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Personaggi e tradizioni di Ruscio: Storia di un Peroni emigrato all’estero per amore |
La Barrozza - Pasqua 2006 - anno XV n. 1 | |
Scritto da Carlo Franco | |
La Redazione de “La Barrozza” aveva gia’ contribuito alla raccolta dei ricordi e delle memorie di quanti partirono da Ruscio, dalle proprie case, alla volta delle piu’ disparate destinazioni, per cercar, come si diceva, fortuna all’estero. Il primo “Quaderno di Ruscio”, realizzato da Salvatore Paolini, ci descrisse la nascita di un’altra Ruscio in America; un bellissimo articolo-reportage da Trenton, grazie alla ricerca di Isidoro Peroni, addirittura pubblicato bilingue, in italiano ed inglese, ci racconto’ la dura vita da emigrante. Oggi pubblichiamo un’altra storia di nostri compaesani che, addirittura nella lontana Colombia, ricrearono il proprio nucleo familiare, continuando la stirpe dei rusciari nel mondo. Molto ancora c’e’ da scrivere: dei Gervasoni in Australia, dei Vannozzi in America, prima che la loro testimonianza sia dispersa dal lento, ma inesorabile, trascorrere del tempo!
Fra i due giovani nacque una cordiale amicizia che, con il trascorrere del tempo, si trasformo’ in un intenso e sincero amore. La situazione sentimentale creatasi, indusse i due, per meglio conoscersi, a ritardare di alcuni mesi il ritorno in Colombia, avvenuto, poi, nell’ottobre del 1950, previo permesso dei genitori. Colmo di gioia, Pietro, finalmente, s’imbarco nel mese di agosto dello stesso anno sulla nave “G. Verdi” che, dopo quindici giorni di navigazione, lo sbarco’ in Colombia, nel porto di Buonaventura, situato sulle sponde del Pacifico. Terminato l’anno accademico, lascio’ l’insegnamento, per iniziare l’attivita’ industriale con molto timore, ma anche con grande entusiasmo. Senza pensarci piu’ di tanto, avvio in Medellin, una fabbrica per la produzione di tappeti di lana, cotone e di acrilico, molto richiesti in Colombia, nonche’ una tintoria industriale per la colorazione dei tappeti stessi. In occasione della visita pastorale in Colombia, nell’anno 1968, di S. S. il papa Paolo VI, fu richiesta alla “Textiles Peroni ltda”, da parte delle autorita’ locali, la confezione di circa 100 metri quadrati di tappeti di lana, per l’arredamento del palco papale in Bogota’. Con il trascorrere degli anni nacquero a Pietro, dal matrimonio con Rosita, sei figli: cinque femmine un maschio. Finalmente, nella primavera del 1957, giunsero, per stabilirsi definitivamente a Medellin, Silvio, con la madre Letizia, e la sorella Anna. In un secondo tempo, convolo’ a nozza con Graziella Rosa, architetto e italiana di nascita. Dal matrimonio nacquero due figli: Letizia e Francesco, oggi, avvocato libero professionista. La stirpe dei Peroni in Colombia, aumento’ di un’altra unita’ con l’arrivo a Medellin, nel settembre del 1957, di Giulio Peroni, figlio di marco, nonche’ cugino carnale di Pietro e Silvio. Sposato con Marta Ofelia Gomez, schiettamente colombiana, e’ padre di Marco, di 28 anni, attualmente giornalista, nonche’ conoscito ed apprezzato autore di cruciverba e di Andrei, di 26 anni, direttore del Ristorante ”Il Tramezzino”, ideato dalla madre e considerato uno dei migliori ristoranti, con cucina prettamente italiana. Mentre Silvio si occupava della filanda, con ottimi risultati, Pietro seguitava il suo intenso lavoro nei tre complessi industriali, non tralasciando di occuparsi personalmente della amministrazione, con la collaborazione di varie impiegate. Andava d’accordo con tutti i componenti della colonia italiana, con i quali parlava con amorosa saggezza e cordiale amicizia. Spesso e’ stato determinante nella risoluzione di casi incresciosi degli emigranti italiani. Purtroppo, colpito dal solito male incurabile, Dio lo richiamo’ in cielo il 27 ottobre 1987, lasciando nel dolore Rosita, moglie amorevole e affettuosa, che lo ha reso felice tutta la vita, e reso padre per ben sei volte. Ed ora, a chiusura di questa breve cronaca del passato, permettetemi alcune riflessioni sulla figura di Pietro Peroni: |
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