” stampata a Norcia nel 1929 dalla tipografia Millefiorini.

Fra le sue carte si conserva un manoscritto intitolato “Cronache di Monteleone”, che attende ancora di essere ripreso, studiato e pubblicato in maniera critica. Proprio in relazione con Monteleone di Spoleto, a Perugia fra la grande mole di materiale archivistico si conservano i seguenti fascicoli:

Corrispondenza in arrivo e minute da lettere in partenza:

- (RR.) Carabinieri di Monteleone, busta 2, fasc. 57

- Comune di Monteleone, busta 2, fasc. 85

Appunti, studi, ricerche personali e bozze di stampa:

- Le Cronache di Monteleone di Cascia di Adolfo Morini, manoscritto di A. Morini [s. d.]. busta 11, fasc. 26

- Strada Cascia - Monteleone. Corrispondenza dattiloscritta e manoscritta (s. d.). busta 11, fasc. 46

- Intorno alle ferriere di Monteleone nell’Umbria. Manoscritto di A. Morini (s. d.) busta 12, fasc. 56

- Appunti per la storia di Monteleone di Cascia, (s. d.) busta 14, fasc. 86

Pubblicazioni a stampa (da inserire nel fondo librario):

Per una strada (Monteleone-Cascia), busta 29, fasc. 16.



Annotazioni

(1) - Ringrazio per il contributo dato a questo breve intervento i sigg. Gian Paolo Papi, Egidio Emili di Cascia, Gianluca D’Elia Accica.

(2) - Il fondo non ritenuto allora interessante dalla Biblioteca comunale di Cascia, venne acquistato dal sig. Fausto Gaffi che seguendo una prassi consolidata ne disperse e rivendette la parte più appetibile per il mercato filatelico; il che spiega la diffusione di buste lettere o cartoline indirizzate al Morini su noti siti come Delcampe, Ebay e in convegni per collezionisti. La parte residua venduta alle monache Agostiniane per munifico intervento di Gian Paolo Papi è stata  donata e ricongiunta  all’archivio conservato a Perugia, dove è ora a libera disposizione degli utenti e degli studiosi.


Bibliografia del Morini su Monteleone:

Morini A., Lettere ed arti, Scoperta di oggetti antichi, in «Il Giornale d’Italia», a. II, n. 197, giovedì 17 luglio 1902, p. 2.

Morini A., Intorno alle ferriere di Monteleone (nell’Umbria), in «Bollettino della regia Deputazione di Storia patria per l’Umbria», vol. IX, fasc. 3, n. 26, Unione tipografica cooperativa, Perugia, 1903.

Morini A., La scoperta di una tomba antichissima a Monteleone presso Cascia. Il rinvenimento della preziosa biga e di varia suppellettile funebre d’arte greca-arcaica, 2 ristampa, Unione tipografica cooperativa, Perugia, 1904.

Bollettino della Società Sismologica Italiana, vol. XVII, Modena, 1913, pp. 561-565. 

Morini A., Cenni storici di Cascia, di Monteleone e di Poggiodomo, Tipografia Millefiorini, 1929.


Per una biografia del Morini:

Morini A., Note istoriche del comune di Poggiodomo raccolte da Morini Adolfo, tipografi Egidio Marchi & Figli, Camerino, 1894.

Morini A., Cursula: Ricerche giovanili, Tipografia Avvocati, Roma, 1896.

Morini (voce), in Annuario per l’anno scolastico 1896-1897, Regia Università degli Studi, Roma, 1897, p. 221.

Morini (voce), in Annuario della Università degli Studi di Camerino, anno scolastico 1898-1899, Tipografia N. Savini, 1899, p. 232.

Compagnoni-Natali G. B., La Biga di Monteleone di Cascia (Sabina) in relazione alle origini e all’arte arcaica-italica, in «Rivista Abruzzese di scienze, lettere ed arti», a. XX, fasc. XI, Tipografia del Corriere abruzzese, Teramo, novembre 1905, pp. 561-584.

Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, n. 271, Roma, giovedì 19 novembre 1908, p. 6567.

Morini (voce), in Rovito T., Letterati e giornalisti Italiani contemporanei: dizionario bio-bibliografico, seconda edizione, Stabilimento tipografico N. Jovine e C., Napoli, 1922, p. 275.

Morini (voce), in Giordano A. (a cura di), in «Almanacco degli scrittori nostri di oggi e di domani», a. V, n. 5, Casa editrice “I quaderni di Athena”, Napoli, 1936, p. 220.

Briganti F., Necrologio di Adolfo Morini, in «Bollettino della Deputazione di Storia patria dell’Umbria», 48, 1951, pp. 228-235.

Fabbi A., Storia arte nel comune di Cascia, Arti grafiche Panetto & Petrelli, 1975. 

Corona A., La biga di Monteleone di Spoleto: raccolta di notizie, monografie, articoli riguardanti la biga di Monteleone dal 1902 al 2000, Monteleone di Spoleto, 2000, p. 20.

D’Elia G. (a cura di), coordinamento scientifico Francesca Ciacci, Archivio Adolfo Morini, elenco di consistenza, Biblioteca Comunale Augusta di Perugia, Soprintendenza Archivistica per l’Umbria, Perugia 30 dicembre 2013.

Papi G. P., Adolfo Morini e gli scavi archeologici a Villa San Silvestro, in «Spoletium, rivista di Arte Storia Cultura», 52-53, nuova serie 8-9, Storia e Società, Edizioni dell’Accademia Spoletina, 2015-2016, pp. 153-160.

Carbonetti L.,  La biga di Monteleone di Spoleto: Il trafugamento nei carteggi segreti tra menzogne e verità, Artemide Editore, Roma, 2014.

Sabatini O., Cascia dalle origini ai nostri giorni: Già libero Comune dal 1198, Tau editrice, Todi, novembre 2014, pp. 323-325.

Vannozzi S., Ruscio in cartolina: Immagini, ricordi e saluti da un villaggio della Valle del Corno, I Quaderni di Ruscio, n.10, associazione Pro Ruscio, Regione Umbria, Perugia, 2015, pp. 29, 31-32.

Berattino G., La biga etrusca di Monteleone di Spoleto: Nuovi sviluppi sul trafugamento del “golden  chariot” esposto al Metropolitan Museum of Art di New York portano in Canavese, A.S.A.C., Ivrea, 2018