Prima “Cappellania” come attestano i documenti dell’Opera Pia poi, il 17 Settembre 1949, diventa “Parrocchia di Ruscio”, come si rileva dal rendiconto dei festeggiamenti della Confraternita di Maria SS. Addolorata alla presenza del Vescovo di Norcia S.E. Settimio Peroni. Per la circostanza Nicola Marchetti, il poeta di Ruscio, ha scritto, auspicando la costruzione di un campanile per sottolineare l’importanza dell’evento, una poesia che riportiamo di seguito: LA CHIESINA DEL VILLAGGIO Proclamata Parrocchia di Ruscio, Trivio e Rescia li 18 Settembre 1949 Bella,semplice carina fai da culla alla Regina che dal Ciel le luci ha tese a guardar nostro Paese. Tutto è bello e pur gentile ma ti manca il campanile. Presto assai lo eleveremo con l’offerte lo faremo. Costruire su progetto architettonico perfetto ch’esso annunci con distesa il richiamo della Chiesa. Con l’offerte paesane suoneranno le campane che dal dolce e santo suono a noi chiama Gesù buono a pregar mattina e sera con più vivida preghiera la Madonna Addolorata che da noi vien venerata. Quale Madre del dolore e sostegno di ogni core a lei inchiniamo le ginocchia in onor della Parrocchia che ha il bel nome di Maria: sia lodata e sempre sia con maniera più gentile da svettante campanile. Marchetti Nicola Interessante inoltre l’anticipazione di tale evento fatta da Don Sestilio Silvestri in una lettera inviata alla Sig.ra Amantina Vannozzi e ai paesani d’America il 6 luglio 1946 per ringraziarli del loro contributo per la nuova illuminazione della facciata: “ ...E la festa a questa Madre di Dolori, che noi ci prepariamo a celebrare quest’anno con grande solennità, specie con la nuova illuminazione della facciata, che voi si generosamente avete voluto regalarci in sostituzione del quella rubataci dai barbari tedeschi, sarà veramente la nostra, la vostra festa. ....Un segreto vi avevo fino ad ora nascosto, per svelarvelo fino al suo completo avveramento, ma in questa circostanza non posso fare a meno di rivelarvelo: Ruscio, Trivio e Rescia formeranno fra breve una Parrocchia a sé, separata da quella di Monteleone. …. Speriamo presto, quando la nostra martoriata Patria avrà ripreso il suo giusto cammino, avere anche il riconoscimento governativo.” Di recente la Chiesa della Madonna Addolorata di Ruscio ha perduto il titolo di Parrocchia prendendo quello di Rettoria come si desume dal seguente comunicato del Ministero degli Interni: Gazzetta Ufficiale n° 123 del 29 Maggio 2003 Comunicato emesso dal Ministero degli Interni alla pagina 26 della G. U. Trasformazione della natura giuridica della Parrocchia di Maria SS.Addolorata, in Monteleone di Spoleto. Con decreto del Ministro dell'interno in data 30 aprile 2003, la Parrocchia di Maria SS. Addolorata, con sede in Monteleone di Spoleto (Perugia), frazione Ruscio, e' stata trasformata in Chiesa Rettoria assumendo la denominazione di «Chiesa di Maria SS. Addolorata», con sede in Monteleone di Spoleto (Perugia), frazione Ruscio. Scorrendo le diverse foto e i vari documenti che fanno riferimento alla Chiesa, appare molto interessante l’evoluzione, nel tempo, della sua struttura. La facciata. Più volte rifatta come si evince dalle seguenti foto. Foto 1919 Foto Gruppo sul prato La foto “datata 1919” è stata scattata in occasione della sistemazione della lapide in onore dei caduti dell’ultima guerra posta sulla facciata della Chiesa. Da essa si può rilevare che dalla facciata mancano le colonne ed il timpano attuale, le finestre sono più piccole e quadrate e non è presente la cornice in rilievo delle stesse. Notare l’aro di foglie sulla strada che fiancheggia la Chiesa. Non è facile datare esattamente la foto ”Gruppo davanti al prato con Don Sestilio”; ma, con riferimento ai personaggi, probabilmente intorno agli anni 1930/1931; sullo sfondo la facciata della Chiesa ancora senza colonne e timpano; sopra la porta una finestra semicircolare; le finestre della facciata sono piccole e quadrate e senza cornici in rilievo; sul tetto è posizionato il campanile a vela. La facciata negli anni 1936 1939 ha subito interventi di manutenzione come si evince dal rendiconto del 1936 della Confraternita dove è scritto “ per facciata a Celestino Lire 2775” e dal rendiconto del 1939 dove è scritto “Spese restauro facciata Lire 1208,60”. Foto facciata chiesa Foto Cornice triangolare Anche per questa foto “Facciata della Chiesa sola” non siamo in grado di assegnare una data precisa; certamente è stata scattata successivamente alle precedenti in quanto sono presenti le colonne e il timpano; manca ancora la scritta “ MATER DOLOROSA ORA PRO NOBIS” sotto il timpano; è scomparsa la finestra semicircolare sopra la porta; manca la cornice triangolare, attualmente presente, con i simboli della croce (corona di spine, cuore trapassato da una spada, e lance che trafissero il costato di Gesù); le finestre della facciata sono ancora piccole e quadrate con inferriate classiche; lo zoccolo tra le colonne e le cornici delle finestre sono semplicemente disegnati e verniciati; un selciato è stato realizzato antistante la chiesa sulla strada ancora sterrata. Da notare la caratteristica illuminazione della facciata con stecche di legno (su cui sono infisse le lampadine) per sottolineare le colonne e il timpano. Sui bilanci della Confraternita della Addolorata dell’anno 1931 sono segnate Lire 695 spese “ Per artistica illuminazione della facciata della chiesa – lampadine 150”. Nella citata lettera di Don Sestilio ai paesani d’America si dice che tale illuminazione sarà sostituita nel 1946 da una nuova realizzata con il contributo dei nostri paesani d’oltreoceano. In tempi più recenti, grazie alla donazione fatta da Nena Cicchetti, la facciata è stata dotata di una illuminazione più sicura che sottolinea i profili architettonici della facciata e del campanile, rendendo l’insieme, col buio, tanto più suggestivo. Foto facciata illuminata Foto Don sestilio e volpino Per quanto riguarda la foto “Don Sestilio davanti alla Chiesa con il fedele Volpino” rileviamo che è certamente successiva alla precedente; la facciata si presenta come quella odierna con le finestre allungate e con le inferriate attuali; lo zoccolo tra le colonne e le cornici di riquadro alle finestre sono a rilievo; rimane il selciato sul sagrato della chiesa e la strada è ancora di terra sterrata; il campanile sul tetto è ancora a vela. Foto Don sestilio e Mario Fto Campana La foto “Don Sestilio e Mario Peroni davanti alla Chiesa” è successiva alla precedente e databile nel 1950 in quanto il campanile è appena ultimato ( come attestano i bidoni del cantiere ancora esistente) ed il campanile a vela è stato eliminato dal tetto e la facciata, finalmente, assume le caratteristiche di quella attuale. Il campanile verrà inaugurato il 17 settembre 1950 con la campana “Antonina” (così viene chiamata la campana ma non sappiamo perché) alla presenza di S. E. Il Vescovo di Norcia. Alla circostanza il poeta di Ruscio, Nicola Marchetti dedicò una bellissima poesia. IL CAMPANILE Un anno ormai è passato e da quel giorno che fu solennemente inaugurata la Parrocchia alla Madre Addolorata oggi alla stessa festa ci ritorno senza badare ad affrontare spese per vivere l’armonia del mio Paese. E da quel giorno il Parroco ha pensato che alla Chiesa mancava il Campanile; ha smosso a tutti l’animo gentile che fosse con l’offerte fabbricato: noi rispondiamo al suo cortese invito eccolo spicca bello e costruito. E’ un monumento bello, è un’armonia; si vanta Ruscio della bella mole esso che sfida la tempesta e il sole con le parole ”Grande Ave o Maria”; nome più bello che non ha confronto, stella benigna, splendida del mondo. Ci svegliano i rintocchi la mattina e ci annunciano l’ora del lavoro, della preghiera e quella del ristoro come la vita nostra si trascina così ogni sera dopo aver cenato ci annuncia che il giorno è tramontato. Con il dolce din don delle campane il tich toch pur dell’orologio, Ruscio ti puoi vantar di tanto sfoggio e consegnarlo a l’epoche lontane con tutta l’armonia che ti dà vanto quale dono più bello a l’Anno Santo. E’ per te Madre nostra costruito nostro compenso quali debitori; allieta i nostri spasimi e dolori con il Tuo benigno cuore all’infinito bene del mondo Madre del Dolore converti i nostri spasimi in Amore. Con quella dolce musica divina che tutta la vallata ne rintrona il suona che dal bronzo si sprigiona fuso che forma il corpo di Antonina (*) è raccolto da monti e da foreste il bronzio di sua musica celeste. Tanti sono i rintocchi ed appena appena raccoglie il suono il più perverso udito come uccelletti ritorniamo al nido: è la Mamma che chiama a voce piena; ritornate da me figlioletti belli e sappiatevi amare come fratelli. Marchetti Nicola Ruscio 17 Settembre 1950 (*) Nome dato alla campana.
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