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Come Monteleone divenne “di Spoleto” PDF Stampa E-mail
La Barrozza - Estate 2014 - anno XXIII n. 2
Scritto da Enrico Fuselli   

L’unità del nostro paese comportò anche la necessità di distinguere comuni che avevano la stessa denominazione e che, dopo la scomparsa degli stati preunitari a seguito della nascita del Regno d’Italia, potevano essere confusi – con conseguenze facilmente immaginabili. Numerosissime furono le variazioni di denominazioni, relativi in alcuni casi a centri con lo stesso nome addirittura all’interno della medesima provincia. (1)

Il problema riguardò anche il nostro comune, sebbene esso fosse esistito anche durante il periodo pontificio (esistevano nello Stato della Chiesa quattro comuni e un “appodiato” chiamati Monteleone). (2) Il primo centro a cambiare denominazione fu Monteleone, nella provincia di Sassari, che il 7 settembre 1862 diventò Monteleone Rocca Doria, in conformità della liberazione consiliare del 3 agosto dello stesso anno. (3) Seguì Monteleone nel Principato Ulteriore, che poté chiamarsi Monteleone di Puglia (si era espresso in tal senso il Consiglio Comunale nella seduta del 28 agosto 1862), grazie al regio decreto del 12 ottobre 1862. (4)

Fu poi la volta Monteleone nella provincia di Calabria Ultra II, che il 22 gennaio 1863 divenne Monteleone di Calabria, dopo la deliberazione in tal senso del Consiglio Comunale dell’8 novembre 1862. (5) A seguire Monteleone, in provincia di Pavia, scelse di chiamarsi Monteleone sui Colli Pavesi (deliberazione del Consiglio Comunale del 7 settembre 1862) – lo concesse il regio decreto del 15 marzo. (6)

Il nostro comune fu autorizzato a cambiare denominazione con regio decreto del 29 marzo 1863, col quale si concesse anche ad altri due comuni – sempre denominati Monteleone – di chiamarsi in modo diverso rispetto al passato. Monteleone nel mandamento di Cascia divenne Monteleone di Spoleto (il regio decreto accolse la richiesta in tal senso del Consiglio Comunale del 9 novembre 1862), mentre l’omonimo comune nel mandamento di Rocca Sinibalda si trasformò in Monteleone Sabino (in conformità con la deliberazione del locale Consiglio Comunale del 26 ottobre 1862); l’altra Monteleone umbra (dopo la deliberazione in tal senso del Consiglio Comunale del 22 agosto 1862) adottò la specificazione “d’Orvieto”. (7)

Nel 1864, da buon ultimo, toccò al centro in provincia di Ascoli Piceno, il cui Consiglio Comunale, nella seduta del 20 dicembre 1863, optò per Monteleone di Fermo – denominazione approvata ufficialmente il 14 gennaio 1864. (8)

Finalmente, ogni possibilità di equivoco era stata fugata.

 


 

Annotazioni

(1)  Nella provincia di Como c’erano due comuni chiamati Bosco, che divennero Bosco di Gavirate (deliberazione del Consiglio Comunale del 29 novembre 1863) e Bosco Valtravaglia (deliberazione del Consiglio Comunale del 9 ottobre 1862); cfr. R. decreto n. 1192 dell’8 febbraio 1863 che autorizza una nuova denominazione di vari comuni delle provincie di Ancona, Brescia, Macerata, Milano, Como ed Alessandria, in Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia. Anno 1863, vol. VI, Torino, Stamperia Reale, s.a.,  pp. 493-503.
(2)  Indicatore alfabetico di tutti i luoghi dello Stato Pontificio, Roma, Vincenzo Poggioli, 1829, p. 133.
(3)  R. decreto n. 830 del 7 settembre 1862 che autorizza alcuni comuni ad assumere una nuova denominazione, in Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia. Anno 1862, vol. IV, Torino, Stamperia Reale, s.a., pp. 2178-2180.
(4)  R. decreto n. 904 del 12 ottobre 1862 che autorizza alcuni comuni della provincia di Principato Ulteriore ad assumere una nuova denominazione, in Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia. Anno 1862, vol. IV, Torino, Stamperia Reale, s.a., pp. 2659-2660.
(5)  R. decreto n. 1140 del 22 gennaio 1863 che autorizza alcuni comuni delle provincie di Abruzzo Citra, Benevento, Calabria Ultra II, Molise, Napoli, Principato Ultra, Calabria Ultra, Terra di Lavoro, Principato Citra, Terra d’Otranto, Catania, Messina, e Palermo ad assumere nuove denominazioni, in Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia. Anno 1863, vol. VI, Torino, Stamperia Reale, s.a., pp. 121-134.
(6)  R. decreto n. 1211 del 15 marzo 1863 che autorizza alcuni comuni delle provincie di Pavia, Cremona, Cuneo, Brescia, Macerata, Torino, e Massa e Carrara ad assumere una nuova denominazione, in Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia. Anno 1863, vol. VI, Torino, Stamperia Reale, s.a., pp. 574-581.
(7)  R. decreto n. 1260 del 29 marzo 1863 col quale sono autorizzati vari comuni delle provincie di Alessandria, Arezzo, Bologna, Brescia, Forlì, Ravenna, Firenze, Milano, Perugia, Modena e Pavia ad assumere una nuova denominazione, in Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia. Anno 1863, vol. VI, Torino, Stamperia Reale, s.a., pp. 718-728.
(8)  R. decreto n. 1632 del 14 gennaio 1864 con cui sono autorizzati varii comuni ad assumere una nuova denominazione, in Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia. Anno 1864, vol. IX, Torino, Stamperia Reale, s.a.,  pp. 23-24.

 
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