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La Barrozza - Pasqua 1996 - anno V n. 1 | |
Scritto da Reds | |
Nella vita di tutti i giorni, ormai siamo abituati a cogliere la diversità delle persone, a confrontarsi con nuove realtà, anche se poi non sempre ne traiamo le dovute riflessioni. Nuove stimolazioni attraversano spesso il nostro agire, a volte ci mutano profondamente, altre ci lasciano indifferenti, ma sempre dovrebbero spingerci ad una maggiore dinamicità intellettiva, ad una amplificazione di quella "molla" vitale che assume le sembianze della curiosità. A me è capitato, ormai tanto tempo fa, di imbattermi in un nucleo che però celavano un riflesso arcano, difficile da decifrare. Potevano essere gioviali, o melanconici, mai eccessivi, eppure... Eppure l'involontaria esca era gettata, e senza neanche accorgersene ti ritrovavi nei meandri di un labirinto la cui luce in fondo recava una grande scritta: Ruscio! L'impatto era diffidente: cos'era Ruscio, un paese, una cosa, un modo di essere?, interrogativi a cui presto fu data risposta ovvia, quasi banale; era il nome di un ridente paesino sperduto fra i monti dell'Umbria.
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