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La basilica dei Santi Benedetto e Scolastica all'Argentina PDF Stampa E-mail
Scritto da Valeria Reali   
giovedì 01 ottobre 2009

Una passeggiata al centro di Roma mi ha dato l’occasione di riscoprire una chiesetta conosciuta qualche anno fa quando fui invitata con la mia famiglia in occasione della ricorrenza del 2 novembre per ricordare i paesani morti in quell’anno (era il 1999 e da pochi mesi avevamo perso papà).
Questa piccolissima cappella è ufficiata dall’Associazione  dei Nursini e degli oriundi di Cascia, Monteleone, Norcia, Poggiodomo e Preci che vivono nella capitale,  che agli inizi del XVII secolo fondarono a Roma un’Arciconfraternita intitolata ai due santi fratelli nati a Norcia e costruirono un oratorio nel 1625: la confraternita fu approvata da Paolo V nel 1615 e da Gregorio XV nel 1623.

Un membro della confraternita, Pier Matteo Lucarucci, morendo, lasciò alla stessa il proprio immobile, dando così la possibilità all’arciconfraternita di allargare l’oratorio e trasformarlo in chiesa.

La “Basilica dei Santi Benedetto e Scolastica all'Argentina” (nome forse pretenzioso considerando le dimensioni del sito) è una chiesa del rione Sant'Eustachio, in via di Torre Argentina n° 71, mentre la sede dell' Arciconfraternita è nella Sagrestia della stessa a cui si accede da Vicolo Sinibaldi n° 1. 
Essa è conosciuta anche con il nome di San Benedetto della ciambella; così l’Armellini spiega questo curioso nome:
« … il cardinale della Valle, incapricciandosi di cavar tesoro, fece cavare nelle terme di M. Agrippa nelle quali vi trovò una gran corona civica imperiale di metallo dorato, e perché avea simiglianza di certe ciambelle che a quel tempo si vedevano per Roma, quelli cavatori dissero: ecco una ciambella; e per avere la mancia corsero al cardinale dicendoli: havemo trovato una ciambella di bronzo, e di lì a poco venendoci ad abitare un oste fece per insegna la detta ciambella; ed in questo modo è stato sempre chiamato la ciambella ».
Sulla piccola facciata a due piani e tre finestre, apre un portale incorniciato e sovrastato da un tondo con la dedica ai Santi: “Divis Benedicto et Scholasticae patronis ordo et populus nursinus” (La magistratura ed il popolo di Norcia ai santi patroni Benedetto e Scolastica). L’interno, a navata unica, presenta al centro due pilastri che separano la parte anteriore coperta a botte dalla parte antistante l’altare a copertura piana e c’è la scritta “Felix Nursiae tellus quae talem genuit alumnun” (O fortunata terra di Norcia che ha generato un tale figlio).

Finte colonne sono dipinte alle pareti; vi sono poi raffigurati dipinti e decorazioni ottocentesche dei papi restauratori.
La chiesa fu devastata dall’invasione francese del 1798 e restaurata nella prima metà del sec. XIX. I beni dell’arciconfraternita furono incamerati dal Governo Italiano sul finire del secolo XIX e l’arciconfraternita trasformata in Opera Pia; è tornata alle dipendenze dell’autorità ecclesiastica con R.D. il 14 ottobre 1937.
Nel 1980 il Cardinale Poletti ripristinava la Arciconfraternita e la consegnava a Mons. Luigi Di Giannicola scomparso il 14 febbraio 2007.

Il Cardinale Ruini ha  nominato Rettore Mons. Vittorio Pignoloni originario di Colle Giacone di Cascia.
Chiacchierando con alcuni responsabili dell’Arciconfraternita ho saputo che gli associati stanno  insieme 4 volte all'anno in riunioni a carattere amichevole e religioso che spesso si concludono in pizzeria. Inoltre d'estate si vedono per una celebrazione Eucaristica in uno dei paesi d'origine, oltre a partecipare ai pellegrinaggi che gli organizzatori propongono.
Vi si celebrano con solennità le feste di S. Benedetto (21 marzo e 11 luglio), S. Scolastica (10 febbraio), S. Rita (22 maggio) e nella seconda domenica di novembre vengono ricordati nominativamente i nursini deceduti nell’anno.
Pubblicano anche un notiziario, " Nursini", che viene spedito agli amici della Chiesa che vogliono notizie delle loro terre e vogliono conoscere le iniziative della Confraternita  che li rappresenta.

 
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