ASSOCIAZIONE PRORUSCIO  
  E mail     Home  
       
     LA STORIA
      IL PAESAGGIO
     DA VISITARE
      LE IMMAGINI
      I PRODOTTI
    ASSOCIAZIONE
      LA BARROZZA
      ALBUM
   Estate 2004
   Natale 2004
   Pasqua 2005
   Estate 2005

LA MADONNA ADDOLORATA


Intorno alla metà del Settecento, don Biagio Peroni, fondo' in Ruscio la chiesa e la cappellania di S. Maria dei Sette Dolori e quando mori' nel 1794 fu sepolto nella stessa chiesa. Come si legge nell'inventario datato 25 aprile 1866, i fratelli don Biagio e Gregorio istituirono l'Opera Pia Addolorata di Ruscio, legando i loro beni alla nuova chiesa in modo che ogni anno si soddisfacessero i seguenti legati: "Primo tra questi e' il mantenimento di un sacerdote cappellano colla ingiunzione della S. Messa quotidiana colla elemosina di lire 0,79 per ogni Messa e di due Settenari precedenti le due annue festività dell'Addolorata; ... i medesimi disposero che dall'assieme delle rendite si prelevasse la somma (120 lire) da impiegarsi per il mantenimento delle fabbriche della chiesa e casa annessa, per provvedere agli arredi sacri, di cera e di tutt'altro occorrente al culto ... ordinarono... (che) con gli annui sopravanzi delle rendite ... si dovesse mantenere un alunno povero del Comune di Monte Leone nel seminario vescovile della Diocesi, pagandone annualmente la "dozzena" [retta], e in mancanza di detto alunno, assegnare annualmente a una povera ed onesta zitella dello stesso comune una dote di lire 150...).

Sull'altare maggiore vi era probabilmente la tela con l'Addolorata sulla quale in basso si puo' intravadere lo stemma di don Biagio con l'albero del pero. L'altra tela, recentemente posizionata sulla parete destra della navata, con la Madonna trafitta dalle sette spade e' cosi' annotata nell'antico inventario "Quadro in sacristia rappresentante le anime purganti e l'Addolorata di niun pregio, con cornice in legno...".All'epoca della fondazione della chiesa, dopo il terribile terremoto del 14 gennaio 1703 [vedi "La Barrozza" anno VI, numero 1] che distrusse diversi edifici nel territorio di Monteleone ed addirittura ne sconvolse l'idrografia, Ruscio era un modesto villaggio di campagna con 150 abitanti (,inoltre, vi era la stazione di dogana per chi varcava con mercanzie i confini tra lo stato pontificio e il regno borbonico). Una chiesa piu' antica dipendente da San Nicola era dedicata a San Lorenzo e piu' recente vi era, come tuttora, la chiesa di S. Antonio da Padova, soggetta ai conventuali francescani.

Venendo all'800, una lapide sulla casa annessa alla chiesa ricorda il passaggio di Giuseppe Garibaldi a Ruscio il 19 gennaio 1849. Un'altra lapide, posta sulla facciata il 28 settembre 1919, ricorda i caduti della Grande Guerra.

Nel 1930 viene fondata la confraternita di Maria SS. Addolorata (che in un certo senso precorre l'attuale Pro Ruscio) e la chiesa viene mattonata con piastrelle.

Nel 1938 si restaurava la facciata coprendola con eternit, ancora visibile.

La chiesa, per desiderio degli abitanti e l'interessamento di don Sestilio, fu proclamata parrocchia di Ruscio, Trivio e Rescia il 18 settembre 1949. Prima della fatidica proclamazione, il pittore Emilio Mattani, per la spesa di 170mila lire, dipingeva "a finto marmo con dorature di capitelli, putti, festoni, ecc" i tre altari e tutto l'interno della chiesa.

Prima dei restauri del 1949, le capriate del tetto erano coperte all'interno dalla classica "camorgata" fatta con canne, a sostenere l'intonaco a volta affrescato con una scena della fuga in Egitto.

L'anno dopo la proclamazione della Parrocchia, il 17 settembre 1950, veniva inaugurato il campanile con l'orologio e la campana maggiore detta Antonina, con le offerte dei fedeli di Roma, Ruscio e America.

Il 19 Settembre 1979, Ruscio e tutta la Valnerina furono colpiti da un violento terremoto che produsse gravi danni alla struttura della nostra chiesa, che fu sottoposta a un lungo restauro che ne stravolse la decorazione realizzata nel 1949. Infatti, per rendere piu' ampia la navata, si arretro' l'altare maggiore, perdendo cosi' la decorazione a finto marmo con numerosi putti che circondava la nicchia contenente la statua della Madonna Addolorata, inglobando l'antica sacrestia. Di tale fastosa decorazione rimangono i due altari laterali e le pareti della navata. La chiesa fu riaperta al culto nell'Agosto 1997.

Nel corso del 2001, grazie al lascito di Maria Marcheggiani, fu restaurato l'orologio del campanile.

(tratto dall'articolo pubblicato ne "La Barrozza" di Isidoro Peroni: anno II, numero 1)


Torna all'indice