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AGRICOLTURA: UNA TERRA POVERA DAI PRODOTTI SANI |
Ci troviamo su una terra che deve il sapore e il profumo dei suoi frutti alla sua povertà: il clima severo impedisce l'attacco dei parassiti, un terreno ancora incontaminato e mai sfruttato rende più facile la coltivazione di prodotti sani.
E' una pianta rustica che cresce bene in montagna su terreni non particolarmente fertili, ma che non conoscono l'uso di diserbanti e antiparassitari. Caduta in disuso dopo l'introduzione del grano, la cultura del farro si è mantenuta nelle zone difficili dove non si poteva produrre altro e come alimento per il bestiame. Solo recentemente, per merito di alcuni agricoltori di Monteleone di Spoleto le qualità di questo cereale sono state riscoperte ed il farro ha riacquistato il suo rango. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 febbraio 2008, il tanto atteso decreto ministeriale che sancisce le produzioni di farro di Monteleone di Spoleto quali degni della tutela comunitaria offerta dalla denominazione DOP (Denominazione di Origine Protetta). LA CANAPA La coltivazione della canapa a Ruscio, Monteleone ed in tutta la Valnerina, è stata molto diffusa per uso familiare (in particolare per la preparazione di corredi da sposa, lenzuola, panni e cordami) fino agli anni quaranta dello scorso secolo. In seguito, come in tutto il mondo “progredito” è andata scemando, fino a scomparire completamente, per l’introduzione di prodotti sintetici economici ed apparentemente più attraenti ( esempio tipico le calze di nylon ) ed a causa della promulgazione delle leggi antidroga che ne vietavano la coltivazione per la somiglianza della canapa con la cosiddetta “canapa indiana” proveniente dai paesi tropicali ed adatta per spinelli ed hascisc, mentre in realtà le proprietà psicotrope della canapa industriale (della quale attualmente è permessa la coltivazione purché con un contenuto di THC inferiore alla 0,2% e previa denuncia alla più vicina stazione di polizia) sono pressoché inesistenti. Il Prof. Peroni durante una fase della raccolta della Canapa, nel corso del progetto del Servizio Civile Nazionale - Canapine dei Piani di Ruscio, 30 agosto 2008 Solo i più anziani ricordano la semina, la raccolta, la macerazione, la sfibratura, la filatura ed infine la tessitura: i volontari del Servizio Civile Nazionale, nel corso del 2008 sono stati impiegati in un progetto di riscoperta di tale tradizionale coltura, raccogliendo interviste e testimonianze tra le persone piu' anziane della zona. Diversi telai, poi andati in rovina o addirittura usati come legna da ardere per i freddi inverni, erano attivi in varie famiglie di Ruscio e si conservano ancora panni di canapa come preziosi cimeli. Negli anni ‘90 l’Assocanapa di Carmagnola ed altre iniziative come Fibranova ed il Consorzio Canapa Italia hanno provato a reintrodurre la coltivazione dela canapa in Italia, modernizzando il ciclo produttivo. A Ruscio (come sempre tra i primi in Italia ) nel maggio del 1999 il Prof. Isidoro Peroni ha reintrodotto tale coltura, seminando canapa sativa su le canapine tradizionali e piccoli appezzamenti a scopo sperimentale, di una varietà ungherese, la “Kompolty”; negli anni successivi si sono provate le varietà francesi come la “Felina 34” ed infine la varietà italiana dioica (cioè con piante distinte maschili e femminili) “Carmagnola “ recuperata e resa disponibile grazie all’Assocanapa. L’utilizzo è stato di paglia per fibra industriale, che veniva inviata alla “KEFI” di Guastalla [Reggio Emilia]. Attualmente, nella corrente stagione 2008 si sta tentando di riprodurre, per conto dell’Assocanapa e sotto il controllo dell’ENSE , Ente Nazionale Sementi Elette, il seme prodotto con i metodi dell’agricoltura biologica, anche questa una novità per l’Italia. Il seme di canapa detto “canapuccia” è ricco di proteine e oli essenziali , assai richiesti per usi cosmetici, alimentari e terapeutici ed è assolutamente esente da effetti dopanti. A Sant’Anatolia di Narco è stato inaugurato recentemente, nel Luglio 2008, grazie al Comune, al CEDRAV ed in particolare a Glenda Giampaoli, un interessantissimo museo che vi invitiamo a visitare, che illustra storia tradizione di questa speciale ed antichissima pianta. Testimoni del rinnovato interesse per tale coltivazione sono numerosi convegni ed attivita'. LA LENTICCHIA Anche la lenticchia, come il farro ed altre poche specie è conosciuta sin dagli inizi della civiltà agricola. Coltivata nelle regioni medio-orientali, si è diffusa rapidamente in tutto il mondo. L'uomo la conosce fin dal paleolitico, ma le prime testimonianze di apicoltura domestica risalgono al 2560 a.C.. |
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