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LA MINIERA DI LIGNITE |
Nel 1812, nel periodo napoleonico, un ingegnere spoletino, Pietro Fontana, incaricato di esplorare il territorio di Monteleone nell'intento di riattivare l'industria del ferro, scopre un giacimento lignitifero presso il torrente Vorga, affluente del Corno.
L'orografia del bacino lignitifero di Ruscio e' costituita dal fiume Corno che, dopo aver aggirato a sud il gruppo del Tolentino, raccoglie, il fiume Tascino proveniente dal gruppo del Teminillo; e, successivamente, sotto l'abitato di Montelone di Spoleto, riceve il fiume Vorga. E' proprio in questo territorio che, in età preistorica, veniva a crearsi un enorme lago. Trovando poi uno sfogo verso Nord, in corrispondenza del cosiddetto Ponte delle Ferriere, si svuoto', lasciando un enorme giacimento di sedimenti. Il fiume Vorga, erodendo nel corso del tempo le argille il deposito lasciato dal lago, hanno fatto affiorare uno strato di lignite. Probabilmente, anticamente, i venti devono aver fluitato la vegetazione caduta nel lago, accumulandola sui tratti di sponda sul versante nord del Vorga e specificatamente dalla base del Carpellone fino ai piedi di Monteleone. (Ing. Pariente Rassegna mineraria, Roma 1921)
Questa miniera di lignite viene sfruttata dall'industria siderurgica ternana per brevi periodi, in particolare durante le due guerre mondiali. Nel 1918 la "Societa' Anonima miniere lignitifere di Ruscio" costruisce una teleferica per il trasporto della lignite a Ferentillo: da qui il trasporto veniva effettuato su rotaia fino a Terni.
Panorama complessivo del campo di prigionia di Ruscio (fine anni '40)
PER SAPERNE DI PIU' SUL CAMPO DI PRIGIONIA CLICCA QUI A metà degli anni cinquanta la miniera fu definitivamente chiusa. (tratto dall'articolo di Osvaldo Perelli pubblicato ne "La Barrozza": anno II, n.2) |
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