Le Cascatelle
La Barrozza - Natale 2009 - anno XVIII n. 3
Scritto da Anna Dolci   

 Gli sports estremi tanto reclamizzati, a noi giovani di un po’….. di anni fa, non ci dicono nulla di nuovo. Uno di questi sports, non ben classificato, si può ritrovare in una passeggiata, che rappresentava veramente una prova di coraggio.
Destinazione Cascatelle risalendo il Fossato “dentro su” verso Aspra, merenda alla Fonte Marchigiana, con pagnottelle, aranciate e gassose. Partenza da sotto il ponte vicino a “Giggetto”.

Bellissima fotografia (per gli esperti si tratta della II cascatella)

(dall'alto: Giulio Peroni, Paolo Peroni, e le due Anne Peroni)

Niente di più affascinante, un percorso ignoto, camminare dentro il letto del fiume Fossato che in genere diventa asciutto con la stagione estiva. Ciottoli, grandi, piccoli, taglienti, arrotondati e fango nei luoghi più ombrosi.

Il letto del fiume però, si fa sempre più stretto. Il cammino si fa veramente arduo. Là dove le pendici del monte del Colle Ruscio e della montagna di Monteleone, giù alle falde, si congiungono, si formano dei canali strettissimi alti come dei gradoni di pietra liscia e viscida.

Uno scalinone di quasi due metri ci si presenta. Arduo passaggio. Ognuno di noi viene aiutato, in questa strettoia della roccia, da chi ci spinge da sotto e da chi ci tira da sopra, tenendoci le mani, mentre si cerca con i piedi qualche minuscolo appiglio. Grande fatica e timore.

Enorme è lo sconcerto, poi, quando arrivati in cima, scopriamo che dopo questo irto passaggio, dopo questo enorme scalino ce n’è un altro, più alto del precedente. Quasi, quasi il panico si impossessa di noi. Tornare indietro non è facile, andare avanti è assai difficile.

I ragazzi più grandi si sentono eroi protagonisti, le ragazze disorientate e impaurite. Che fare? Dopo ampie consultazioni non ci resta che tentare di proseguire inventando qualche soluzione. Recuperiamo, lì per lì, dei grossi bastoni, e li usiamo come corde di rocciatori, per aggrapparsi e farsi tirare. Iniziamo questo nuovo tentativo.

Con grandi sudori e, ringraziando Iddio per non essere caduti, superiamo anche questo grande ostacolo. In realtà dopo di questo ci sono altre due strettoie, ma di minor difficoltà. Capiamo allora il perché del nome Cascatelle: cascatelle di acqua lungo i grandi scalini di roccia e cascatelle da scongiurare in quegli impervi passaggi.

Il divertimento comunque si è tramutato in malumore, incolpando quei pochi che conoscevano l’itinerario, di aver sottovalutato i pericoli. Non c’erano i telefonini a quel tempo. L’angelo custode ci ha protetto. Certo se i nostri genitori avessero conosciuto veramente questa passeggiata, sarebbero riusciti a dissuaderci.

Comunque, finiti i dirupi, il letto del fiume si è allargato, sono tornati i prati e si è intravista la tanto attesa Fonte Marchigiana, meta della programmata merenda. Stanchi, graffiati, con i muscoli indolenziti, ma con l’incoscienza giovanile, tutto è proseguito con merenda, con ironia su chi aveva avuto più paura, con vari scherzi e per finire con il gioco della bottiglia.
Per precisione di cronaca, però, il ritorno è avvenuto passando per il Fossetto, il sentiero sotto il monte della Trogna, che, in confronto, è stato come camminare su un tappeto. Le Cascatelle però che coraggio!