La parola agli attori
La Barrozza - Natale 2015 - anno XXIV n. 3
Scritto da L. Moretti, D. Vannozzi, L. Di Domenico, A. Colapicchioni, E. Peroni   
  

 

21 agosto 2015
Lettura teatrale "Cara consorte, state tranquilla"
 

 

“Leggere quelle pagine ha significato dare una voce a chi non poteva più parlare. Non farlo sarebbe stato perdere quella memoria che in questo momento più che mai non  dobbiamo lasciare alle spalle. Un segno indelebile nella memoria”.
Lara Moretti

" Quest'esperienza che ho fatto non è stata solo divertente ma anche molto importante da un punto di vista personale, mi sono ritrovato in un contesto che stimolava la riflessione e il dibattito sulla prima guerra mondiale. Sono contento d'aver avuto quest'opportunitá e ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questa piccola recita".
Davide Vannozzi
 
“Ad agosto in una delle serate organizzate all'Asilo, ho avuto l'opportunità di partecipare ad uno spettacolo che trattava la prima guerra mondiale e più in particolare i diari e le lettere di alcuni dei soldati indirizzate alle loro famiglie. Ho avuto il piacere di leggerne alcune di fronte a molte persone. Queste lettere mi hanno fatto riflettere su quanto possa essere stato difficile vivere in quel periodo e quanto i soldati abbiano sofferto la mancanza delle loro famiglie e dei loro cari. Questa esperienza è stata per me molto costruttiva e la ricorderò con piacere”.
Leonardo Di Domenico

“Il lavoro svolto la scorsa estate (che consisteva nell’analisi di alcune lettere inviate dai soldati alle loro famiglie ai tempi della Prima Guerra Mondiale) mi ha emozionato perché mi ha dato l’opportunità di rivivere gli anni in cui l’Italia è stata un paese veramente unito e di ricordare anche gli italiani che hanno sacrificato la loro vita per la patria nella speranza di un futuro migliore. L’invio di queste lettere può sembrare un atto banale, ma non lo è poiché i giovani italiani non volevano sentirsi lontano dalle loro famiglie e perché, attraverso queste, essi informavano i propri genitori delle condizioni in cui vivevano, del loro stato fisico e di come si svolgevano le giornate sul fronte del Nord Italia. E’ stato bello ed emozionante dare di nuovo voce ed immedesimarsi, per qualche momento, nei giovani italiani al fronte, è stato bello ma anche utile perché il ricordo di quei momenti difficili e tragici mi ha fatto capire quanto valore abbiano la libertà e la pace”.
Andrea Colapicchioni

“Le lettere che abbiamo letto ci hanno restituito una visione diversa della guerra, quella di contadini diventati, loro malgrado, soldati e mandati a combattere per motivi incomprensibili.  La Storia di loro non parla, soffermandosi su nomi di battaglie, date e statistiche.  Ma sono questi semplici uomini che,  con le loro paure, la loro umanita’, l’hanno combattuta!”.
Edoardo Peroni

 

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