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Il Campo di lavoro per prigionieri di guerra di Ruscio |
La Barrozza - Pasqua 2004 - anno XIII n. 1 | |
Scritto da Francesco Peroni | |
Su segnalazione dell’amico Prof. Paolo Capocaccia, abbiamo trovato, nella recentissima pubblicazione “I campi del Duce”, di Carlo Spartaco Capogreco, edizione Gli Struzzi, un breve accenno al campo di prigionia e lavoro situato presso la miniera di Ruscio. Si trattava di un campo per prigionieri di guerra slavi che, a meta’ del 1943, venne utilizzato anche per l’internamento di civili della “ex jugoslavia”. I Campi per l'internamento civile in Italia Civili, quindi, che risiedevano in quei territori che durante la II guerra mondiale, erano stati occupati dalle truppe italiane e, come tristemente usuale in ogni guerra, venivano trasferiti altrove. “(…) A partire dall’Aprile 1943, 87 internati di Colfiorito, erano stati distaccati a Ruscio, presso Monteleone di Spoleto, dove, fino ad allora, aveva funzionato un campo per prigionieri di guerra Jugoslavi. Gli internati civili di Ruscio vennero impiegati nella vicina miniera di lignite gestita dalla Societa’ Mineraria Umbra, come in precedenza avevano fatto i prigionieri di guerra loro connazionali. Il campo comprendeva una baracca dormitorio, la cucina con refettorio, una baracca adibita a magazzino e servizi. Fuori dal reticolato di cinta vi era la baracca del corpo di sorveglianza e quella del comando. La miniera distava circa 200 metri dal campo. Una giornata di lavoro (che era di otto ore) fruttava agli internati circa 15 lire. Certamente, la storia del campo di lavoro di Ruscio dovrebbe essere approfondita; la redazione de “La Barrozza” e’ pronta a raccogliere testimonianze e ricordi tra quanti hanno vissuto a Ruscio quel particolare momento storico. |
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