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L'uomo, la pecora e l'alluvione E-mail
La Barrozza - Pasqua 2002 - Anno XI n. 1
Scritto da O. P.   

Raccontano che nel 1936 avvenne a Ruscio un'alluvione così forte che la piena del Fiume Corno trascinò nella sua violenza alberi e bestiame. Solo una pecorella, facente parte di qualche gregge delle ville di Leonessa, si salvò, (si fa per dire, come vedremo in seguito) rimanendo incastrata tra i rami di un grosso arbuccio posto al centro del fiume ai piedi del Colle.

Mio zio Ottavio e Silvio di Rescia, sentiti i lamenti della povera bestia montarono in groppa ad una vacca (proprio così) e sfidando la violenza delle acque, riuscirono a prelevare la pecorella, la quale come si suole dire, cadde dalla padella alla brace, divenendo oggetto di una lauta cena tra amici nell'osteria di Jacone.

Evidentemente, in quel tempo, la protezione degli animali veniva concepita con fini opposti !!

 ..... a proposito di pecore: lo conoscete il motivo per cui alle agnelle ( i maschi fanno una brutta fine!) viene conservata, all'atto della tosatura, una pozione di lana sulla schiena, detta "la bardella"? Nessun segno di distinzione o civetteria ma soltanto una copertura per evitare conseguenze di natura artritica nei periodi di pioggia e neve.

 
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