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SCN - La miniera | |
Scritto da Francesca Massi | |
Non è stato facile reperire il materiale utile alla stesura di questo capitolo in quanto, da alcune ricerche effettuate, non esisteva un vero e proprio “inventario” che riportasse l’elenco degli strumenti, delle attrezzature e degli equipaggiamenti in dotazione all’interno delle miniere di lignite. Considerando le interviste fatte, sappiamo (quasi) per certo che i minatori, almeno quelli da noi intervistati, non disponevano di un equipaggiamento personale che permettesse loro di poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza ma avevano a disposizione solamente gli strumenti e le attrezzature necessarie all’estrazione della lignite e alla loro permanenza nelle “gallerie”. TRAVERSE DI LEGNAME: servivano per creare sbarramenti all’imbocco delle “camere”. PUNTELLI: venivano usati per sostenere la lignite ancora da abbattere. MARRA (ZAPPA TIRATORA) e PICCOLI PETARDI: servivano per tirare la terra delle scarpate delle frane per poi disporla sul suolo in uno strato di circa 80 cm mantenendo costante l’altezza della “camera”. ESPLOSIVO: l’esplosivo in possesso dei minatori era sottoforma di cartucce e relativo innesco. I minatori preparavano i fori da mina con una trivella e successivamente inserivano nel foro, lungo circa un metro, l’esplosivo, procedendo poi allo sparo con accenditore a strappo e relativa miccia a lenta combustione. Dopo l’anno 1955, l’abbattimento veniva effettuato con inneschi elettrici ai quali era collegato l’esploditore. ARGANO: l’argano era una macchina che poteva esercitare sforzi verticali, per sollevare i carichi, oppure orizzontali, per trascinarli, questi sforzi sono effettuati per mezzo di un organo di trazione. CARRELLI: si trovavano alla base della ascenderia. Vi si caricava la lignite abbattuta in precedenza con l’esplosione e venivano spinti fino alla discenderia principale fornita di argano. I vagonetti calati con l’argano raggiungevano le gallerie principali, poi il pozzo di estrazione ed infine l’esterno. In alcuni tratti erano anche adibiti al trasporto dei lavoratori. LAMPADE GRISUMETRICHE A BENZINA: prima e durante l’esplosione all’interno della “camera”, i minatori dovevano assicurarsi e verificare costantemente che non vi fosse presenza di grisou. Questa presenza veniva avvertita già all’olfatto dai minatori più esperti o provocava un certo bruciore agli occhi. In ogni caso veniva verificata con le lampade grisumetriche a benzina di cui ogni compagnia era dotata. LAMPADA INDIVIDUALE AL CAPPELLO: introdotta nel 1955, serviva ad ottimizzare l’illuminazione e quindi a rendere il lavoro più sicuro. LAMPADA AD ACCUMULATORI: lampada di tipo portatile tradizionale che doveva essere appoggiata al suolo o appiccata su una parete del banco di lignite, per questo rendeva il lavoro più difficile e meno sicuro. “MALINPEGGIO”: era l’attrezzo in dotazione a tutti i minatori ed armatori della miniera. Serviva per tutte le lavorazioni nel banco di lignite nonché di spezzettamento dei grossi blocchi ottenuti dall’abbattimento con l’esplosivo. VENTILATORE CENTRIFUGO: in caso di presenza di grisou, si dava luogo ad un’adeguata intensificazione della ventilazione. A questo scopo ogni galleria che conduceva alle “camere” era dotata di un ventilatore centrifugo che tramite tubi metallici convogliava aria fresca nelle zone in cui si riscontrava presenza di grisou. Si otteneva così la diluizione e l’allontanamento del gas per garantire un’atmosfera pressoché salubre per i lavoratori.
Fig. 1 “Malimpeggio” (per minatore, per sorvegliante, ad accumulatore, grisumetrica a benzina ) Fig. 3 Lampisteria
Fig. 4 Vagonetto all’interno di una galleria (si può notare, nella parte alta della foto, l’impianto di areazione in alluminio) |
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