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Ruscio, un’estate e tre scoperte E-mail
La Barrozza - Natale 2004 - Anno XIII n. 3
Scritto da Anna Dolci   

Ruscio, in estate, sembra il paese ottimale per assecondare la voglia di ‘non far niente’. Errore! Gare, bruschette, vendite, cene, novità. Tutto si sussegue con ritmo incalzante, senza considerare i fuori programma!

I pesci sul Monte Ato.
Sembra fantascienza e invece no. Sul Monte Ato, raggiunta la vetta, c’è un grande spiazzo con una magnificenza da paesaggio aereo: dalle montagne di Rescia, al grande viadotto, dal Monte Aspra, al Monte Vettore. Quante cose! anche le impronte di cinghiali! Vedere queste impronte enormi, lassù, ha un sapore quasi primordiale e poi la terra scavata da questi cinghiali per procurarsi alcuni tipi di radici. Ma, al di là di tutto questo, la...’piscina’ del Monte Ato. Infatti, da parecchi anni, su questa spianata della cima, è stato realizzato un invaso di acqua piovana, e, dentro, ci sono....i pesci. Si’, una specie di lucertole acquatiche, che nuotano calme e disinvolte in queste acque, a circa 1200 metri di altezza. Incredibile!

L’inclinazione dell’asse terrestre.
Ebbene si. Nel Parco del Fiume Corno, tra i graziosi alberelli con i nomi dei bambini, c’è una piccola zona cementata ed, in mezzo, un sostegno che regge un palo di legno, di circa due metri, calcolatamente inclinato. Isidoro Peroni, docente all’Università La Sapienza, in Costruzioni Spaziali, ha realizzato, per il momento, la prima parte di una meridiana che proietterà orario, solstizi ed equinozi. Questo palo, perciò, che con la sua ombra segnerà le varie informazioni, è posto proprio con l’esatta inclinazione dell’asse terrestre. Una interessante novità. Fa veramente un certo effetto vedere quanto è inclinato questo nostro globo!

Ritrovamenti...quasi archeologici.
Nei campi della Forma Cavaliera, vicino alla Miniera, qualche anno fà, sono stati trovati dei reperti risalenti all’età etrusca, ufficialmente riconosciuti e catalogati. Attualmente, tra i solchi della mietitura, in questi campi, affiorano molti sassi di terracotta, che alimentano, sicuramente, il gusto della scoperta archeologica.
Avere in mano un pezzetto di civiltà millenaria è entusiasmante! Parlando, però, con ‘Giggetto’ Marchetti, depositario della memoria del paese, è emerso che, proprio in quella zona, indipendente dai ritrovamenti etruschi, una settantina di anni fà, c’era una ‘coppara’, cioè una fabbrica di coppi. Insomma, i sassi che affiorano adesso sono pezzetti di terracotte, sì, ma di coppi rotti della ‘coppara’ dismessa. Delusione?...Quasi. Comunque, la zona ha sempre il suo fascino antico e moderno.

Tre scoperte tra il verde dei boschi e dei prati. Ringraziamo il gruppo Escursionisti (Silvana, Caterina, Luciana, Anna Reali, Peppino, Nazareno, Battista e altri), ricco di conoscenze e buona volontà.

 
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