MENU
Selezione Notizie da Web |
--------------------------------------------- |
La Barrozza |
I Quaderni di Ruscio |
Cronache Moderne |
--------------------------------------------- |
Archivio News |
I ritrovamenti archeologici di Pie di Immagine |
La Grande Guerra in Valnerina 1915 - 2018 |
La Miniera di Ruscio |
Il campo di prigionia PG n. 117 |
Notiziario Parrocchiale |
--------------------------------------------- |
Ruscio Solidale |
--------------------------------------------- |
Area riservata |
Segreteria Pro Ruscio |
--------------------------------------------- |
Disclaimer |
--------------------------------------------- |
Sondaggi
Area Riservata
Alla ricerca del farro perduto |
La Barrozza - Pasqua 2000 - anno IX n. 1 | |
Scritto da Riccardo Caffi | |
Tra le tante persone che hanno partecipato alle varie attività legate alla manifestazione “MONTELEONE QUALITA’ 2000” abbiamo avuto anche il piacere di ospitare una delegazione che veniva dalla provincia di Brescia ed esattamente dal paese San Paolo di Brescia. Le ragioni di questa insolita presenza sono la ricercare nell’elemento che le due località, una umbra e l’altra lombarda hanno in comune: IL FARRO. ALLA RICERCA DEL FARRO PERDUTO “Abbiamo dovuto cercare non poco il prezioso seme – dicono i componenti del comitato Pagus Farraticanus di San Paolo -. Contatti con realtà produttive e agricole non ci hanno consentito per almeno un anno di avere riferimenti precisi per l’acquisto della semente. Per noi fautori di questo esperimento che ci ha visto seminare un ettaro messo gentilmente a disposizione del vice sindaco Vincenzo Gardoni. Divenuto forte sostenitore dell’iniziativa, non sarà particolarmente interessante le resa per piò di terreno e la remuneratività della coltivazione. A farci muovere è stato il forte desiderio di riscoperta e rivalorizzazione della storia e delle tradizioni del nostro territorio”. Il Farro, secondo le informazioni raccolte dal gruppo di ricerca di San Paolo, fu il primo grano della civiltà. Originario forse della Palestina, veniva coltivato in Siria e in Egitto. Omero aveva cantato la campagna “donatrice di farro”, mentre in Italia il cereale è stato coltivato dal V secolo a.C.. Il farro è il frumento “vestito”, con glume che aderiscono fortemente alla cariosside, tanto che deve essere “brillato” come il riso e in questa operazione va perso il 50 per cento del prodotto. Per tale motivo è stato soppiantato dalle varietà di grano tenero e duro, salvandosi solo perché usato come biada per animali. E’ comunque una pianta rustica, resistente al freddo, all’aridità e alle infestazioni parassitarie. Pertanto non abbisogna di trattamenti particolari e rappresenta un prodotto quasi biologico. Mantiene anche dopo la cottura l’anima leggermente dura e ha un sapore proprio. Inconfondibile e gustoso. Aveva l’incarico di fornire scorta di cibo alle legioni romane e ne produceva in quantità tale che tutta la Plaga, comprendente vari villaggi, aveva preso il nome di Pagus Farraticanus, come testimonia la lapide di marmo di Botticino, dedicata a Giove, e ritrovata nel 1824 nei pressi della parrocchiale di Pedergnaga, il più importante dei villaggi destinati alla produzione del farro. Alimento base per oltre duemila anni di intere popolazioni mediterranee ed asiatiche, il farro è il “capostipite” di tutti i frumenti oggi conosciuti, ma nel corso dei secoli nella Bassa è stato soppiantato da altre varietà di grano e nel Pagus Farraticanus sono andate perdute la memoria e la semente dell’antico cereale. Ne è però rimasta traccia nello stemma del Comune che raffigurava sopra la torre, simbolo del castello, un drappo rosso al cui centro spicca un covone di farro, come veniva specificato nel testo scritto dallo statuto comunale. Nel 1964 l’antico Pagus romano assumeva il nome di San Paolo, e qualche anno dopo il Comune decideva di ridurre il covone dello stemma a solo 5 spighe di farro per indicare con ognuna di esse i borghi di cui si compone San Paolo: Pedergnana, Oriano, Cremezzano, Scarpizzolo, Frignano. Partendo dai documenti storici si è costituito un comitato presieduto da Alfredo Seccamani, che intende operare per valorizzare disegni d’arte, storia e tradizioni di San Paolo. Il comitato che ha assunto il nome di Pagus Ferraticanus, ha messo a punto una interessante ricerca sul padre del frumento, la cui semente originale, il Triticum Diciccum, priva di alterazioni genetiche si coltiva a Monteleone e in Garfagnana, dove ha avuto il riconoscimento di prodotto europeo ad “indicazione geografica protetta”. Considerando che il farro è parte integrante della storia di San Paolo, il comitato, non senza difficoltà, è riuscito a procurarsi a Monteleone 200 chili di chicchi, sufficienti per la semina di 3 piò in un campo messo a disposizione dal Vice Sindaco Vincenzo Gardoni ecurato con amore, è il caso di dirlo, dall’agricoltore Giuseppe Pezzali. Nella prima settimana di dicembre una delegazione guidata dal Vice Sindaco e composta dal presidente del comitato Pagus Farraticamis e dal consigliere comunale Annarita Formenti, si è recata a Monteleone di Spoleto (Perugia) per la festa del Farro in occasione della sagra di San Nicola. L’Amministrazione comunale di Monteleone di Spoleto ricambierà la visita a San Paolo in primavera, in occasione della “fiera del verde” allestendo uno stand per la degustazione di ricette a base di farro. |
< Prec. | Pros. > |
---|
APPUNTAMENTI
Articoli correlati
- AGRICOLTURA: UNA TERRA POVERA DAI PRODOTTI SANI
- Non solo veline sui calendari!
- Il Farro di Monteleone: Sulla strada della Denominazione d'Origine Controllata
- Farro e fantasia
- 2007-02-26 Finalmente il marchio DOP al farro di Monteleone!
- Il farro D.O.P. di Monteleone di Spoleto sta per tagliare il traguardo
- 30 aprile 2007: Assemblea della Associazione Farro di Monteleone di Spoleto
- "Farro di Monteleone di Spoleto": finalmente DOP
- A Ruscio il Campo Dimostrativo dei prodotti tipici della Valnerina
- Farro di Monteleone DOP: il via ufficiale
- Farro DOP: si parte!
- Il farro di Monteleone in TV: guarda il filmato