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da "Il Messaggero" del 22 aprile 2002 E-mail
La Barrozza - Estate 2002 - anno XI n.2
Scritto da Rita Marchetti   

MONTELEONE: "Come dimenticare le voci, i volti .... " queste le parole che Monsignor Gino Reali ha pronunciato di fronte alla "sua" gente. Quella stessa gente che lo ha visto un tempo bambino. Commozione, è stato questo il sentimento che si poteva leggere sui volti di coloro che hanno gremito la chiesa della Madonna Addolorata nella frazione di Ruscio.

Ed anche Don Gino si è emozionato. Tanti amici, tanti parenti che lui conosce uno per uno e a cui sono legati numerosi ricordi. "Il dono dell' episcopato è un dono esigente e il mio cammino sarà carico di responsabilità, ma quello che riuscirò a fare lo dovrò anche a voi. lo parto per Roma così come molti qui hanno fatto quando io prendevo la strada del seminario. Una storia che in un certo senso ci accomuna". Ruscio ha fatto festa. La piccola frazione e tutto il comune di Monteleone di Spoleto si sono unite per far sentire a don Gino Reali il loro calore.

Un ritorno alle origini nella terra che gli ha dato i natali. che lo ha visto bambino e ragazzo in mezzo a tanta gente che lo ricorda compagno d'infanzia prima e ordinato sacerdote poi, in quel lontano 1971.

C'erano tutti, compresi i fratelli e gli innumerevoli parenti che annovera tra gli oriundi "rusciari" che ora vivono per la maggior parte a Roma. Una giornata importante per la vallata che nessuno, compreso il nuovo Vescovo, riesce a dimenticare. E fu proprio in un prato al centro del paese che don Gino volle ricordare il suo venticinquesimo di sacerdozio. E come allora ieri è stata una grande festa.

Con un motivo ancora più grande per festeggiare e forse con qualche difficoltà in più nel chiamarlo monsignore.

 

Rita Marchetti

 

 
 
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