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La Barrozza - Estate 2003 - Anno XII n. 2 | |
Scritto da Anna Angelini | |
Il profilo familiare dei monti verso il ponte delle Ferriere, la bianca pietraia della vallata del Corno, la quiete della chiesa di Santa Maria, il Colle con le sue vecchie abitazioni, la fonte dell’Asola, il verde dei prati e degli alberi,mi hanno fatto ritrovare Ruscio fondamentalmente “intatto”: un villaggio che il tempo ha conservato e direi, per molti aspetti, migliorato! In quel microscopico angolo di mondo ho trascorso le estati della mia infanzia e della mia prima giovinezza ed è stato lì che ho imparato a conoscere ed amare la natura e gli animali. Ricordo che, da più grandicelli, mio fratello Marco ed io trascorremmo alcuni giorni di vacanza da soli, quindi, in quell’occasione ebbi modo di imparare a gestire me stessa ed il mio tempo e ad assaporare, contemporaneamente, i lati positivi ed anche quelli più impegnativi dell’autonomia. Ai compagni di giochi dell’infanzia se ne aggiunsero altri, di pochi anni più grandi, come mio cugino Giulio, Renato ed Isidoro del clan dei Peroni, Mariuccio, Anna Maria Ottaviani, Sergio ed ancora Claudio, Enzo, Franco, Maria Grazia,…. Successivamente, solo alcune sporadiche occasioni mi hanno riportata a Ruscio. Un velo di malinconia ha, poi, invaso il mio animo nel non ritrovare persone che già, ai miei tempi, erano un’istituzione: Don Sestilio, Peppe il macellaio Zia Aghituccia, Maria d’Aghituccia , Battista il copparo, Rita Reali e ….tanti altri! Sono trascorsi alcuni lustri da allora, è vero, ma, per me, è stato come se non mi fossi mai allontanata da quei luoghi. Di Ruscio e di Rescia erano i miei nonni paterni – i Belli e gli Angelini – quindi, parte delle mie origini e delle mie radici sono lì! E se, tra tanti ricordi, cerco di estrapolare un’immagine di quel passato, mi rivedo “piccola”, a cavallo con mio padre, attraversare il paese ed i prati circostanti e risento il rumore degli zoccoli dell’animale che, come un’eco, mi accompagna ancora oggi. |
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