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Il fiume Corno nella letteratura geografica dell’Ottocento |
La Barrozza - Estate 2015 - anno XXIV n. 2 | |
Scritto da Enrico Fuselli | |
Elemento caratterizzante del Piano di Ruscio è il fiume Corno il cui letto, oggi, è quasi sempre desolatamente asciutto; non era così nel passato, quando le sue acque erano sfruttate per il funzionamento delle strutture produttive legate alla miniera di Monteleone. Il ponte sul fiume Corno - cartolina postale illustrata (coll. Valeria Reali) Il primo testo che si occupò del Corno è intitolato “Monumenti sabini”, scritto da Giuseppe Antonio Guattani, quando l’autore prende a trattare dei corsi d’acqua della Sabina: “Quindi siegue il Velino, e al di là di esso per la parte che guida a Norcia resta, dopo il fiumicello di S. Susanna, da menzionarsi il fiume Corno, così come spesso mentovato dall’Alberti, che bensì unitamente al Biondo lo chiama Corvo. Nasce esso dagli Ap[p]ennini sopra Leonessa: si unisce a lui il Turbidone vicino al mote Vespio nel territorio di Cascia che bagna, e nella stessa via di Norcia si scarica nella Nera presso un luogo Triponzo chiamato, come sopra si disse.(1)” Il Saggio statistico storico del Pontificio Stato di Calindri liquida con poche parole l’argomento: “Corno. Dal Regno di Napoli scorre al Nera avanti Triponzo, ma nello stato tiene solo miglia 29.(2)” Un’altra opera della prima metà dell’Ottocento, dedicata allo Stato Pontificio, descrivendo la posizione di Cascia, riporta: “Cascia, Cassia; città posta fra’ monti in riva al fiume Corno, che scorrendo sempre in mezzo ad angusti scogli va a sboccare per le gole di Serravalle, ed influisce sul Nera.(3)” Il grande geografo Attilio Zuccagni-Orlandini, nella propria monumentale opera dedicata all’Italia, così presentò la cittadina di Cascia, sede di un governo in epoca pontificia: “La valle alpestre del Corno, tributario del Nera, appartiene per la massima parte al Governo di Cascia. Questa città, in antico detta Cassia, giace in riva al predetto fiume in un avvallamento chiuso tra i monti.(4)” Il Dizionario di Guglielmo Stefani, a metà Ottocento, informava: “CORNO. Fiume che ha origine nella provincia di Abruzzo Ulteriore II nel Regno delle Due Sicilie, poco lungi da Leonessa; entra poi, seguendo la direzione da ostro a tramontana, nella provincia di Spoleto, tocca Monteleone e Cascia, indi, dopo aver costeggiato per alcun tratto la strada provinciale che da Norcia mette a Spoleto, incontra il fiume Nera, e in questo scarica le sue acque, presso il villaggio di Triponzo. La valle del Corno - cartolina postale illustrata (coll. Isidoro Peroni) Trattando di Cascia, Adone Palmieri annotava: “Cascia È bagnata dalle limpide acque del fiume Corno, così detto dalla tortuosità del suo letto, e nasce nel Regno delle Due Sicilie ridetto, e scorrendo sempre tra angusti scogli, va a sboccare per le gole di Serravalle, corre nello Stato Pontificio sole 29 miglia, ed avanti Triponzio gettasi quindi nel fiume Nera. (6)“ Il corposo Dizionario corografico di Amati dedicò tale descrizione al nostro corso d’acqua: “Corno. Fiumicello che nasce nel Napoletano, nella provincia di Abruzzo Ulteriore II, in vicinanza di Leonessa. Scorre con direzione da mezzodì a borea, entra poscia nella provincia dell’Umbria (circondario di Spoleto), bagna Monteleone e, costeggia per alcun tratto la via provinciale che da Norcia mette a Spoleto e nelle vicinanze del villaggio di Triponzo si scarica nella Nera. Lungo il suo corso riceve tanto a destra che a sinistra molti piccoli torrenti o rivoli, ma di nessuna importanza. La sua valle è angustissima e rinchiusa fra alti ed alpestri monti.(7)”
“Ecco pertanto i particolari dei più ragguardevoli influenti della Nera Lasciamo al lettore il gusto di notare le notevoli somiglianze tra i testi, quasi sicuramente non casuali…
1 G. A. Guattani, Monumenti sabini, vol. I, Roma, Tip. di Crispino Puccinelli, 1827, p. 78. |
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