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La Barrozza - Natale 2008 - anno XVII n.3
Scritto da Alberto Perelli   

Ogni volta che fuggo da Roma e mi ritrovo a Ruscio dentro di me le emozioni per una terra che sento mia raggiungono apici notevoli. Il clima di rilassamento fisico e mentale che provo è tale che il solo pensiero di “andare”, che sento quanto sono in partenza, mi fa star bene. In tale contesto la voglia di natura e genuinità che mi porta sovente al mio paese è qualche cosa che si ha dentro, legato al carattere, alle tradizioni, alla propria personalità.


Ruscio sotto la neve: 27 dicembre 2008

La passione per tutto ciò che è naturale stuzzica spesso la mia fantasia e le mie passioni; per questo il passaggio tra il terreno e ciò che esso produce è scontato, quasi obbligato. Da qui scaturisce il mio hobby che è legato alla degustazione di vini ed alla vite. Ma in senso più generale è l’attenzione per il mondo della cucina; di quella antica in particolare che porta l’appassionato alla scoperta di vecchie ricette e tradizioni legati alla terra dei nostri avi.

Mia moglie Livia, bravissima in cucina (è la verità senza falsi complimenti), una domenica mi ha preparato un bel menù dedicato alla nostra regione (con qualche spunto dalla vicina Toscana).


Minestra di Farro tradizionale (farro di Ruscio ovviamente);
Maialino (da Norcineria doc) al forno con patate;
Fagioli di Ruscio al fiasco (da antica tradizione toscana).

 Il “fiasco” è apparso durante una nostra visita a Norcia di questa estate…. E voilà viene presto utilizzato per dedicare un bel pasto domenicale al nostro amato paese ed alla nostra splendida regione.
 L’abbinamento con il vino: presto fatto!
 Prendendo spunto da una serata organizzata dal club che frequento (club Cristal) dedicata al produttore umbro “La Carraia”, in località Tordimonte nei pressi di Orvieto, mi è tornata tra le mani una bottiglia della mia piccola cantina: Il Tizzonero 2003.
Da uve Sangiovese e Montepulciano merita una giusta valutazione organolettica.

 All’esame visivo limpido, di colore rosso rubino, granato all'unghia; archetti fitti e grassi indice di buona alcolicità (13 %).  Al naso si presenta intenso e persistente nei profumi che spaziano dalle note fruttate al vegetale (rabarbaro e sensazioni tostate) dopo una buona ossigenazione. Qualità fine senza dubbio.
Al gusto secco, caldo e di buon corpo; tannini soavi, buona freschezza e morbido in bocca,  con la le note di frutta che tornano prepotentemente e piacevolmente insieme alle note balsamiche e tostate sentite all’olfatto.
Finale di persistenza lunga. Qualità buona, senza dubbio. Che bello! Proprio dalla nostra regione.
 Perfetto con il maialino più che con il primo di farro.

News da Montefalco e dal suo vino più famoso: il Sagrantino. Il Consorzio Tutela Vini di Montefalco ha assegnato 4 stelle su 5 all’annata 2004 ; non male!
Inoltre vi segnalo che l’ A.I.S. ( Associazione Italiana Sommelier), nell’ambito del periodico libro “Duemilavini” ha assegnato il suo top voto 5 grappoli a … cinque Montefaco Sagrantino (cantine Adanti, Caprai, Antonelli San Marco, Antano e Tabarrini).

 Con umiltà ed in allegria.

 
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