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Memorie di una vita al confino PDF Stampa E-mail
La Barrozza - Estate 2018 - anno XXVII n.2
Scritto da Eleonora Pugliese   

 

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Nell’ambito del progetto sugli internati civili di guerra, a cura del servizio civile nazionale Unpli, abbiamo piacere nel proseguire la narrazione delle vicende storiche e personali degli internati passati per il comune di Monteleone di Spoleto.
In questa edizione il protagonista sarà un internato che ha soggiornato per tutto l’intero periodo del provvedimento di confino, ben 3 anni, nel nostro comune.

l suo nome è Ettore Basile.

Ettore nasce a Smirne, il 2 luglio 1901, residente a Brindisi svolge il lavoro di agente marittimo per una compagnia di navigazione Inglese sin dal 1936.
A seguito della dichiarazione di guerra da parte dell’Italia all’Inghilterra, Basile in quanto dipendente di una compagnia straniera, viene inviato dalla Questura, per ordine del Ministero, in confino nella provincia di Perugia, precisamente nel campo di concentramento di Colfiorito a Foligno.

 

 

Documentazione conservata presso l'Archivio Comunale di Monteleone di Spoleto 

     

A seguito della protesta da lui effettuata presso il Ministero, viene liberato e condotto come internato libero nel comune di Monteleone di Spoleto. Arriva nel nostro comune il 1 agosto 1941 e qui vi resterà per tre lunghi anni, fino alla sua liberazione avvenuta il 18 giugno 1944.
È importante sottolineare che agli internati liberi all’interno dei comuni Italiani, spettava per legge una somma di denaro, chiamata sussidio, corrispondente a Lire 8 giornaliere, e Lire 50 mensili per l’alloggio. È intorno alla ricezione di questo sussidio che si sviluppa tutta la vicenda, che ad oggi ci permette di conoscere la storia dell’internato Basile.
Dopo il 18 giugno 1944, data di revoca del provvedimento di internamento per Ettore Basile, il comune non gli fornì più il sussidio spettatogli fino ad allora, ponendolo in una situazione di grande disagio. Basile decise, attraverso numerosi reclami, di esporre i suoi problemi alla Prefettura di Perugia, raccontando in dettaglio tutti gli eventi della sua vita.

Il primo reclamo arriva a Perugia nell’ agosto del 1944, in tale scritto l’ex internato lamenta di non ricevere sussidio dal gennaio dell’anno corrente. In risposta alla missiva inviata, la Prefettura comunicherà la situazione al comune di Monteleone di Spoleto, chiedendo spiegazioni in merito, e ordinando il pagamento degli arretrati fino alla data dell’avvenuta liberazione. La prefettura inoltre, comunica che a seguito delle nuove direttive, il versamento del sussidio per gli ex internati spetterà esclusivamente a coloro che abbiano dimora in territori ancora occupati dalle truppe nemiche. La situazione non subirà modifiche, costringendo Basile a ricorrere nuovamente alla Prefettura.

Nell’ottobre del 1944, egli spiegherà nel dettaglio le sue vicende, ma stavolta ritratterà la data della sospensione del sussidio, individuandola nel mese di giugno, ossia dopo la sua liberazione. Tra le principali problematiche dovute allo stato di indigenza causato dall’interruzione del mantenimento economico, vi è per Basile l’impossibilità di far rientro nella sua città, in quanto sprovvisto del denaro necessario per affrontare il lungo viaggio. Altro problema, non meno importante, è l’impossibilità per l’uomo di continuare a pagare l’alloggio dove fino a quel momento ha risieduto, una famiglia Monteleonese, che sollecita con insistenza l’indigente Basile al pagamento dell’affitto mensile. Inoltre lo sfortunato non può contare nemmeno sull’aiuto dei propri famigliari, residenti ad Atene.

 

 

 

    Documentazione conservata presso l'Archivio Comunale di Monteleone di Spoleto  

 

ll motivo della mancata erogazione del sussidio è da individuare presumibilmente nel fatto che Brindisi, luogo di residenza di Basile, fu la prima città liberata, nella quale il Re stanziò il governo, proclamandola Capitale d’Italia.

Non conosciamo le sorti di Ettore Basile, ma dai dati archivistici della Prefettura di Perugia risulta che quei sussidi gli furono poi pagati, ben un anno dopo, nel gennaio del 1945. Con ogni probabilità, grazie a quegli arretrati fece ritorno a Brindisi, dove proseguì la sua vita da uomo libero.

 

 


 

 

  Bibliografia:


- Archivio di stato di Perugia - Prefettura di Perugia - I serie b.608
- Archivio comunale di Monteleone di Spoleto - Atti amministrativi - cat. 15
- Nardelli Dino Renato -  “il campo di prigionia di Ruscio n.117: un caso di sfruttamento del lavoro obbligatorio in tempo di guerra, 1942/1943” - Associazione ProRuscio, IX quaderno di Ruscio, 2013
- Spartaco Capogreco Carlo - “I campi del Duce: l’internamento civile nell’Italia Fascista, 1940-43” Enaudi, 2004.
- UNPLI UMBRIA - “La carta vincente: dalla negazione dei diritti dell’uomo alla carta costituzionale”  SNC 2017
- WWW. STORIEEMEMORIE.IT
- WWW.DALRIFUGIOALL’INGANNO.IT - Internamento libero - didattica
- lagazzettadelmezzogiorno.it - “

 
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