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La Barrozza - Estate 2022 - anno XXXI n. 2 | |
Scritto da Nicola Marchetti | |
Continua la rubrica nella quale pubblicheremo le più segrete ricette culinarie delle cuoche e dei cuochi di Ruscio. Tra tradizione e innovazione, ma certamente con gli ingredienti della nostra terra… e non solo! La Redazione attende le vostre ricette! Scrivete a Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo Le rime sparse del nostro Nicola Marchetti ci regalano, o meglio ci suggeriscono, un'altra ricetta tipica delle nostre parti: la cottura e l'uso della carne di cinghiale. In un altro dei suoi 'pizzinì propostoci da Maddalena che gelosamente, come altri, lo custodisce ancora, ci descrive minuziosamente una battuta di caccia al cinghiale che dalle nostre parti è effettuata da squadre regolarmente iscritte negli ATC (Ambito Territoriale di Caccia): CACCIA AL CINGHIALE NELLA VALNERINA Lungo il Fiume Corno di Nicola Marchetti Un tempo la caccia da le parti mie era di quaglie, starne e di beccacce, di tordi, lepri ed altre uccellerie il cacciatore empiva le bisacce. Ora sti uccelli vanno p'altre vie, non ci sono più nidi, né più tracce; il cacciatore dopo sta disdetta ha riattaccato al muro la doppietta. Ma chi è paziente e fiducioso aspetta una caccia più bella e più ideale, più redditizia, più grossa e perfetta nelle montagne d'ammazzà il cinghiale. Esso non è una bestia maledetta è tutta somigliante del maiale; se vede l'uomo fugge per paura ma è il distruttore dell'agricoltura. Per chi vicino al bosco ha un'aratura, o puramente un piccol campicello da lavorarlo tutti hanno paura ché sti animali gli fanno macello; dove si seminava per natura grano turco, biade e faricello ora di lavorarlo ognuno teme perché al raccolto non riprende il seme. Ecco perché il contadino teme sta razza d'animal tanto dannosa; al cacciatore prenderlo gli preme perché è una caccia in verità carnosa; e così un gruppo riunito assieme battono la montagna più spinosa, accompagnati da fedeli cani un po’ di Monteleone e un po’ Casciani. S'appostano l'un l'altro non lontani che si ponno sentir e scambiar voce, pronto il fucile teso nelle mani per essere al tiro sicuri e veloci; quello che si fa oggi anche domani ché a cena e a pranzo il cinghial si cuoce. Ne hanno ammazzati una mezza dozzina, tutta la caccia oltre 'na cinquantina. Pietro Marchetti presto la mattina s'alza per sezionarli quasi tutti, la parte che gli tocca esso destina, poi fa salsicce, bragiole e prosciutti, è una carne gustosa, sopraffina che quando è cotta certo non la butti. Te la prepara Paola e Palmira così gustosa li clienti attira. Il cacciatore sempre sta a la mira costeggia il bosco e batte la foresta vive con ansia, attesa e non sospira ed oggi per la caccia è una gran festa esce il cinghiale ed il gruppetto tira, viene colpito al centro della testa si vede cadè a terra e non si arregge; è proprio come a noi dice la Legge. Ruscio 16/4/1991 - Nicola Marchetti
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