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La casa chiusa |
La Barrozza - Natale 2003 - anno XII n.3 | |
Scritto da Osvaldo Perelli | |
Nessuna allusione, per carità, ad una casa di piacere a Ruscio, ma un riferimento ad una abitazione da anni e anni rimasta chiusa ed in cattivo stato. Domenico Peroni, mio parente Il fatto mi suggerisce una considerazione. E’ nota la trasformazione che si è venuta a formarsi nella vita coniugale con l’emancipazione della donna, dal primo ventennio del secolo scorso in poi. Prima di allora è altrettanto evidente la facilità e la frequenza con la quale le donne coniugate morivano (mentre i mariti erano al fronte) e la stessa facilità e frequenza con la quale gli uomini, per amore o per convenienza, si sposavano una o due volte o di più come nel nostro caso. Oggi, invece, il sesso debole è diventato, ahimè, l’uomo, basti edere quante vedove circolano, le quali, per rispetto o per… convenienza non si risposano, salvo alcuni casi in cui l’amore compie il miracolo. Ma torniamo alla nostra storiella. La casa, di cui parlavamo, è quella situata a Piazza Garibaldi, attigua alla casa paterna di Isidoro Peroni, ridotta dai vari terremoti in uno stato precario. Dopo la scomparsa di Domenico, la stalla sottostante era stata affidata al padre di Don Sestilio, dove venivano ricoverate la somara e una capretta, mentre la “spiazzetta” (che Domenico si era costruita con le proprie mani trasportando pietre e sassi) è ricordata da rusciari perché era lo spazio dove veniva scaricata la legna per il parroco in occasione della festa di S. Antonio. La casa (forse di proprietà della chiesa, come dimostra una croce sul muro), in seguito, fu integrata nello stabile dei Peroni, ma il mistero resta ancora e racchiude in sé il ricordo poco conosciuto di questo ometto, pocu sale, ma con tanta simpatia e dolcezza, se ha avuto la fortuna ( o la sfortuna!) di conquistare tante donne. |
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