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Gita a Cascia (da Ruscio) E-mail
La Barrozza - Estate 2004 - anno XIII n. 2
Scritto da Mario Lotti   

Sono nato nel 1914, avevo circa 14/15 anni quando, verso mezz'agosto, mio nonno mi disse: "Mario, stasera viene Ugo a dormire con te, perché domani deve andare a Cascia, vi ci porto io co li somari".

Ugo di Biagio (lu fiju de Chiacchiarella lu 'mbastaru di Monteleone) aveva a quell'epoca quasi la mia stessa età ed era seminarista (ora è un anziano sacerdote).

Arrivò Ugo, cenammo e andammo a letto. Poi ci fu la sveglia, io, dormiglione come ero e sono, mi lamentai che era ancora notte ma Ugo insisteva che era tardi e che s'era già levata "la stella bella" (Io sentivo sempre i vecchi parlare della stella bella quando parlavano di alzarsi per andare al lavoro nei campi, ma giuro che non l'ho mai vista).

Comunque, ci alzammo e andammo alle Cascinette a prendere le cavalcature. Nonno aveva una somara, quindi dovemmo prenderne altre due della famiglia, una di Isidoro Cicchetti (il padre di Costantino) un'altra da zi' Richetto (il nonno del Vescovo). Mettemmo i basti alle bestie, perché di selle e bardelle non se ne parlava e partimmo nella notte . tre somari e tre viandanti . !

La stella bella s'era forse levata, ma, per me, era notte.

Fino a dopo le fonti di Fusone e la Mola, anche se faceva freddo, la cosa era sopportabile, ma, dopo il ponte delle Ferriere, un freddo bestiale che riuscimmo a sopportare per qualche chilometro, ma poi dovemmo scendere e camminare a piedi vicino alle bestie, per riscaldarci un po', ma l'alba non si vedeva. Comunque, un po' a piedi un po' a cavallo arrivammo alla "forca" ma sempre notte era.

Prima di iniziare la discesa, nonno, giustamente, pensò di fermarci in una radura lungo la strada, prendemmo un po' di zeppe secche e accendemmo il fuoco, così ci riscaldammo un po', ma ancora niente sole.

Il sole, finalmente, arrivò e lo spettacolo della natura era bellissimo: seguito da un roseo chiarore, splendente il sole uscì, si levò da dietro la cresta del monte di Castelluccio, il Vettore, a riscaldare le ancora nostre gelide membra.

Risalimmo in sella, si fa per dire, e arrivammo alla ancora deserta e addormentata Cascia. Nonno portò gli asini nella stalla di un amico, noi aspettammo che aprisse un bar per fare colazione e con il futuro Don Ugo cominciammo la giornata.alla faccia della "stella bella"!

 
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