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Novita' da Ruscio - News
giovedì 16 agosto 2018
Presentazione del libro di poesia "E libbera la mente", Ruscio, 12 agosto 2018
Pubblico delle grandi occasioni per la presentazione del libro di poesie "E libbera la mente" di Fabrizio Vannozzi, durante la quale l'Autore ha declamato alcune sue poesie, coadiuvato da Andrea Antonelli, e accompagnato dal pianoforte di Antonio Chialastri e dalla chitarra di Antonia Perleonardi.
 
 
 
 
da sinistra Antonio Chialastri, Fabrizio Vannozzi, Antonia Perleonardi
 
 
 
Riportiamo di seguito un articolo pubblicato nell'ultima edizione de "La Barrozza".

   
Quando nasce la poesia…
… è sempre un grande mistero

Cosi’ è anche per il nostro Fabrizio Vannozzi che pubblica il suo (primo, speria-mo) libro di poe-sie nel dialetto che più gli risulta congeniale, quel-lo trasteverino, contaminato da quel po’ di um-bro sopravvissu-to alla globalizza-zione romana di Ruscio.
Proprio nella in-troduzione - tutt’altro che celebrativa, come spesso siamo abi-tuati a leggere, Fabrizio anzi ingenuamente nel rigi-rarsi tra le mani il primo volume uscito dalla tipogra-fia, esclama: “chi ‘avrebbe mai detto”! – l’Autore ci fa partecipi degli ingredienti necessari al suo poeta-re: “Sarà la pace che fa da padrona, sarà l’aria legge-ra....non so...il posto è magico ti aiuta a tirar fuori ciò che hai dentro. Si mescolano sensazioni ed emo-zioni, entrano in gioco i sentimenti. La testa si libera dalle scorie della città, e così basta prendere una penna ed un foglio e scrivere.”

Già, Ruscio sembra stimolare proprio la vena poeti-ca. Su tutti l’esempio di un altro Vannozzi, Federico, che in ottava rima, ci racconta della terribile espe-rienza bellica. Ci piace pensare che la trasposizione in rima della sua vicenda l’abbia fatta proprio a Ruscio.
 
 
 
L'Autore, Fabrizio Vannozzi
 
 

Di emozioni ci parla la poesia di Fabrizio, piccole e grandi, dallo stupore nel guardare un bambino (Nun ce sia cosa più bella / de dù manine delicate /chiuse a pugno e profumate), alla grande paura del terre-moto (preoccupati e ‘n po’ ‘n pauriti pè via dè quel’ evento... / de cui nun vojo manco cità er nome / ce ricorderebbe lo spavento...), la nascita di un affetto (le lucciole che viaggeno pè li prati e du cori... da stasera più / vicini...), la passione per la storia e tra-dizione ritrovata anche in un portone (Portoni come questi stanno ‘n via d’estinzione / fatti a mano e la-vorati / cò passione e dedizzione), alla invettiva con-tro il prepotente (Pijatelanderculo a chi se sente su-periore / pare che stà su ‘no scalino / pochi fatti e tanto rumore)
 
 
 
 
 Antonio Chialastri al pianoforte, Andrea Antonelli
 

Poi il ricordo delle persone care che non ci sono più, vere e proprie icone di un Ruscio che pian piano spa-risce: per Norma (Se dice che... quanno uno more poi diventa Stella / noi te vedemo lì ...ar fianco dè la Luna /che brilli più dè tutte... e dè tutte sei più bel-la!); per Lillo (Pè te che ‘n mezzo ar bosco...tornavi ragazzino / t’ ho visto soridente / co ‘n mano ‘n ber porcino); per Angelo Peroni (‘N omo che l’estate nun ciaveva tante pretese / a lui bastava annà ar paese) per Battista (Da la forza incontenibile / pè l’amichi e la famija /eri sempre disponibbile); per Angelo Car-dilli (Perché a Ruscio eri ‘na persona dè spicco / dè saggezza umorismo e curtura eri ricco); per Osvaldo (Perché tu dè Ruscio nostro eri innamorato / ‘gni scusa era bona per scappà da Roma…chiamà l’amichi... / e tornà ner posto in cui eri nato) e tanti altri.
 
 
 
 
Il numeroso pubblico presente
 
 

Il tutto impreziosito dai bellissimi bozzetti di France-sca Anglani che sembrano fare eco ai versi illustrati e che abbelliscono questo numero de “La Barrozza”.

Complimenti Fabrizio per la tua poesia, per il tuo amore per questo paese, per il tuo impegno nel Co-mitato Pro Campetto (‘N campo piccolo... ’n campetto / a cui grazzie a lui avemo legato ricordi e tanto affetto) cui hai destinato il ricavato della vendita di questo libro.

Francesco Peroni

 
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