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La Cooperativa della Ceramica di Monteleone PDF Stampa E-mail
La Barrozza - Pasqua 2009 - anno XVIII n. 1
Scritto da Francesco Peroni   

Continuiamo a discutere dello sviluppo economico e, di conseguenza sociale del nostro territorio. Lo abbiamo gia’ detto: la Redazione ha raccolto la “sfida” dell’ormai famoso articolo di apertura di Natale 2008 (numero davvero storico per la nostra “testata”), nello scorso numero abbiamo intervistato Marianna Cicchetti sulla esperienza della Cooperativa “La Mimosa”: ora,  affronteremo la “storia imprenditoriale” della Cooperativa della Ceramica, grazie alla disponibilità’ di Francesco Giovanetti che, all’epoca, rivesti’ il ruolo di Socio Lavoratore della Cooperativa stessa.

 La Redazione
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Abbiamo raggiunto l’amico Francesco Giovannetti, apprezzato maestro ceramista in  Civita Castellana e ben conosciuto tra i Soci della Pro Ruscio per la realizzazione della collezione dei boccali di Ruscio e di numerose opere in ceramica prodotte in esclusiva per la nostra Associazione.

Con il consueto interesse per le iniziative de “La Barrozza”, di cui e’ sincero estimatore e assiduo lettore, ha risposto alle nostre domande circa l’attivita della Cooperative dalla Ceramica, che aveva il proprio laboratorio nella costruzione dell’Asilo di Ruscio.

Gia’ dal 1968, Monteleone aveva visto nascere una Cooperativa di Ceramica, presso il complesso di San Francesco in Monteleone, nei locali che attualmente ospitano la mostra sulla Biga. Grazie all’interessamento della Parrocchia, con il contributo di alcuni enti pubblici, era stato acquistato un forno e le attrezzature necessarie per la produzione di ceramiche (torni, stampi, colori…). Vi furono impiegati tre ragazzi dell’Istituto d’arte di Civita Castellana - Luciano Carenato, Giuseppe Fidaleo e Diulio Romano - fino al 1970, anno in cui termino’ l’attivita’ di questa cooperativa.

Dopo il terremoto del 1979, forno e attrezzature furono accantonate nei magazzini del monastero fino a che, nel 1989, sempre su interessamento della Parrocchia, si ricostitui’ una cooperativa.

Forno ed attrezzature furono rimontate e rese funzionanti nei locali dell’Asilo di Ruscio, che, tra l’altro, fu sistemato in modo da poter accogliere anche una esposizione delle produzioni.

La cooperativa era composta da sei soci, tra i quali Rosaria Peroni con l’incarico di Presidente ed Attilio Allegretti vice presidente, sia lavoratori che non.

Grazie ad un finanziamento della Regione si realizzo’ una ricerca del potenziale mercato di riferimento e 4 decoratori poterono frequentare un corso di 4 mesi presso una bottega di De Ruta.
Al termine del corso, per altri 2 mesi furono, poi, affiancati, in sede a Ruscio, per un perfezionamento da un maestro ceramista.

Purtroppo, l’attivita’ non riusci a decollare.

 

Una ceramica del M. Giovanetti, realizzata in occasione del XXXV dalla fondazione della Pro Ruscio

In questa sede non interessa indagare sulle problematiche e i dissidi interni che nacquero tra i Soci, dovuti essenzialmente a divergenze sulla direzione della Cooperativa (e qui ci vengono in mente le parole di Marianna Cicchetti, quando, nello scorso numero de “La Barrozza” diceva, in merito alla mentalita’ necessaria per partecipare ad una Cooperativa: “Occorre, per costituire e vivere la realta’ di una azienda cooperativa, una maturita’ sociale purtroppo non raggiunta dalla nostra collettivita’: ben diverse sono le regole del lavoro cooperativo rispetto al lavoro di proprieta’ o di dipendenza!”), sull’inesperienza in ambiti normativi e gestionali di rapporti con Enti Pubblici ed Aziende commerciali.

Certo e’ che, dopo la conclusione della attivita’ didattica, la cooperativa fu sciolta: il forno, le attrezzature, il poco materiale realizzato e i “biscotti” (gli oggetti grezzi da decorare), sono ancora nell’Asilo, che si trova nelle ben note condizioni di degrado.

Con il maestro Giovanetti, che dopo quella esperienza ha continuato il suo lavoro nel mondo della ceramica, abbiamo discusso delle potenzialità che una Cooperativa di Ceramica avrebbe potuto avere allora e che potrebbe avere anche oggi nel territorio di Monteleone. Ben piu’ interessante e’ , per le finalita’ che ci siamo posti con questa serie di articoli, capire se una attivita’ in tale ambito potrebbe essere un valido strumento per il sostentamento del paese.

Il mondo della ceramica, come, del resto, tutte le attivita’ artigianali, oggi, segnano un momento di flessione, anche in relazione alla concorrenza agguerritissima proveniente dalla solita Cina. Milioni di pezzi giungono annualmente                           “Ma altrettanto incomparabili sono le differenza qualitative ed artistiche”, afferma il maestro Giovanetti, “la ceramica e’ una attivita’ economica in grado di integrare il reddito delle famiglie di Monteleone, specialmente se si punta sulla innovazione nei decori e nei colori. Ma questo richiede una particolare formazione professionale, una attenzione ai particolari che non consente approssimazioni.”

 “Del resto – continua Francesco – la tecnologia moderna e’ riuscita a abbassare sensibilmente i costi di produzione, grazie a forni piu’ piccoli, che necessitano di meno manutenzione e costi di gestione meno rilevanti. I collegamenti con i centri di maggiore produzione (De Ruta, Civita Castellana) sono sensibilmente migliorati e stanno crescendo le richieste di produzioni semindustriali (pavimenti pennellati a mano tipo “Vietri”) spesso appaltate a botteghe di minori dimensioni”.

 Una Cooperativa – dunque - attenta a tali esigenze del mercato, organizzata e in grado di attrarre finanziamenti pubblici, con personale qualificato, oggi, potrebbe rappresentare un importante opportunita’ di lavoro per i giovani del territorio e di crescita economica per il paese.

 Cio’ con l’obiettivo di frenare lo spopolamento continuo e costante, e di far radicare nel territorio nuove, giovani famiglie.

 
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