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I Quaderni di Ruscio - Un'altra Ruscio, un'altra Monteleone di Spoleto | |
Scritto da Salvatore Paolini | |
La documentazione consultata, al di là della pura e semplice curiosità di poter leggere i nominativi dei propri parenti, parla e suggerisce talune osservazioni importanti sia per capire il clima che animava quelle partenze, sia per poter azzardare delle prime osservazioni sulle possibili cause che portarono, tra il 1892 e il 1921, ad un così forte esodo. Lo ship manifest infatti veniva redatto da uno degli ufficiali di bordo all’atto dell’ imbarco, non in ordine alfabetico. Uno degli elementi costanti nella consultazione di questo tipo di documento è stata la trascrizione dei nominativi degli emigranti in gruppi, in base alla località di provenienza. Ciò suggerisce in modo diretto la formazione di piccole “comunità” a bordo della nave; comunità sollecite verso un sentimento di mutua assistenza che annullava, di fronte ai travagli del momento, i campanilismi che allora, come talvolta ancora oggi, dividevano Monteleone di Spoleto e Ruscio. Lo stesso gruppo di “rusciari” si ritrova poi compatto nei registri, dinanzi all’immigration offcier. The American Immigrant Wall of Honor La formazione di questi micro mondi talvolta si allargava verso individui che viaggiavano soli e provenienti da zone vicine alle nostre, per esempio Leonessa (4). Accanto a queste considerazioni, se vogliamo scontate, di natura sentimentale o di pura curiosità (5), i dati raccolti consentono, sotto forma di numeri, altre considerazioni meno ovvie e di carattere più storico (6). In ventidue anni almeno 314 persone lasciarono Ruscio e Monteleone di Spoleto. Se si eccettuano i primi due anni, 1892 e 1893, dal 1898 al 1921 l’esodo fu sistematico con una media di quasi 15 persone/anno. Il grafico inoltre sembra quasi suggerire quattro diverse ondate di esodo che ebbero il loro massimo rispettivamente nel 1898, nel 1900, nel 1905 e nel 1913. Proprio gli anni in cui i problemi nazionali raggiunsero il loro culmine (i moti del pane, il problema del latifondo, la mancata industrializzazione del sud ecc.) e che evidentemente si ripercossero a Monteleone di Spoleto e a Ruscio. Le notizie che giungevano dagli Stati Uniti erano senz’altro migliori di quelle italiane se, a partire dal 1900 la stessa tipologia di emigrazione cambia. Nella lista degli emigrati è evidente come dal 1900 la presenza femminile tra gli emigranti si faccia sempre più numerosa, fin quasi a pareggiare quella maschile nel grande esodo del 1905. Segno evidente che non si trattò più della sola componente maschile in cerca di lavoro ma di vero e proprio sradicamento dalla propria terra come del resto testimoniano le cifre per i minori di 10 anni, l’età che purtroppo sanciva l’ingresso nel mondo del lavoro. Non più quindi una ricerca di lavoro, un viaggio temporaneo, ma una diversa soluzione di vita. Dopo il 1921, gli archivi dell’Ufficio immigrazione, non riportano più nomi di nostri conterranei, evidentemente, la Grande Guerra e le restrizioni varate dal governo americano avevano arrestato definitivamente l’emigrazione dalle nostre zone, costituita quindi da classi rurali. Nel frattempo, centinaia di nostri conterranei avevano abbandonato ormai definitivamente la loro terra per stabilirsi al di là dell’oceano, la consistenza di un piccolo paese,… un’altra Ruscio e un’altra Monteleone di Spoleto, appunto! |
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