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Riflessioni di un ottantaduenne al tempo del coronavirus PDF Stampa E-mail
La Barrozza - Pasqua 2020 - anno XXIX n. 1
Scritto da Renato Peroni   

Costretto a casa con solo sporadicissimi attimi di “evasione” grazie alla necessità di portare la spazzatura nei cassonetti sotto casa o di fare un po’ di spesa nel vicino fornaio a 300 passi da casa (forno Maurizi la cui famiglia è originaria del Trivio) senza scambiare che poche parole di circostanza (tra l’altro attutite e filtrate dalla fastidiosa mascherina), mi ha fatto venire la voglia di parlare, almeno virtualmente, attraverso la Barrozza, con qualche amico lontano.

 

Benedetta e Gianni  #andràtuttobene! 

   

Già, proprio “virtualmente” è il termine ormai più usato, direi quasi abusato, dai media e dalle comunicazioni televisive: state a casa, evitate qualsiasi contatto diretto con le persone, parlate con gli altri solo a mezzo cellulare, fate sentire la vostra “virtuale” vicinanza attraverso skype e scambiandovi le vostre immagini.

 

 

Marianna Carmignani di Monteleone #andràtuttobene!
 

Sacrosante disposizioni se vogliamo in qualche modo combattere questo invisibile nemico che sta mietendo vittime in tutto il mondo. E sì, proprio in tutto il mondo nonostante lo scetticismo iniziale e incosciente di qualcuno che aveva sottovalutato la distruttrice forza di questo maledetto virus.

Unico rimedio è isolarci l’uno dall’altro!

 

Anna Rita  Reali di Rescia #andràtuttobene! 

 

E’ purtroppo un rimedio che va nella direzione opposta al comune orientamento tenuto sino ad oggi, da secoli e ritengo fin dalle origini della vita dell’homo sapiens, dalla società umana che ha visto, nell’associarsi in gruppi (tribù) via via sempre più complessi (popoli), la necessità per affrontare la sopravvivenza e superare pericoli di qualsiasi natura e vivere in sicurezza.

Oggi si scopre che il pericolo viene proprio dallo stare insieme, dal vivere a stretto contatto, dallo scambiarsi un saluto attraverso una stretta di mano da sempre simbolo di pace e di civile convivenza.

Ma purtroppo è proprio questo che dobbiamo assolutamente fare per superare la crisi e per la nostra e altrui salvezza!

 

 

Emma e Irene (figlie di Paola Olivieri e Hector Diez, dalla Spagna) #andràtuttobene!

 

E pensare che autorevoli pensatori si spingono a considerare guerre, pestilenze, terremoti, eruzioni vulcaniche, glaciazioni, scioglimento dei ghiacciai, inquinamento dell’atmosfera, fenomeni disastrosi ma naturali e necessari per ristabilire equilibri su questo nostro pianeta; altri ritengono che i periodi di crisi sono necessari per lo sviluppo della civiltà umana; per tutti valga quanto sosteneva Albert Einstein:

"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.

La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. 

La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla  notte oscura.

È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. 

Chi supera la crisi  supera sé stesso senza essere 'superato'.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. 

La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. 

L' inconveniente delle persone e delle nazioni  è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. 

Senza crisi non c'è merito. 

È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.

Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il  conformismo. 

Invece, lavoriamo duro. 

Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.".

Quanta profondità di pensiero e quanta saggezza in Einstein in queste parole soprattutto quando sostiene che “La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza.” Mai parole più attuali che rispecchiano la nostra situazione con riguardo alle azioni intraprese da qualche anno a questa parte dai nostri politici!

E se in democrazia il concetto di “uno vale uno” può essere vero rispetto a chi deve esprimere un voto ( anche se tale concetto andrebbe rivisto alla luce di una pari diffusione di conoscenze e di cultura tra i votanti) tale concetto certamente non può valere per coloro che debbono, con competenza e capacità documentate, governare e prendere decisioni che riguardano il futuro di una nazione che opera in un contesto mondiale. L’incompetenza è il peggiore dei mali che ci potesse capitare!

Ma queste sono riflessioni da rinviare ad altre sedi ed ad altri momenti più opportuni.

Cerco ora comunque di pensare in positivo per quanto riguarda lo scenario che, nella Pro loco di Ruscio, stiamo attualmente vivendo: l’isolamento, è vero, ci costringe a stare lontano dai nostri amici ma ci porta anche a rivedere e apprezzare il nostro passato, a ripensare i bellissimi momenti della nostra comunità rusciana, a rivederne il vero significato del nostro attaccamento a quella terra, alle nostre radici a cui siamo così profondamente ancorati, a quello “slancio vitale”, per dirla con Bergsson (di cui ricorre quest’anno il centenario della morte), che ci spinge a cercare le strade della nostra vita comunitaria in modo creativo, non arrestandoci di fronte agli ostacoli che di volta in volta la nostra Associazione incontra nello sviluppo dei suoi progetti.

Si sta caparbiamente portando avanti il progetto per la ristrutturazione dell’ex asilo di Ruscio nonostante le numerose difficoltà burocratiche, non tenendo anche conto di alcune osservazioni in corso di esecuzione dei lavori da parte di qualche passante criticone perchè riteniamo assolutamente valido il progetto di ristrutturazione dell’ex asilo anche dal punto di vista estetico; invitiamo tutti ad aspettare il completamento dei lavori per fare valutazioni sull’intera opera. 

Sono fermamente convinto che presto, speriamo molto presto, finito questo isolamento necessario per la nostra sopravvivenza, la Comunità di Ruscio, di cui a pieno titolo facciamo parte, avrà la necessità di un luogo efficiente dove ritrovarsi, incontrarsi e, sia pure in modo che tenga anche conto dell’esperienza che stiamo oggi vivendo, per rimettere in moto quella vita sociale che aveva caratterizzato soprattutto le estati rusciane e per riscoprire quei valori che hanno spinto i nostri padri, superato il momento difficile della guerra e del dopoguerra, ad associarsi ed a fondare la Pro Ruscio.


 
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