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Calendario della Valle - Dicembre 2013 |
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Novita' da Ruscio - News | |
venerdì 29 novembre 2013 | |
a cura del Servizio Turistico Integrato
Calendario della Valle CALENDARIO DELLA VALLE MONTELEONE DI SPOLETO Distribuzione del farro, cerimonia rituale che si svolge da tempo immemorabile la vigilia della ricorrenza di san Nicola, il 5 dicembre a mezzodì, consiste nella distribuzione da parte del parroco di un piatto di minestra di farro con sugo di magro. I bambini per primi ricevono in dono il piatto di farro, in accordo con la tradizione agiografica che vuole San Nicola protettore dei fanciulli e dispensatore di beni, e quindi preposto a consegnare doni, compito cui è subentrato oggi, per vie traverse, Babbo Natale. La consuetudine è a tal punto radicata che gli stessi monteleonesi sono riconosciuti dai limitrofi castelli con l’appellativo di “mangiafarre o farrari de San Nicola”.
Come vuole un’antica tradizione Castellucciana la sera della vigilia della ricorrenza di Santa Lucia, i ragazzi del paese passano per le case a chiedere una fascina di frasche per “ Lu Favone di Santa Lucia” cantando una canzone che dice “ Fraschiscì pè Santa Lucia senno tè fa cecà la mejio gallina” . Tutte le fascine e le legna raccolte vengono portate nella piazza della Fonte dove viene composta una piramide con le frasche e la legna con in mezzo tanta paglia. Alle ore 20,00 verrà appiccato il fuoco e tutti insieme si canterà la canzone de “ Lu Favone de Santa Lucia”. Durante la serata, i soci della Pro Loco prepareranno e distribuiranno a tutti i presenti i Trotoni di Santa Lucia (Pezzi di carne di maiale arrotolata e arrostita).
I presepi a Cascia, una iniziativa che proposta per il decimo anno consecutivo ha riscosso e sta riscuotendo un grande consenso di pubblico. Presepi di tutti i tipi e dimensioni, che si snodano tra chiese, cantine e luoghi caratteristici del centro storico della città di Santa Rita. E così girando attraverso le vie, i vicoli o i negozi di Cascia, dove è possibile ammirarne tantissimi, è allo stesso tempo semplice riuscire a comprendere il vero messaggio del presepe. I presepi esposti sono di tutti i tipi e di diversi materiali, da quelli tradizionali, a quelli fatti con l’uncinetto, con il ghiaccio, con la pasta, con il pane, con il vetro, con la stoffa o all’interno di cesti di vimini o di vasche piene d`acqua. Grazie al lavoro del Comune, dei privati cittadini,delle scuole, dei centri anziani, degli artisti, della Comunità Agostiniana, dell’associazione Insieme Per, ma soprattutto alla sezione locale del “Moica” e dell’associazione “Amici del Presepe Fabio Carbonari”; quest’ultima allestirà oltre al già noto presepe monumentale, un albero natalizio e un ulteriore presepe artistico davanti alla chiesa di San Francesco. Anche quest’anno, Cascia ha voluto inviare un bel segnale di amore e di pace attraverso il presepe. Nello stesso giorno, l’8 dicembre, verranno accese le luminarie per le vie della città.
CASCIA, MONTELEONE DI SPOLETO, PRECI, SCHEGGINO E CESELLI (LOC. DI SCHEGGINO) La notte tra il 9 e il 10 dicembre, nei borghi e nelle campagne della Valnerina si assiste ad un momento corale di forte suggestione, l’accensione dei Focaracci o Fuochi della Venuta, per celebrare la Traslazione della Santa Casa della Vergine da Nazareth nel 1294, quando i mussulmani occuparono la città e gli angeli, secondo la tradizione locale, rimossero dal suolo la costruzione e la trasferirono in volo fino a Recanati. Da allora i fuochi sono accesi ogni anno per rischiarare le tenebre ed illuminare il cammino degli angeli. Particolarmente suggestivo il Focone di Monteleone che si svolge nella piazza medievale del paese, si aspetta l’alba riscaldandosi intorno al monumentale focone. Per affrontare la notte il comitato organizzatore offre pietanze locali e vino.
L’anno si chiude generalmente con le iniziative di Norcia città del Natale, inaugurate all’inizio di dicembre (9), dalla tradizione del “Faoni” o “Festa delle Campane”. La festa è un appuntamento di rito nel calendario delle manifestazioni invernali del nursino, forte nel suo significato e nel suo fascino. Gruppi di volontari affezionati alla tradizione si preparano ogni anno per la sera del 9 dicembre, quando tutta la città e le limitrofe frazioni si illuminano al bagliore di maestose pire di ginepro accese, grandi e suggestivi falò animati dagli stornelli di immancabili organetti e dall’allegria spensierata di persone intorno a qualche inebriante bicchiere di vin brulé, dolci e buon cibo cotto alla brace. L’organizzazione della serata è stata sempre impegnativa e il suo tramandarsi di generazione in generazione è frutto esclusivo della volontà di alcuni gruppi di persone che pur di rivivere momenti cari ai loro genitori e ai loro nonni sacrificano molto del loro tempo per la buona riuscita della serata. La serata del 9 dicembre è stata da sempre una festa per tutti, una grande festa in attesa della mezzanotte, ora in cui tutte le campane della città si muovono ad annunciare il passaggio della Santa casa della Madonna di Loreto. Di fatto, il senso della tradizione, per gli abitanti di Norcia e la consuetudine cattolica, sta proprio qui. I fuochi vengono accesi per ricordare ed illuminare il cammino degli angeli che, nel lontano 9 dicembre 1291, essendo la Palestina occupata dagli infedeli, portarono in salvo la casa della Vergine, traslandola miracolosamente fino ad un bosco di lauri, oggi Loreto. Ma quali altri riti si intreccino intorno a questo omaggio affettuoso non è facile dirlo. Ci sono elementi atavici: si va verso i giorni più corti dell’anno e bisogna scongiurare che il buio abbia il sopravvento sulla luce, la notte sul giorno, il gelo sul caldo. Ma c’è anche dell’arcano. Il fuoco non sempre distrugge, purifica anche. E infine elementi spirituali. Il fuoco è il simbolo dell’amore che scende, su Maria e sugli Apostoli nel cenacolo, trasformando i discepoli in predicatori coraggiosi e capaci di farsi intendere da persone provenienti da vari paesi. Simboli e riti, forze della natura e buona volontà, tutto si esalta in questa notte della terra nursina.
In questa notte è possibile partecipare e rivivere antiche tradizioni che ricordano cerimoniali precristiani, che si compivano all’avvicinarsi del Solstizio Invernale, fuochi di purificazione in onore della luce, che in questo periodo ricomincia a superare, per durata, le tenebre. La popolazione, ma anche tanti turisti lavorano per giorni per preparare una piramide molto alta di legna, che poi brucerà tutta la notte riscaldando i convenuti.
Il giorno successivo l’8 Dicembre, Festa dell’Immacolata Concezione, si accende un grande fuoco in una piazza del paese, spari di mortaretti in onore della Madonna.
Al termine della Santa Messa di Mezzanotte alla presenza di tutta la Comunità di Cascia s’inaugura il Presepe monumentale realizzato dai volontari dell’Associazione “Amici del Presepe Fabio Carbonari”.
Nella cornice della piazza di Poggiodomo i giovani del paese preparano un “Focone” che viene acceso dopo la cena della Vigilia, prima della messa di mezzanotte, per salutare l’arrivo e la nascita di Gesù Bambino. Segue un momento conviviale con dolci tipici del Natale.
La “Ndussa”, un legno di ginepro (un tempo usato come albero di Natale al posto dell’odierno abete) essiccato e diviso in due alla sua estremità viene acceso e fatto girare vorticosamente con l’ausilio di una corda. La notte più suggestiva dell’anno è allietata da canti, balli e dolci della tradizione natalizia.
Nel suggestivo scenario dell’Abbazia di Sant’Eutizio, la sera del 24 dicembre e nel pomeriggio dell’Epifania, si rivive l’evento della Nascita con personaggi vestiti secondo i costumi dell’epoca, che rievocano i mestieri del passato. Splendida occasione per visitare la valle Castoriana, che Gregorio Magno definì la Tebaide dell’Umbria, per la diffusa presenza di insediamenti eremitici sin dal VI secolo dopo Cristo. SAN PELLEGRINO DI NORCIA
Messeri e Madonne, ciò che state per vedere, è la suggestiva storia di San Francesco d’Assisi che a Greccio diede vita al primo presepe vivente. La notte di Natale del 1223, il frate poverello, grazie ad un nobil uomo di quel paese, Giovanni Velita e a tutti gli abitanti del posto, celebrò la nascita di Gesù in una grotta. Fu così che Greccio diventò la nuova Betlemme.
Il giorno di Santo Stefano, il primo dell’anno e il giorno dell’Epifania, Cerreto si trasforma un teatro per la rappresentazione, della nascita del bambinello attraverso quadri viventi, che riproducono alcuni mestieri artigianali del passato.
Il momento religioso più importante d’inizio anno, la Pasqua dell’Epifania, si celebra nelle campagne della Valnerina con usanze che riflettono la richiesta di doni attraverso canti di questua, noti come Pasquarelle in cui gruppi di “pasquarellari” giovani ed adulti, nei giorni precedenti la ricorrenza, organizzati con strumenti tradizionali: organetto, fisarmonica e caccavella, (cassa armonica, una sorta di basso, composto da un recipiente cilindrico, chiuso nel lato superiore da una pelle, nella quale è infilata una canna) passano di casa in casa e, con il canto, porgono a tutti gli auguri di Buon Principio e il cesto per raccogliere doni per il cenone.
Come vuole un’antica tradizione castellucciana, il pomeriggio del 2 gennaio, uomini e donne, ragazzi e ragazze, bambini e bambine, si riuniscono nel piazzale della Fonte portando con sé un qualche strumento musicale o idoneo per fare rumore quali: corni, cimbali, cunarelle, piatti, tamburelli e organetti.
Cena della zampetta che si terrà presso i locali di Castelluccio. Durante la cena saranno cantati gli “Sbrinzi”, antica espressione della cultura popolare castellucciana.
È tradizione che i bambini (fino a 10 anni circa), tutti insieme, percorrano le vie del paese, ognuno con un piccolo sacco e bussino alla porta di ogni famiglia, queste li attendono per regalare loro dei dolcetti, frutta (arance e mandarini), cioccolatini, caramelle e dolci tipici del Natale.
All’inizio dell’anno, una delle manifestazioni più vivaci e colorate è senza dubbio quella delle “Pasquarelle”, i canti in dialetto nursino a suon di organetti, tamburelli e triangoli, attraverso i quali i “Pasquarellari”, andando di casa in casa, annunciano la nascita del Messia.
Alcuni giovani di Scheggino, percorrono le vie del paese con un carretto trainato da un asino. Il gruppo itinerante, accompagnato da vari strumenti musicali, intona un brano augurale alla porta di ogni famiglia. Quest’ultime, a loro volta ricambiano con un piccolo dono (generalmente prodotti alimentari e bevande) che vengono consumati, tra tutti i partecipanti, la sera stessa in una cena conviviale che ha luogo in un ristorante locale.
A Monteleone di Spoleto, in tale giorno, i legnaioli dopo aver fatto benedire i loro animali da soma - asini, muli e cavalli - lasciano al Parroco il loro carico di legna, che servirà a scaldare la canonica durante il lungo periodo invernale.
Il 17 gennaio al mattino s’inizia con la celebrazione della Festa di San’Antonio a Cascia. Evento che attrae turisti ogni anno è “l’asta delle agnelle", vendita all’incanto realizzata solo per questa occasione, con le bestie offerte dai proprietari delle greggi, i cui proventi verranno utilizzati per i lavori di manutenzione delle chiese e per organizzare i festeggiamenti in onore del Santo Protettore degli animali. Ogni anno si esibisce un gruppo musicale che rievoca i canti e i balli di una regione d’Italia.
Domenica 17 gennaio dopo la Messa, sul Sagrato della Chiesa di San Nicola o nella Piazza principale, il Parroco del paese benedice tutti gli animali che vengono accompagnati dai rispettivi proprietari. Segue generalmente un piccolo rinfresco o aperitivo offerto a tutti i presenti dai Santesi (organizzatori della manifestazione) nell’Aretta di Sant’Antonio. Segue un pranzo in un ristorante locale dove tradizionalmente partecipano solo uomini, in quell’occasione c’è l’elezione dei Santesi che hanno il compito di organizzare la Festa dell’anno successivo.
Il 19 gennaio si apre la 38esima Rassegna Interregionale delle Pasquarelle, uno dei più antichi e più importanti eventi di musica popolare della Valnerina. La rassegna raccoglie oltre 30 gruppi di musica popolare di Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, che si sfideranno a ritmo di organetto, fisarmonica e caccavella. Vestiti con gli abiti tradizionali, intoneranno gli antichi canti di buon augurio. Al termine della manifestazione viene offerta “la merenda del contadino”, a base di prodotti tipici della Valnerina
N.B. Le date e gli eventi contenuti nel presente calendario potrebbero subire variazioni non dipendenti da questo Servizio Turistico, che ne ha solamente lo scopo divulgativo.
Comune di Cascia – tel. 0743/75131 |
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