Advertisement
Advertisement
Advertisement
Advertisement
Advertisement
Advertisement
Advertisement

MENU

Selezione Notizie da Web
---------------------------------------------
La Barrozza
I Quaderni di Ruscio
Cronache Moderne
---------------------------------------------
Archivio News
I ritrovamenti archeologici di Pie di Immagine
La Grande Guerra in Valnerina 1915 - 2018
La Miniera di Ruscio
Il campo di prigionia PG n. 117
Notiziario Parrocchiale
---------------------------------------------
Ruscio Solidale
---------------------------------------------
Area riservata
Segreteria Pro Ruscio
---------------------------------------------
Disclaimer
---------------------------------------------
Advertisement
Advertisement

Sondaggi

La piu' bella realizzazione della Pro Ruscio:
 
Le sezioni piu' interessanti del sito www.proruscio.it
 

Area Riservata






Password dimenticata?
La casa chiusa E-mail
La Barrozza - Natale 2003 - anno XII n.3
Scritto da Osvaldo Perelli   

Nessuna allusione, per carità, ad una casa di piacere a Ruscio, ma un riferimento ad una abitazione da anni e anni  rimasta chiusa ed in cattivo stato.
Eppure in quella casa è vissuta per anni una famiglia, quella di Domenico Peroni, soprannominato “pocu sale” (non poteva essere altrimenti a Ruscio), un uomo un po’ sempliciotto, ma con tanta vitalità e virilità, se, come dicono, prese tre mogli.
A testimonianza di questa abbondanza, comunque, abbiamo una quartina di una ottava che il poeta Salvatore del Trivio compose all’epoca per il nostro compaesano.

Domenico Peroni, mio parente
che de’ moje n’ha prese tante
adesso è rimasto senza gnente
perché je se so’ morte tutte quante.

Il fatto mi suggerisce una considerazione. E’ nota la trasformazione che si è venuta a formarsi nella vita coniugale con l’emancipazione della donna, dal primo ventennio del secolo scorso in poi.

Prima di allora è altrettanto evidente la facilità e la frequenza con la quale le donne coniugate morivano (mentre i mariti erano al fronte) e la stessa facilità e frequenza con la quale gli uomini, per amore o per convenienza, si sposavano una o due volte o di più come nel nostro caso.

Oggi, invece, il sesso debole è diventato, ahimè, l’uomo, basti edere quante vedove circolano, le quali, per rispetto o per… convenienza non si risposano, salvo alcuni casi in cui l’amore compie il miracolo.

Ma torniamo alla nostra storiella. La casa, di cui parlavamo, è quella  situata a Piazza Garibaldi, attigua alla casa paterna di Isidoro Peroni, ridotta dai vari terremoti in uno stato precario. Dopo la scomparsa di Domenico, la stalla sottostante era stata affidata al padre di Don Sestilio, dove venivano ricoverate la somara e una capretta, mentre la “spiazzetta” (che Domenico si era costruita con le proprie mani trasportando pietre e sassi) è ricordata da rusciari perché era lo spazio dove veniva scaricata la legna per il parroco in occasione della festa di S. Antonio.

La casa (forse di proprietà della chiesa, come dimostra una croce sul muro), in seguito, fu integrata nello stabile dei Peroni, ma il mistero resta ancora e racchiude in sé il ricordo poco conosciuto di questo ometto, pocu sale, ma con tanta simpatia e dolcezza, se ha avuto la fortuna ( o la sfortuna!) di conquistare tante donne.

 
< Prec.   Pros. >