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La Barrozza - Estate 2017 - anno XXVI n.2
Scritto da Vittorio Ottaviani   

Cinquanta anni sono un punto di partenza importante per una pro loco, per la nostra pro loco. Gia’, proprio un inizio e non un traguardo, perche’ abbiamo intenzione di continuare ancora a lungo a cercare di interpretare il nostro territorio, a rappresentarne le esigenze, a preservarne la memoria, a prefigurare un futuro degno di essere vissuto a Ruscio. Perche’ Ruscio e’ il nostro paese e avere un paese vuol dire non essere mai soli!.

Con questo spirito affrontiamo, grazie a un affiatatissimo Comitato per le celebrazioni dei 50 anni della nostra associazione, una estate importante per Ruscio e i rusciari. La prima estate dopo il terremoto, la prima estate dopo la grande paura.
Ci ridaremo il coraggio per riprendere dove il sisma ci ha interrotto, proprio guardando indietro nella storia recente di Ruscio, leggendo nelle vicende della Pro Ruscio, raccontate nell’undicesimo Quaderno di Ruscio, i giorni, le opere, le donne e gli uomini che contribuirono a “fare” la nostra pro loco.
Ci ridaremo coraggio spegnendo insieme le prime cinquanta candeline, insieme alla Banda Musicale Carlo Innocenzi di Monteleone di Spoleto che di anniversari dalla fondazione ne festeggia quaranta.
Coroneremo la festa con un annullo speciale delle Poste Italiane (il terzo da noi proposto) e con l’inaugurazione della scoperta, restauro e posizionamento di un antico cippo di confine posto, nel 1848 tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie. Il cippo numero 499. Di questa scoperta e delle vicende legate al suo recupero e restauro, ci riserveremo il numero di Natale de “La Barrozza”.

Ci ritroveremo, tra commozione ed orgoglio di appartenere alla nostra pro loco, per assistere ad una lettura teatrale che ne ripercorra’ vicende, personaggi e realizzazioni, grazie all’impegno dei nostri figli, cui confidiamo di lasciare in eredita’ una Associazione solida economicamente e soprattutto salda nei principi di democrazia, solidarieta’ ed amore per la nostra terra,

Solo cosi, nel passare il testimone in mani piu’ giovani e capaci, riusciremo a mantenere quel tacito patto di continuita’ , contratto con i nostri Fondatori.
Avremo tempo e modo di ringraziare quanti hanno reso questa festa possibile e che si sono prodigati nel recupero del cippo e della manifestazione teatrale.

Ora e qui il nostro ringraziamento ai VENTINOVE uomini che, con grande lungimiranza, ci hanno permesso di essere ora e qui  a festeggiare questa lunga e grande avventura.

 
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