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Una finestra sulla Valnerina: la foresta fossile di Dunarobba |
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La Barrozza - Pasqua 2001 - anno X n. 1 | |
Scritto da Francesco Peroni | |
Nei pressi di Avigliano, sorge la frazione di Dunarobba, 448 metri sul livello del mare, lungo la strada provinciale Montecastrilli - Avigliano Melezzole. Dunarobba, il cui nome deriva probabilmente dal latino Gens Dunnia, fece parte del vasto territorio che Ottone I re d'Italia donò il 13 febbraio 962 ad Arnolfo, capostipite degli Arnolfi, una delle più importanti famiglie del Medioevo e fortificato dai suoi discendenti intorno all'anno 1000. Nei pressi del borgo esiste in buono stato di conservazione una rocca fortificata di base quadrata, esaltata da quattro torri angolari di forma semicircolare, ora adibita a residenza, in origine sede di una guanigione militare. Questi ultimi aspetti, si licet parva…, ci fanno venire in mente alcune similitudini con Ruscio: la presenza della Pieve di S. Maria de Equo, la miniera di lignite e la fabbrica della coppara, nei pressi del fiume Corno. Ma, cio’ che ha reso unico questo piccolo borgo e’ stata la fortuita scoperta, avvenuta nel corso dei primi anni 80 durante gli scavi per l’apertura di una cava, della piu’ estesa ed antica foresta fossile del mondo. Due milioni di anni fa, alle soglie dei primi grandi Glaciali il mare, che alternativamente occupava queste zone della nascente Umbria, si ritirò definitivamente. Al suo posto si formò un lago chiamato Tiberino, che si estendeva da Citta’ di Castello, entro quella che doveva poi diventare la Valle del Tevere, biforcandosi a sud in una enorme Y rovesciata, con il ramo orientale esteso fino a Spoleto ed il ramo occidentale fino all’attuale Conca Ternana. La foresta di Dunarobba sorgeva ai margini di un grande corso fluviale diretto da Todi verso la conca ternana, che periodicamente rompeva gli argini naturali alluvionando la pianura circostante. Infine, in seguito ad un evento catastrofico, le piante erano state completamente ricoperte da sedimenti ed argille quando avevano raggiunto un’eta’ da misurarsi in millenni. Un’altra particolarita’ di questo sito paleontologico, per altro già oggetto di studi dal 1600 per opera del Principe Federico Cesi e di F. Stellutti, e’ che tutti i tronchi di questa foresta sono ancora eretti, cioè hanno mantenuto la loro posizione di vita; cio’ ha permesso agli scienziati di poter studiare il materiale che si trova alla base dei tronchi (a circa 30 metri di profondità rispetto all'attuale piano di campagna) che formava il suolo dove le piante vivevano. Per permettere lo studio della foresta fossile nel 1999 è stato inaugurato il nuovo “Centro di Paleontologia Vegetale di Dunarobba” presso la locale Scuola Media S. Pertini. La foresta è visitabile accompagnati da personale appositamente incaricato previa prenotazione telefonica (0744/933521 oppure 0744/933701). Nella Primavera del 2000, a sancire l’importanza scientifica del sito è stato emesso un Francobollo sulla Foresta Fossile. |
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