«Ci sorritono le labra insieme al cuore, scherzo di gioventù giorno di amore.» ...ovvero lettere d'amore, passioni e sentimenti, tenerezze e messaggi poetici: tutto sotto il cielo di Ruscio… e non solo. La nuova ricerca lanciata quest’anno dalla pro Ruscio continua a raccogliere partecipazione collettiva, tanti, infatti, sono i contributi di quanti hanno voluto condividere con noi stralci e ricordi legati all’amore. Il materiale ricevuto in redazione ben testimonia le emozioni e i sentimenti , a volte anche contrastanti, che gravitano attorno all’AMORE. Una delle costanti rusciare continua ad essere la poesia… forse perché siamo un popolo di poeti artisti eroi…? Non poteva certo mancare il nostro Nicola Marchetti che con la sua vasta produzione poetica ha voluto spesso osannare all’amore coniugale del paesello pensando quali regali di nozze dediche e componimenti in cui dispensava ai novelli sposi consigli per ‘l’amorosa guerrà sopra un cuscino con un lenzuolo di lino candido di bucato a far da testimone, dove sono sufficienti solo gli sguardi a scaldar il sangue nelle vene. Riccardo Vannozzi ci ha inviato la dedica composta da Nicola per i suoi genitori, Gina e Renato: Fiori d’arancio di Vannozzi Renato e Gina Agabiti in Ruscio di Monteleone di Spoleto, 10 gennaio 1954 Impediti venir dalla tempesta Vi fò gli auguri cari nipotini Nel più bel giorno della vostra festa Ch’è rimbeccata come due uccellini. Fredda giornata, semplice e modesta Pochi parenti ci avrede vicini Ma se in bella occasione noi manchiamo Gli auguri più sinceri vi mandiamo. Perciò da Roma non ci allondaniamo Perché temiamo l’acqua e la bufera E si per caso bloccati restiamo O dove andremo noi a mori‘ la sera Perciò ripedo auguri vi facciamo Con l’anima più semplice e sincera Che si il freddo venire noi impedisce Ma il vostro ardente amore favorisce. Renato tu non ai le mani liscie Ma solo avvezze a sollevar la terra Quelch’io ti voglio dir ben s’intuisce D’annar leggiero all’amorosa guerra. Non strapazzar il fior sinnò appassisce Lascialo a modo suo che a te si afferra Mi raccomando da non dargli pene Spero li baffi t’accorciarti bene. Vi si riscaldi il sangue all’ambe vene Soltanto con gli sguardi che ve date E quello il segno di volervi bene Se un puro e eterno amore vi giurate Saranno sol per voi dolci catene Tutte quelle carezze che vi fate Altre non vi sarann più dolci e lieve Sotto il mondo si candido di neve. Il poco tempo mi fa essere breve Atte mi raccomando o Renatino Quando sotto il tuo tetto si riceve Di bellezze terrene un bel visino. L’uomo ch’è cavallier del tutto deve Saper la donna sua tener vicino Con più bella maniera e l’espressione Questo è il modo miglior p’essere il padrone. Mi basta e colgo la vera occasione Per quando non mi trovi a voi vicino Però la mia più semplice espressione Già vi vede lottar sopra un cuscino Il lenzuolo che fa da testimone E di bucato è candido quel lino All’ungo si mantenga il suo colore Accompagni vecchietti il vostro amore. E dalla rosa un dì sboccerà un fiore Di colore sì candito e vermiglio Tanto pago sarà il suo genitore Si della mamma vede il babbo il ciglio. Ben paffutello e pieno di colore Frutto del loro amore lo rassomiglio Tanto sia pupa, o pure sia pupetto Tutto la mamma se lo stringe al petto. Or vi accompagni a voi Dio benedetto Lungo tutto il cammino della vita Ricolmi di ogni bene il vostro affetto Finché la lotta non sarà finita. Ma il palpito dell’uno e l’altro petto Raccolga tutta la bontà infinita E che sia unito all’alba mattutina La sveglia di Renato in braccio a Gina. Ti saluta zia Maria, zia Paolina Zia Angela, zia Adele con zio Nello, zio Antonio, moglie e figlio e la bambina Rita, Mafalda, e il viso vecchierello Di mamma che sta giù alla Farnesina Rannicchiata vicino al fornello Penza con te e dice l’orazione Ti manda un mucchio di benedizione. Non fate caso ai nomi che mancano perché il saluto è per te di tutti noi parenti lontani. Roma, 9 gennaio 1954
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