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In memoria di Isidoro Peroni PDF Stampa E-mail
La Barrozza - Primavera 2023 - anno XXXII n. 1
Scritto da Renato Peroni   

Carissima Catia quando l’altro ieri alle 8,39 ho letto il tuo laconico messaggio su whatsapp  “ciao...Isidoro mio ci ha lasciato” non ti nascondo che, al di là del dolore fisico per la funesta notizia, ho provato un senso di grande vuoto e una profonda angoscia prendendo coscienza della dipartita di Isidoro, mio zio secondo l’albero genealogico ma cugino e amico per l’età e per  gli interessi di vita che ci hanno accomunato.

E una grande moltitudine di ricordi sono affiorati alla mia mente, tutti legati per la maggior parte alla nostra lunga permanenza estiva a Ruscio, dove eravamo liberi di esprimere tutta la nostra vitalità e immaginazione giovanile nei nostri giochi e nelle relazioni con gli altri. 

Un ricordo fra tutti mi è tornato prepotentemente alla mente: eravamo già grandicelli e Isidoro, presa da poco la patente, guidava la sua prima auto andando in gita verso il lago di Piediluco. 

Ad un certo punto quasi improvvisamente fermò l’auto. 

Gli chiesi il motivo di tale imprevista fermata e lui mi indicò che il  contachilometri indicava un numero con tutti uno e che tale situazione era unica e che di lì a poco sarebbe scomparsa e non si sarebbe più ripetuta: per la sua auto questo fatto rappresentava un punto di non ritorno.

E per un po' ci mettemmo a discutere su tale fatto e su cosa sarebbe successo dopo proseguendo il viaggio. Ma se la successione degli eventi era chiara per l’auto, ci trovammo in grande difficoltà quando incominciammo a pensare alla successione degli eventi per la nostra vita e cosa sarebbe successo dopo il nostro punto di non ritorno.

La nostra scarsa preparazione religiosa, la nostra ancora immatura spiritualità e la leggerezza della nostra gioventù non ci consentirono di andare oltre.

Ora caro Isidoro tu sei oltre il tuo punto di non ritorno e sicuramente già conosci la risposta a quella nostra  irrisolta domanda di tanti anni fa.

Questo, carissimi  Biagio, Ludmilla e Priscilla era vostro padre, cultore delle tradizioni familiari impostati su valori sani e su sentimenti di reciproco rispetto che vi hanno fatto compartecipi di una famiglia unita e forte anche se, a volte,  la vita vi ha costretto a vivere lontani.

Questo era vostro padre un uomo pieno di immaginazione, di curiosità e di genialità applicata anche nella sua professione di Ingegnere astrofisico, ma soprattutto sensibile ai fatti della vita che, uniti alla sua generosità, lo hanno fatto la persona che tutti abbiamo conosciuto e stimato, come testimonia anche la grande partecipazione a questa cerimonia.

E noi tutti  ora possiamo certamente confermare il suo sincero amore  per il nostro piccolo paese, la sua profonda conoscenza del costume e della storia di Ruscio, appassionato cultore del patrimonio immateriale della nostra tradizione  e del suo grande apporto per la valorizzazione del farro che, sotto il suo personale e instancabile impulso, ha raggiunto un importante riconoscimento europeo.

Ha sempre partecipato con entusiasmo alle manifestazioni religiose e culturali organizzate dalla Pro Ruscio, di cui era stato fondatore, contribuendo alla creazione dell'Archivio della Memoria, collaborando alle pubblicazioni de "La Barrozza", e realizzando appassionate  monografie per i "Quaderni di Ruscio". 

Generoso contribuente per la nostra Associazione alla quale concesse in uso i locali destinati alla Sede Sociale e, tuttora, il terreno sul quale sorge il "Parco del Fiume Corno".

Grazie Isidoro.

Riposa ora in pace sotto il manto protettore della Madonna Addolorata di Ruscio.


 
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