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Ferragosto storico a Monteleone E-mail
La Barrozza - Natale 2004 - Anno XIII n. 3
Scritto da Isidoro Peroni   

Lo scorso ferragosto su, nel centro storico del nostro comune, si è svolta una bella e storicamente inappuntabile manifestazione (peccato che quel giorno si era a pranzo con amici e parenti!).

Si è rievocato l’arrivo a Monteleone di Alberico I Cybo Malspina, risalente al XVI secolo, all’epoca della promulgazione degli Statuti di Monteleone, quando Alberico era stato nominato, dal papa Pio IV, governatore perpetuo delle Terre di Monteleone, divenute indipendenti da Spoleto e il comune poteva fregiarsi del titolo di “Res publica Montis Leonis”.

Il nostro Ruscio, allora, non esisteva se non come casali nella vallata del Corno, a sud-est della rocca, dove fervevano, più a valle, le attività delle ferriere.

L’idea della rievocazione è nata dall’Archeoambiente (meritoria associazione che come la Pro Ruscio e le altre pro-loco si propone lo sviluppo sociale, culturale ed economico delle nostre genti e del nostro territorio) rileggendo gli antichi statuti, recentemente fotografati e registrati su CD per una più facile consultazione, dove, appunto, si cita Alberico Cybo Malaspina, Marchese di Massa, Signore di Carrara, Conte di Ferentillo e perpetuo governatore della terra di Monteleone (vedi nota).

L’Archeoambiente si è messa in contatto con l’associazione Ducato di Massa, con cui si è gemellata ed ha invitato una rappresentanza del loro Corteo Storico, in costume dell’epoca.

Hanno sfilato per il borgo: Alberico, Signore di Monteleone, con Elisabetta della Rovere, sua consorte, seguiti da un corteo di dame e cavalieri, il Cardinale, la Badessa, il Crociato ed un nutrito numero di tamburini e sbandieratori in costume cinquecentesco.

Monteleone ha accolto i rappresentanti di Massa con due personaggi in costume di gala, il Podestà e l’Ufficiale del Danno Dato, con un cerimoniale di benvenuto e l’offerta di doni simbolici: la terra, l’acqua, il pane ed il farro.

L’Associazione Ducato di Massa ha donato, al comune di Monteleone, una artistica riproduzione del ritratto di Alberico Cybo Malaspina.

Poi, i personaggi del corteo, insieme al popolo di Monteleone, hanno assistito alla messa celebrata da don Camillo, in San Francesco, dove si è ripetuta la tradizionale offerta del Cero alla Chiesa, nel giorno dell’Assunta, cerimonia anch’essa descritta negli statuti del 1565.
Nel pomeriggio (anticipando un po’ l’orario, tanto che alcuni Rusciani interessati non hanno potuto assistervi), si sono svolti caratteristici giuochi in costume, quali la corsa del carretto a mano, carico di legna, per la salita del borgo e la gara di taglio con il segone di un tronco di faggio.

La rievocazione è degna del massimo elogio e ci auguriamo che sia la prima di una serie di manifestazioni storiche intese a valorizzare il nostro paese, sempre, pero’, nel rispetto dell’autenticità e veridicita’ e non all’insegna della fantasia e faciloneria.

(nota)
Alberico I Cybo Malaspina (1534 -1623) era figlio di Lorenzo Cybo e di Ricciarda Malaspina.
Il padre, Lorenzo Cybo (1500-1549), marchese di Massa e conte di Ferentillo, era il secondogenito di Franceschetto, (figlio del papa Innocenzo VIII) e di Maddalena de’ Medici (figlia di Lorenzo il Magnifico).
La madre, Ricciarda Malaspina (1519-1553), che aveva fatto decapitare il figlio Giulio, reo di aver tentato di impadronirsi con le armi del governo di Massa, lasciò in eredità al figlio Alberico la signoria di Massa e Carrara.
Alberico, Marchese di Massa dal 1548, divenne Principe del Sacro Romano Impero nel 1568 e, infine, Duca nel 1605, fu umanista e mecenate e fece costruire lo splendido palazzo Malaspina di Massa e la rocca di Carrara.
Alberico aveva sposato, in prime nozze, nel 1552, Elisabetta della Rovere, figlia del potente duca di Urbino, Francesco Maria I della Rovere e, dopo la morte di Elisabetta, sposò Donna Isabella, figlia di Ferdinando di Capua, duca di Termoli. Il fatto che unpersonaggio così noto e legato ai potenti dell’epoca sia stato, anche se per breve tempo, dal 1562 al 1565, governatore di Monteleone, denota l’importanza del nostro piccolo comune nel XVI secolo

 
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