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INDUSTRIA ESTRATTIVA: DAL 1600 FINO AI NOSTRI GIORNI |
La presente sezione del sito e' stata realizzata a cura degli alunni della III classe media della Scuola di Monteleone di Spoleto (Rosati Luca, Rosati Denise, Salvatori Daniele) con l'aiuto dei compagni della II media (Bonanno Daniele e Rosati Roberto per le foto; Agabiti Valerio per l'intervista). Si ringrazia la docente Prof.ssa Angela Carnevali e il Dirigente Scolastico Prof.ssa Maria Franca Bologni per la cortese e disponibile collaborazione nell'aderire alla Borsa di Studio "Osvaldo Perelli A.S. 2010". da sinistra: Luca Rosati, Denise Rosati, Salvatori Daniele Lo sfruttamento delle risorse minerarie nella zona di Monteleone dovrebbe risalire al periodo medievale ed addirittura più indietro nel tempo, fino ad epoche pre-romane. IL FERRO In questo territorio esistevano anche giacimenti di ferro ed uno dei più importanti si trovava nei pressi di monte Birbone (Terrargo); si cominciò a sfruttarlo a partire dal XVII secolo quando era papa Urbano VIII. Monteleone, a quei tempi, faceva parte dello stato pontificio che intravide nello sfruttamento delle ferriere una fonte di utilità economica. Si narra addirittura che la cancellata del Pantheon a Roma venne realizzata con il ferro di Monteleone. Il minerale, dopo l’estrazione, veniva portato a Ruscio tramite barrozze (così erano chiamati i carri) e muli. Proprio qui infatti scorreva il fiume Corno e il papa ordinò che il suo corso fosse in parte deviato per dare al forno la quantità d’acqua necessaria al lavaggio e alla fusione del ferro che avveniva grazie al carbone. Le acque vennero canalizzate presso un ponte che prese il nome di “ponte delle ferriere”. Per portare il ferro a Roma venne inaugurata in seguito una strada che univa la vecchia Flaminia a Monteleone di Spoleto attraverso il cosiddetto Salto del Cieco. Le attività minerarie e metallurgiche nello Stato pontificio preferibilmente venivano date in appalto a privati con contratti pluriennali, infatti dal 1645 la ferriera venne data in affitto a Pio e Benedetto Matascioli, due fratelli di Norcia, che proseguirono l’attività fino all’anno 1692, quando subentrò il marchese Girolamo Albergotti, toscano, che gestì l’attività fino al 1703.
Verso la fine del ‘700 però, dopo più di ottanta anni di sosta, si rinnovò l’interesse del governo pontificio per la miniera di Monteleone di Spoleto e si decise di riattivarla, contemporaneamente si stabilì di costruire una ferriera anche a Terni. In quegli anni si susseguirono visite ed ispezioni per verificare lo stato delle miniere di Monteleone e del forno fusorio di Ruscio, infine nel 1824 venne decretato che il minerale estratto in quella zona non fosse di gran pregio e l’impresa venne abbandonata. per ulteriori approfondimenti clicca su LA LIGNITE Ma durante l’età napoleonica le truppe francesi avevano instaurato a Spoleto e nel suo territorio un regime repubblicano, sia pure di breve durata, e in quell’occasione era stato scoperto un giacimento di lignite nella frazione di Ruscio presso il torrente Vorga, un affluente del Corno. La Società anonima miniere lignifere di Ruscio allora, per permetterne lo sfruttamento da parte dell’industria ternana, costruì una teleferica che portava a Ferentillo e poi da lì fino a Terni il trasporto avveniva su rotaie. Tuttavia lo sviluppo dell’industria italiana e la trasformazione energetica determinarono la fine della miniera di lignite e la conseguente chiusura intorno alla metà degli anni ’50 e oggi si parla di siti di archeologia industriale per quanto riguarda le miniere di Monteleone e di Ruscio. L’archeologia industriale studia infatti testimonianze legate a processi industriali, quali i luoghi dei processi produttivi e le tracce archeologiche lasciate da essi (nel nostro caso a Terrargo-Birbone si possono vedere solo gli ingressi delle “ferriere di Monteleone” e a Ruscio solo due avvallamenti dove si trovavano le bocche delle gallerie, poiché carrelli, rotaie e macchinari furono smontati e portati via) e i paesaggi segnati da questi processi produttivi. per ulteriore approfondimento clicca su La lignite: il caso della miniera di Ruscio L'INDUSTRIA ESTRATTIVA OGGI-------------------------------- Ai nostri giorni l’attività estrattiva nel territorio di Monteleone è portata avanti dalla ditta Agabiti con la cava di materiali inerti. E’ necessario però fare una distinzione tra miniera e cava, perché le cave svolgono un lavoro di estrazione all’aperto, le miniere invece sfruttano il sottosuolo con lavori in galleria. Di seguito si riporta un’intervista a due componenti della famiglia Agabiti (rispettivamente padre e figlio), che hanno sperimentato il lavoro legato all’industria estrattiva, sia pure in campi differenti. Come si chiama? INTERVISTA AL FIGLIO Grazie per la disponibilità che avete dimostrato |
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