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La Barrozza - Pasqua 1999 - anno VIII n.1
Scritto da Pierpaolo Vannozzi   

Quando la scorsa estate decidemmo di trascorrere una notte sul monte Aspra rimanemmo un po’ perplessi nel sapere che anche tu, insieme alla tua consorte ti saresti associato al gruppo: avevamo voluto organizzare quella gita per fare una "rimpatriata" con tutti quei ragazzi di Ruscio che, come noi, dopo tanto tempo, risalivano quella vetta conquistata tante volte negli anni passati. Non immaginavamo che una persona come te, con qualche capello bianco più di noi avrebbe saputo cogliere lo spirito di quella passeggiata ed essere così di compagnia e di buonumore.

Non immaginavamo di sentire, da una persona non di Ruscio, tante belle parole di ammirazione per quel posto a noi sicuramente più familiare. Ricordo poi quando al calare della sera ci siamo seduti intorno al fuoco bevendo una bottiglia di vino, raccontando storie di fantasmi e mostri per spaventare i bambini che erano con noi e contemplando insieme quel paesaggio magico che si apriva sotto i nostri occhi fatto di silenzio, montagne e piccole luci sparse nella valle come un presepio.

E la mattina dopo, seguendo i sentieri da te ben conosciuti siamo arrivati in cima ad Aspra, un po' affaticati ma contenti di aver trascorso una giornata diversa dalle altre.


Oggi sono seduto davanti al mio computer. Ho appena saputo che non ci sei più, che questo mostro terribile ha colpito anche te.

Non ti conoscevo bene; eri uno dei tanti che un giorno, arrivato per caso nel mio paese, ci si è fermato, amandolo forse più di chi ci è nato e cresciuto. E’ bastata una serata per conoscerti. Forse anche per questo Ruscio è bello perché basta poco, una passeggiata, una montagna, due chiacchiere per farti scoprire le persone, la loro semplicità, lo loro disponibilità ed amabilità. Per questo ora ci mancherai di più

Pier Paolo VANNOZZI

 
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